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Almeno una volta nella vita c'è capitato di pensare di scappare.
Di scappare da qualcosa o da qualcuno.
A primo impatto sembra qualcosa di folle,qualcosa di lontano dal compiersi veramente...all'inizio è un pensiero nascosto nella nostra testa.
Più il tempo passa e più la voglia cresce,ci immaginiamo di correre in un prato di notte, con le stelle che dipingono il cielo e la luna che ci guida,sentendoci liberi.
Dopo essere caduti tante volte,e senza una mano che ci rialzi, iniziamo a preparare la nostra fuga.
Iniziamo a prendere in considerazione tutto ciò che passa per la testa, anche le cose più banali e, magari, dimenticando quelle essenziali.
Nella nostra mente c'è solo quel desiderio,pensiamo solo a quello che potrà succedere,crescerà il timore ma poi prenderemo coraggio e abbandoneremo quel luogo per sempre.
Questo è quello che ho fatto io.
La persona che solitamente dovrebbe essere il tuo eroe,la persona di cui puoi fidarti ciecamente, non l'ho mai avuta.
Sono nata in una città dell'Italia con mio padre e mia madre.
Otto anni dopo è venuta a mancare in un incidente d'auto, non capivo ancora, data la mia giovane età, cosa significasse realmente la morte.
Mio padre mi raccontò che era scappata perché non voleva avere una famiglia: una scusa originale.
Da quel giorno lui iniziò a trattarmi male,mi diceva che ero un aborto mancato e andai a vivere da mia nonna non dicendogli niente.
Due anni dopo lei iniziò a perdere la memoria (si sa diventando anziani succede) e mio padre mi portò via dall'unica cosa bella della mia vita.
All'età di undici anni iniziò ad abusare di me.
Dopo la scuola iniziava il mio inferno.

Tentavo in tutti i modi di scappare,di dimenarmi da quello che subivo tutte le sere, ma era tutto difficile.
Andavo male a scuola per questo e mio padre mi picchiava,avevo lividi ovunque, ma l'unica cosa inguaribile era il mio cuore.
Andò avanti così per quattro lunghi anni: per quattro anni ho pianificato la mia fuga.
Presi il primo aereo e il destino mi portò in un paese del New Jersey.
Finalmente mi trovavo davanti allo specchio un po' rotto del mio nuovo appartamento,guardando la mia immagine stanca riflessa e ripensavo al mio passato che ogni giorno mi tormentava.
Con i soldi che avevo risparmiato ero riuscita ad acquistare un appartamento in affitto e una vecchia jeep.
Ma non ce l' avrei fatta a pagare la rata della casa, non da sola.
Avevo messo un annuncio su Internet dove avevo scritto che cercavo coinquilini.
Quel giorno li stavo attendendo.
Il campanello suonò: era ora di mettermi una nuova maschera per nascondere la vera me e la mia storia.
La vita non mi aveva mai sorriso.
-Alaska

Spazio autrici
Questa storia è scritta da :
Alaska ( @heartstcolds ) e
Elisa ( @rebel_deep_down )
A ogni fine capitolo scriveremo da chi è stato scritto il capitolo.
Speriamo che la nostra storia vi piaccia:)
PEACE.

Ring - Ethan DolanWhere stories live. Discover now