✨AU: I tre spiriti

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Collocato in The mirror of shadows durante il capitolo XXXII, prima della scena finale in corridoio.

AU, Christmas edition

Mi infilo sotto alle pesanti coperte, godendomi la piacevole sensazione generata dal contatto del mio corpo avvolto dal pigiama con le lenzuola profumate.

Sorrido contro al cuscino, sperando di cacciare via la ormai quotidiana certezza dell'impossibilità di fare sogni tranquilli. Persino qui nella domus sono vulnerabile di notte, persino ora che me ne sto sotterrata sotto al piumone. Brava Shan, scaccia via i pensieri che ti tormentano con ragionamenti intelligenti. Non pensare a Sean... non farlo.

Prima di chiudere gli occhi penso a quanto sia ironico il fatto che una volta era ciò che si celava fuori da casa mia a mettermi ansia, adesso, invece, la mia mente è il luogo peggiore.

Non so quanto tempo sia effettivamente passato, ma mi ritrovo a respirare affannosamente al buio. Ho avuto un incubo e non me lo ricordo?

Poso una mano sul petto in preda ai rintocchi del cuore impazzito, tirandomi a sedere. La camera è avvolta nel silenzio, eppure so che non sono sola. Percepisco una presenza al mio capezzale, come se ci fosse un paio di occhi intenti a scrutarmi.

E le mie ipotesi si rivelano vere quando intravedo un luccichio nell'oscurità. Sussulto, smettendo di respirare. Calma Shannon, stai calma. Forse è solo la tua immaginazione. Non urlare, ma agisci con la testa.

«Chi va là?» mormoro con la voce strozzata. Ecco, appunto.

«Là va la nebbia, sgusciando dai cunicoli tenebrosi e là va la Luna, illuminando radialmente ciò che dorme. Ed io, io dove vado? Io non vado, signorina, io sono qui per te» afferma tranquillamente l'ombra. Ma io... conosco questa voce.

«Karim? Che ci fai qui? Tu non eri stato chiuso dietro le sbarre?» domando confusa, cercando l'interruttore della luce con una mano.

Tuttavia Karim provvede subito alla mancanza di luminosità creando una sorta di vapore luminoso dalle maniche della sua solita camicia candida. I suoi vestiti sono gli stessi che gli ho sempre visto indossare, ma c'e un'aggiunta non indifferente ai miei occhi: il bastone di legno ora è fatto di zucchero ed è a strisce bianche e rosse.

«Oggi non sono Karim, ma lo spirito del Natale passato» mi informa solenne, avvicinandosi a me con passo felpato.

«Ma oggi non è Natale. E poi... perché mai dovresti prenderti il disturbo di mostrarmi il passato? Non sono una cattiva persona, giusto?»

«Oh no, ma la vita è breve e poi...» Mi offre la sua mano con un movimento aggraziato «È anche terribilmente noiosa, non credi?» aggiunge, mostrandomi il suo classico sorriso lascivo.

«Però non...» inizio a dire, posando una mano sulla sua e venendo risucchiata da un vortice di tenebra assieme a lui.

Karim mi tiene stretta tra le sue braccia mentre viaggiamo a ritroso nel tempo, superando strade innevate e alberi senza foglie. Batto ancora i denti quando entriamo nella casa in cui ho vissuto per diciassette anni con la mia famiglia, prima del trasferimento in Accademia.

«Guarda com'eri innocente» mi dice Karim, puntando gli occhi scuri su una me piuttosto nana e felice.

Sto scendendo le scale a velocità supersonica per arrivare prima all'albero, dove sono collocati i coloratissimi regali. Dovrò avere circa sei o sette anni, perché si vede dalla mia espressione euforica che credo ancora in Babbo Natale.

«Siiii! Duffy, sei lento!» esclamo, continuando a scendere i gradini ed esibendo un sorrisone sdentato.

Davis spunta dietro di me avvolto dal suo amato pigiama bordeaux e mi tira per la maglia, facendomi cadere di sedere su uno scalino. Mi fa la linguaccia e oltrepassa una versione di me con gli occhioni sgranati senza troppe cerimonie.

The Mirror of Dark MemoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora