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<<Davvero mi perdoni?>> lo stupore traspare dalla cautela con cui mi porge la fatidica domanda.

Andrea mi fissa, incredulo.

<<Potrei non farlo dopo ciò che ho sentito?>> gli chiedo retoricamente.

<<Ma non ho detto tutte quelle cose per farti cambiare idea>> ribatte, convinto che io lo abbia frainteso.

Non è irritato: vuole solamente che chiariamo una volta per tutte così da non avere più problemi su problemi in continuazione.

Ed anch'io lo voglio...

<<Lo so, Andrea. Seriamente, già da tempo riflettevo se perdonarti o no, e ora posso affermare che sì, non sono più arrabbiata con te e non provo neppure rancore nei tuoi confronti. È tutto a posto.>>

Gli sorrido per rassicurarlo e anche per tranquillizzarlo.

<<Be', perfetto>> farfuglia, ancora confuso.

<<Ora che si fa?>> domanda mentre si gratta la nuca.

Controlla l'ora sull'orologio che porta al polso in un gesto meccanico.

<<Non so. Proponi qualcosa. Non ho programmi interessanti per il resto della giornata... A dire il vero credevo che avremmo visto il sole tramontare, ma se vuoi andare per me va bene>> gli spiego con calma.

<<Stasera c'è una festa in discoteca. Sicuramente verranno anche Jacopo e Martina, hanno dato conferma della loro presenza poco fa>> mi informa.

<<Ah, sì, ora che ci penso Marti me l'aveva accennato>> commento, facendolo fermare.

<<Quindi ci andiamo dopo aver visto il tramonto?>> mi domanda per averne la conferma.

Annuisco.

<<Certo, è molto meglio che restare a casa guardare la televisione!>> esclamo divertita.

Non so perché ma sono di buono umore.

Che strano...

<<Allora devo chiedere delle informazioni in più a qualcuno... Non ho prenotato né comprato le prevendite. Non sapevo che programmi avrei fatto per il resto della serata fino a pochi secondi fa>> mi dice, ridendo.

<<Vale lo stesso per me>> confesso lasciandomi trasportare dalla sua risata, dalla strana felicità del momento che non avrei immaginato potesse avere.

Non mi aspettavo che oggi avrei riso così tanto: non qui, non ora, non con lui...

Ma come sempre la vita è imprevedibile.

<<Chiamo un secondo Jacopo, lui di sicuro saprà dirmi a che ora e dove ci incontriamo>> dico ad Andrea, e subito telefono al mio migliore amico.

<<Jacopo! Come stai?>>

<<Bene, te?>> mi chiede di rimando.

<<Tutto okay. Stasera vengo alla festa insieme ad Andrea>> lo informo.

Sembra sorpreso, infatti emette un verso di disapprovazione quasi incomprensibile.

<<Oh, wow...>> sussurra.

<<Scusa?>> gli faccio.

Parleremo di questo argomento più tardi, ora non mi pare proprio il caso avendo Andrea accanto, a soli pochi centimetri da me.

<<Alle dieci passo a prendervi?>> borbotta.

<<Sì, aspetta, non so dove staremo a quell'ora>> lo avviso.

<<Andiamo a casa mia>> s'intromette Andrea, quindi comunico l'informazione a Jacopo.

<<Perfetto. A dopo>> si congeda il mio migliore amico.

<<Ciao>> lo saluto e riattacco.

<<Perché passiamo a casa tua?>> gli domando incuriosita.

<<Devo cambiarmi.>> 

Inizio a ridere senza contegno.

<<Serio?>>

Fa un cenno di assenso e io scuoto la testa, innervosita e allo stesso tempo divertita.

Un trillo emesso dal mio cellulare mi fa tornare con i piedi per terra e tutta la spensieratezza che avevo svanisce nell'aria.

R; 1.

Ci siamo: scommetto che questo sarà l'ultimo messaggio che riceverò da questo numero sconosciuto.

Il conto alla rovescia è terminato.

Se fino a poco fa ero al settimo cielo, adesso non lo sono affatto.

Il famoso rovescio della medaglia...

Domani scoprirò cosa hanno significato questi messaggi, ma non sono poi così sicura di volerlo davvero sapere: per ora svuoterò al cento per cento la mia testa, penserò solamente a divertirmi e il resto lo metterò da parte.

<<Possiamo andarcene? Non ho più voglia di restare qua>> sussurro vicino all'orecchio di Andrea, come se qualcuno potesse sentirci.

<<Perché? È per via di quel messaggio che hai appena ricevuto, vero? Chi è stato a scriverti?>>

<<Non lo so. Smettila di comportarti come fossi un investigatore privato: non è affatto il tuo forte>> cerco di sdrammatizzare, ma Andrea non demorde.

<<Non ho più segreti con te, però a quanto vedo tu ne hai uno o forse anche più. Stiamo tornando al punto di partenza, per ogni passo in avanti che facciamo, immediatamente uno dei due ne fa uno nella direzione opposta. Così non va.>>

So che ha maledettamente ragione, ma potrei rivelargli ciò che mi tormenta da giorni, il motivo per il quale sono pensierosa e ho sempre lo sguardo puntato nel vuoto proprio ora che andiamo d'accordo e siamo sereni come mai lo eravamo stati?

No, non posso.

Fine della storia.

Il tragitto verso casa è stato uno dei più lunghi della mia vita.

Non ho osato guardare Andrea negli occhi e ovviamente non gli ho neppure parlato.

Abbiamo litigato nonostante avessimo promesso che non l'avremmo più fatto...

Già, alcune promesse sono impossibili da mantenere; e anche se affermo che nulla è impossibile, esse sicuramente sono un'eccezione.

Mi chiudo a chiave nella mia stanza, prendo un vecchio album da disegno e gli acquerelli con cui giocavo quando ero bambina.

Riempio un bicchiere di plastica, dopodiché le azioni che compio si susseguono senza una logica e senza il mio controllo.

Ho imparato a dipingere benissimo, mi hanno insegnato a farlo i miei genitori circa due anni fa, eppure i contorni della casetta che sta prendendo forma sotto il pennello che il mio polso muove distrattamente sembra sia opera di un ragazzino non sopra ai cinque anni.

Non mi sto impegnando, anzi, non ci sto neppure provando.

In fondo, dentro di me so che posso fare molto, molto meglio; ma c'è un ostacolo che mi sembra insuperabile.

Assomiglia a un grosso muro da abbattere, e non ne sono in grado.

Non sono determinata e non ho gli strumenti per affrontarlo.

Non ho i mezzi per affrontare Andrea, ecco, ma so quanto tengo a lui e quanto posso trarre vantaggio nell'averlo di nuovo al mio fianco invece che lontano chilometri e chilometri: anche se eravamo nella stessa stanza, non comunicavamo, eravamo due estranei ai nostri stessi occhi e andava più che bene.

Ma adesso no, ora io ho bisogno di lui quanto lui ne ha di me...

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora