11. Passato svelato

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Link's pov

- Io ti ho sempre parlato molto di me - iniziai il discorso in questo modo. Era da due giorni che stavo a casa di Ghirahim, ed era due giorni che pensavo al fatto che volevo conoscerlo davvero, volevo sapere chi era stato in passato.

Non volevo fare lo stalker, ma mi sembrava strano non sapere chi fosse il mio fidanzato. Della sua vita privata sapeva decisamente poco, mentre io di me gli avevo detto tutto.

Ghirahim, a sentire quelle parole, voltò la testa verso di me. Si stava prendendo un pacco di biscotti da una mensola, mentre io ero già seduto al tavolo da pranzo, bevendo il mio latte.

- E devo dire che mi piacerebbe tanto sapere qualcosa di te? Insomma, chi c'è dietro Ghirahim? Non so neanche chi siano i tuoi genitori...

Lo sguardo di Ghirahim si incupì, ed io capii subito di aver fatto una domanda decisamente sbagliata. Probabilmente non avrei dovuto dirlo, dovevo averlo ferito.

- Non mi piace parlarne - disse lui, posando il pacco di biscotti sul tavolo - Ma in effetti sarebbe giusto che io te lo raccontassi.

- Se proprio ti dà fastidio puoi anche non dirlo - cercai di rimediare alle mie parole - Insomma, è una scelta tua.

- No, è giusto che io ne parli. Dopotutto non posso lasciare nascosto il mio passato a te. Tra persone che si amano non ci sono segreti, no?

Sospirai, annuendo.

- Sono stato adottato - disse lui, con semplicità - Ma ero così piccolo che non ho ricordi precedenti all'adozione.

Ghirahim finì rapidamente il suo caffé, mordicchiando un paio di biscotti mentre continuava a parlare. Io stavo attendo, non volevo perdermi una parola. Certo, forse ero invadente, ma ero anche molto curioso. Volevo sapere.

- Il mio padre adottivo era Mortipher, ma non mi ha mai trattato come si dovrebbe. Venivo malmenato in continuazione da lui. Ma non l'ho mai denunciato, e non ho mai avuto qualcuno che si preoccupasse per me. Era la normalità.

Era strana la sua voce. Era rimasto del tutto freddo ed impassibile, come se non ci fosse cosa più normale da dire.

- Ghirahim, io...

- Lasciami finire - ribatté secco lui, lasciandomi vagamente colpito - Anche adesso non posso fare nulla, il prezzo che Mortipher richiede per il bar, oltre i soldi, è il mio corpo a sua completa disposizione. Per il resto, non riuscirei a gestire le spese per me, il bar e tutti i dipendenti se andassi da un'altra parte.

- Ma non puoi lasciarti trattare così! - saltai su io, stringendo i pugni - È qualcosa di mostruoso!

- E cosa dovrei fare? Denunciarlo? A quel punto non avrei più il bar e direi tanti saluti ad un minimo guadagno, finiremmo tutti e due in povertà.

Detto questo Ghirahim andò in camera nostra, per cambiarsi. Io lo raggiunsi, arrossendo leggermente vedendolo senza maglietta.

- Sei arrabbiato? - chiesi, guardando in basso - Io ero solo un po' curioso. E mi spiace...

- Non dispiacerti - rispose lui, sedendosi sul letto - È stupido dispiacersi, tanto per me è normale.

- Ma è ingiusto.

- Non mi importa. A me va bene continuare così. Una volta sola al mese lui viene da me, non è neanche tanto. Non mi serve denunciare, non voglio passare per una vittima.

Mi sedetti anche io di fianco a lui.

- Non sono arrabbiato, era giusto che tu sapessi.

Annuii, fissandolo. Il suo corpo aveva una carnagione chiarissima, che però non aveva nulla di malato e sembrava del tutto sana. Quando lui vide il modo in cui lo guardavo sorrise, facendomi arrossire.

- A cosa pensi?

- A...al fatto che sei davvero bello...

Lui mi sorrise, stringendomi a sé e dandomi un bacio sulla fronte - Su, è il momento di andare, ragazzino caduto dal cielo.

Si mise una maglietta ed una felpa, ed io lo seguii poco dopo fuori di casa. Sapevo di non poter lasciare che Mortipher facesse tutto ciò che voleva a Ghirahim, ma io del resto che cosa potevo fare?

Il capo [Modern AU]Where stories live. Discover now