61 - Rubare

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Quei famosi giovedì erano stati il mio cadenzato incubo settimale, ma, una volta scongiurati e scomparsi, mi resi conto di come in realtà fossero stati molto di più: il tempo iniziò a sfuggirmi tra le dita come sabbia colorata.
Quell'appuntamento fisso ogni settimana, la consapevolezza di non potermi rilassare o distrarre, perché il giovedì sarebbe arrivato, mi avevano aiutata a tenere il conto del tempo, dei mesi e degli anni. Quattro giovedì erano uguali ad un mese, otto giovedì erano due mesi.
Non avevo più la mia unità di misura ed io mi lasciai presto trasportare dalla routine: come un animale chiuso in gabbia, mi muovevo tra terapie di gruppo e sedute psichiatriche, tra ingurgitare pillole e leggere libri che non portavo mai a termine.

Pochi e sfolgoranti eventi sono rimasti impressi nella mia memoria perplessa, come piccoli sprazzi di colore su un paesaggio offuscato dalla confusione. Mi sembrava di trovarmi su un treno, accanto ad un finestrino, concentrata solamente sul panorama che si stagliava rapido sotto ai miei occhi. Qualcosa arrivava a colpire la mia attenzione, forse un albero, forse un fiume, ma non arrivavo a concentrarmi abbastanza a lungo su quel dettaglio che mi sfrecciava davanti troppo in fretta, trascinato via da centinaia di tanti altri particolari interessanti che per questione di tempo non ero riuscita ad osservare.

Ero in groppa a quel treno ormai da tempo sempre più stordita dall'incapacità di orientarmi. Quell'ultimo giovedì me lo ero lasciato alle spalle ormai da mesi, tanti mesi, tanti da non aver lasciato neppure una scottatura sulla mia pelle, ma qualcuno richiamò rumorosamente la mia attenzione e, dall'altezza del mio treno dell'oblio, alzai lo sguardo sulla scena, mossi un orecchio in direzione di quella voce e smisi di respirare per lunghi istanti.
Due vecchie conoscenze vennero a bussare al mio finestrino.

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<<Toglimi una curiosità>>.
"Toglimi l'angoscia di dover rispondere alle tue domande no sense".
Gaeli sorrise appena, ormai abituato ai miei vani tentativi di risultare scontrosa. Non si fermava di fronte a nulla, più passavano gli anni e più era in grado di domarmi con un sorriso smagliante e una pacca sulla spalla.
La carne è debole ed io non facevo eccezione.

<<Perché ti ostini a rifiutare di raccontarci delle tue allucinazioni?>>.
Doveva ancora tornare su quell'argomento? Era cocciuto allora.

Mi irrigidii immediatamente e tentai di mostrarmi palesemente infastidita: "Ho detto tutto quello che potevo, non mi sembra il caso di tornarci".
Lui insistette: <<Lo so, lo so, non ho detto che voglio sapere cosa hai visto, voglio sapere perché non puoi parlarne>>.
Mi sembrava una domanda molto subdola per tentare di raggirarmi.

Mi tolsi le scarpe ed incrociai le gambe sulla poltrona. Ormai aveva rinunciato anche a riprendere quel gesto ed era diventato il modo migliore per esternare il mio disappunto.

"Perché sono i miei ricordi, non posso permettere che qualcuno si metta ad analizzarli".
<<Ma sarebbe solamente per il tuo bene>>.
"Non voglio che nessuno si intrometta, non su quelli. Vi ho detto quello che ho visto, di Giotto, di Zeno, di tutti fino a quando non sono quasi morta".
<<E non sei rimasta in coma per dei giorni>>.
"Stavo solamente dormendo".
<<Allora hai avuto sogni o allucinazioni?>>.
"Non erano sogni".
<<Allora allucinazioni>>.

Decisi di non rispondere.

Gaeli mi guardò in silenzio per qualche istante, poi lasciò la penna che aveva tra le mani sul tavolo e controllò dei fogli: <<Sai, c'è qualcosa che sono certo nessuno ti abbia mai detto. I miei colleghi la reputano abbastanza inutile, la catalogano come semplice delirio anteceduto al tuo risveglio>>.
Rimasi in attesa, il suo sguardo urlava alla sfida.
<<Tuo zio era accanto a te, mentre ti risvegliavi, e ti ha sentita sussurrare qualcosa>>.
Era decisamente ora che quell'uomo andasse a quel paese definitivamente: uno zio non voluto, indesiderato, che aveva riscoperto il suo istinto paterno solo negli ultimi quattro anni circa. Non avevo bisogno di lui, non avevo bisogno di nessuno.

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora