<<Non è possibile!>> Martina si porta una mano sulla bocca.

<<Come fa una persona a comportarsi in modo così squallido?>> Fa una faccia schifata.

<<Mi aspettavo tutto, fuorché questo>> continua a gridare, e non posso fare a meno di darle ragione.

<<Infatti.>> Bevo un sorso d'acqua.

Questa conversazione deve finire al più presto.

Per fortuna, ci pensa Jacopo a distrarre la mia migliore amica.

Se Roberto si trovasse nelle vicinanze, lei scenderebbe dal treno e andrebbe ad ammazzarlo.

Non sto scherzando.

<<Tra circa mezz'ora saremo a casa: prova a sopportarla ancora un po', per favore>> interviene Jacopo, abbracciando la ragazza di fronte a me.

Loro due sono davvero in sintonia, come non li avevo mai visti prima d'ora: si fanno tantissimi scherzi e parlano del più e del meno.

Ogni tanto cercano di inserirmi nelle assurde conversazioni che stanno facendo, ma preferisco restare in disparte e lasciarli in pace.

Non voglio rompere le scatole, anche perché man mano che passano del tempo insieme e si conoscono sempre meglio, il loro rapporto si fa via via più intenso.

Sento le palpebre pesanti e chiudo gli occhi.

Mi sono stufata di tutto: vorrei imparare a volare per andare lontano il più possibile dalla città in cui vivo, per esplorare nuovi posti e incontrare persone fantastiche, per provare a capire davvero chi sono e perché sto vivendo un periodo così brutto.

Mi addormento nuovamente, stanchissima, non solo fisicamente ma anche mentalmente.

Ancora una volta, è Martina a svegliarmi.

<<Siamo arrivati>> mi dice.

<<Dobbiamo scendere>> aggiunge, e subito mi alzo.

<<Sembra che questo viaggio sia durato pochissimo!>> commento, prendendo il cellulare.

Leggo un messaggio che mi ha inviato mia madre venti minuti fa, in cui mi dice che mi aspetta dentro al bar di fronte la stazione.

Devo raggiungerla lì.

<<Ciao, ragazzi.>> Abbraccio Jacopo e Martina e, prendendo le valigie, vado alla ricerca di mia madre.

<<Isabelle!>> mi saluta lei, appena raggiungo il tavolo dove impazientemente stava attendendo che mi facessi viva.

<<Fatti abbracciare>> mi fa alzandosi, e io la stringo forte a me.

Anche se faccio fatica ad ammetterlo, mi era mancata molto.

<<Dovrei fare la spesa, ma devi essere esausta... Vuoi che andiamo direttamente a casa e ordiniamo del cibo cinese?>> propone.

Faccio un cenno di assenso: l'unica cosa che ho voglia di fare è guardare una commedia in televisione mentre mangio dei popcorn.

Saliamo sulla Bentley del nostro autista e durante il breve tragitto non proferisco parola.

<<Eccoci qua.>> Parcheggia l'auto vicino al cancello e viene ad apirmi la portiera.

<<Grazie>> mormoro a bassa voce.

<<Ehi! Bentornata>> esclama Alex, prendendo la mia valigia.

<<Fratellone!>> gli dico di rimando.

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