Ti vorrei esattamente come tu ti vorresti.

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Fu immensamente struggente saperlo a pochi passi da me, a due sospiri di distanza, e non poterlo abbracciare dopo così tanto tempo. M'era mancato tremendamente tanto, e nonostante l'odiassi ancora preferivo averlo vicino piuttosto che lontano da me e dalla mia vita quotidiana.

Immaginate quanto la solitudine potesse avermi rovinato (moralmente ma anche esteticamente) e quanto potessi vergognarmi del mio aspetto tanto pietoso e patetico. Non avrei mai lasciato che mi vedesse in quel modo in un tempo più passato, quando eravamo due sconosciuti che forse tanto sconosciuti non erano... Tendevo sempre a prepararmi a dovere, volevo che lui mi vedesse sempre impeccabile in qualsiasi vestito e acconciatura.

Una volta sposati, certo, l'idea di fondo non cambiò così tanto, ma mi sentivo davvero più libera di farmi vedere in qualsiasi modo in ogni momento della giornata. Inoltre, durante la gravidanza avevo continui sbalzi d'umore che lui cercava ardentemente di accogliere a braccia aperte - per via del suo carattere non lo faceva con così tanta semplicità. Eppure si faceva in quattro per me! Per i miei tanti desideri, in qualsiasi istante, anche di notte... Harry non mi diceva mai di no, anche se a volte sapevo perfettamente che avrebbe voluto soltanto urlarmi in faccia di lasciarlo dormire.

Quella notte lui non volle avvicinarsi, rimase da solo sul divano in salotto e nonostante io stessa volessi tenerlo il più vicino possibile sapevo che lasciarmi tutto alle spalle non era affatto la giusta soluzione. Dunque, avevo tutte le intenzioni di fargli sudare quella riconciliazione a cui lui tanto ambiva.

La mattina, quando fui finalmente sveglia per davvero, toccai il cuscino nella mera speranza che lui fosse lì accanto a me, ma ciò che il palmo riuscì a palpare furono le coperte ben piegate e il cuscino liscio con ancora il suo profumo addosso.

Lo portai vicino al mio viso e ne inspirai il dolce profumo, sospirando poco dopo. Quale enorme tentazione. Ma, per non dimostrarmi poi tanto incoerente almeno con voi, restai ferma a riflettere per qualche momento.

La gioia irrefrenabile che mi spinse a catapultarmi al piano di sotto fu immensa, tant'è che dovetti far fronte a mille impulsi sempre diversi che urlavano nelle mie orecchie vai e stringilo, bacialo! Lascialo senza fiato! Ma no, io quella volta m'ero promessa che non ci sarei corsa dietro: e volevo, accidenti se lo volevo, che lui mi guardasse come se fossi irraggiungibile - nonostante, però, fossi più vicina a lui di quanto realmente pensassi.

Quando divorai per la fretta ogni scalino lo vidi già seduto attorno al tavolo che teneva in mano una tazzina di caffè, una identica alla sua giaceva davanti a lui che in attesa ancora non beveva un solo piccolo e sciocco sorso.

Quando mi vide sulle scale scattò all'in piedi, rischiando d'un tratto di combinare qualche pasticcio sulla tovaglia che lui stesso mi aveva regalato. Tenne le braccia lunghe sui fianchi, grattandosi quando capitava la nuca o distrattamente la barbetta che campeggiava sulle sue guance.

"Buongiorno" - mormorai, mimando un piccolo sorriso mentre lo guardavo starsene in un silenzio imbarazzante e pieno di spasmi d'agitazione.

"A te" - rispose lui, e m'aspettavo un qualche tentativo di riprendere la solita routine (un piccolo bacio sulla guancia, una carezza sul viso), ma non volle sbilanciarsi.

Quando voltai lo sguardo mi accorsi che aveva preparato due tazze d'avena e frutta fresca - la mia colazione preferita - e quindi immaginai immediatamente che lui fosse uscito presto quella mattina per andare al mercato e farmi quella piccola sorpresa.

Mi fece segno di accomodarmi e poi si girò e mi porse la colazione, in mezzo al tavolo c'erano tre croissant.

"Ho preso solo fragole e mele, non c'erano poi tante cose fresche oggi... Spero ti vada bene comunque"

Tissu Sale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora