<<Sei connessa?>> Sento la voce di Martina e alzo la testa dal banco.

Stavo quasi per dormire...

<<Mangia qualcosa, poi sdraiati sul letto e oggi pomeriggio riposati un po'...>> mi consiglia la mia migliore amica, aiutandomi a sistemare penne e matite nell'astuccio.

Accidenti, finora non mi ero resa conto che la mattinata scolastica fosse terminata di già.

Durante le lezioni l'immagine di mio fratello in compagnia di Mirko era un chiodo fisso, quindi le ho passate a scarabocchiare su alcuni foglietti.

Ho anche disegnato quell'uomo che mi ha perseguitata all'interno dell'incubo di ieri sera.

È stato naturale, a dire il vero: non ci ho fatto neppure caso all'inizio, perché ero parecchio distratta.

Mi trovavo tra le nuvole, in un mondo tutto mio.

<<Ciao, Marti>> saluto la ragazza di fronte a me che ricambia con un abbraccio.

<<E Jacopo?>> le chiedo.

<<Oh, lui se n'è andato>> mi risponde, ridacchiando.

Guardo la classe vuota e sospiro.

<<Dio... Non mi sono curata dei rumori striduli che facevano le sedie quando strusciavano sul pavimento? >> dico.

Marti scuote la testa.

<<Be', tranquilla. Hai proprio bisogno di riposarti>> annuncia, e le faccio un cenno con la mano mentre mi allontano, camminando verso casa.

Come mia abitudine, poso zaino e cellulare sulla scrivania in cameretta, vado a lavarmi le mani e mi siedo a tavola.

Nessuno ha mai aspettato che tornassi, perciò in pratica mangio sempre da sola.

Io sto consumando il primo, invece Alex e i miei genitori il dolce.

Mio fratello ci mette molto meno tempo rispetto a me a tornare da scuola: infatti usa la sua moto.

Eppure mi rifiuto di salire sul suo bolide rosso e fiammeggiante.

Ci tengo alla mia vita.

A proposito di Alex... Devo parlargli in privato, senza mamma e papà.

Dopo pranzo andrò in camera sua.

<<Oggi avete fatto qualche compito in classe?>> domanda mio padre.

Lo guardo un secondo, dopodiché gli rispondo di no.

Ed è vero: i professori non hanno nemmeno interrogato.

Se fosse sempre così, non perderei tempo a fare i compiti, e ogni mattina uscirei di casa con molta più gioia di vivere.

<<Vuoi la frutta?>> Mia madre si alza, portando un cestino a tavola.

<<Oh, grazie ma sono piena>> esordisco.

<<Comunque lascialo qui: lo rimetto a posto io>> le dico, indicandoglielo.

<<Va bene. Vado a guardare la televisione>> annuncia; Alex e papà la seguono a ruota.

Che bello avere una famiglia che si dimentica puntualmente che esisti.

Fingo un colpo di tosse, ma non si girano a vedere cosa c'è che non va.

Ci rinuncio.

La cucina è messa male: mi tiro su le maniche della maglietta fino ai gomiti e mi metto a pulire.

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