•Quinto capitolo•

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LOGAN
Le ragazze che mi piacciono di solito sono più socievoli ed estroverse.
Naomi invece è l'esatto opposto, timida e sulle sue e anche se non capisco fino in fondo il motivo, ne sono estremamente attratto.
Molte ragazze non vedono l'ora di passare del tempo con me, alcune volte ho passato la serata a dividermi tra due amiche che volevano entrambe le mie attenzioni.
Invece questa Naomi sembra quasi non notare il mio aspetto che è sempre stato un ottimo lascia passare per entrare in mezzo alle gambe di un sacco di belle ragazze.
Invado il suo spazio personale senza timore e poso gli occhi sulla sua bocca ora più rossastra.
Non troppo sottile né carnosa, il giusto, la composizione perfetta.
Lei probabilmente notando il mio sguardo si inumidisce le labbra e mi viene voglia di farlo anche io, ma con le sue labbra e la mia lingua.
«Rimani a mangiare qualcosa e poi ti riaccompagno al campo» dichiaro con gentilezza.
Vorrei passarle una mano tra i capelli ma mi trattengo, non voglio essere troppo invadente.
Prima che possa dire qualcosa il suo stomaco come se fosse stato chiamato a testimoniare, fa un leggero borbottio che la fa arrossire subito.
«Va bene» sussurra solamente.
Mi scosto dalla porta e la faccio passare per prima per poi seguirla, rimanendo deliziato dalla splendida forma arrotondata del suo sedere.
«Scendendo le scale la cucina rimane a sinistra» dico.
«Qualche preferenza?» chiedo mentre lei si siede in uno degli sgabelli dell'isola.
Solitamente li uso solo io perché mia madre non fa colazione la mattina, il pranzo lo fa a lavoro e quando ceniamo insieme si ostina ad andare nella sala da pranzo dove c'è il camino.
Mi piace averla qui, anche se è un po' strano.
«No mi va bene tutto» dice scrollando le spalle.
«Perfetto» dico avvicinandomi al freezer per tirare fuori due pizze surgelate.
La guardo e prima che possa chiederle quale gusto preferisce, studio il suo volto che adesso ha un'espressione diversa.
«Che c'è?» domando posandole sull'isola.
Non le piace la pizza? 
Lo trovo impossibile, piace a tutti!
«Beh.. se vuoi cucino qualcosa io» dice con voce lieve facendomi un mezzo sorriso.
«Sai cucinare?» chiedo sorridendo dandole tutta la mia attenzione.
Lo sapevo che sarebbe stata una fonte di sorprese.
C'è di più dietro a quel sorriso incerto.
Lei annuisce e alzandosi rimette in freezer le pizze.
Notando che sulle braccia le viene la pelle d'oca dal freddo, ne approfitto mentre la vedo aprire il frigo per andare in salotto e prendere una giacchetta di lana che usa di solito mia madre.
«Tieni» dico passandogliela e lei scuote vivamente la testa.
«Non mi serve» dice subito ritornando a guardare dentro il frigo.
«Hai freddo» affermo.
«Ho già la tua maglietta addosso non voglio usufruire anche del cardigan della tua fidanzata» dice dandomi le spalle e a me spunta un sorriso.
Ora ho due alternative, farle credere che ho una fidanzata ma mi penserebbe uno che la tradisce con facilità con una che manco conosce oppure dirle la verità.
Opto per la non verità.
«Non offendi nessuno se ti scaldi» dico usando senza volere un po' di malizia.
Le appoggio il tessuto di lana sulle spalle e mi siedo su uno sgabello poco lontano, per guardarla.
«Quindi cosa cucini?» chiedo sentendomi per un momento un po' come quelle coppie giovani appena sposate.
Lei infila le mani nel cardigan e se lo abbottona.
Chiude il frigo e si gira verso di me.
«Pizza?» chiede incerta ed io spalanco gli occhi, come se davanti a me si fosse manifestata una divinità.
«Una pizza? Fatta da te?» chiedo meravigliato, io non saprei manco da dove cominciare.
Lei annuisce, facendo un piccolo sorriso.
«Ho visto che in frigo hai l'occorrente» dice.
«Solo.. dove tieni la farina?» chiede ed io mi guardo intorno.
«Forse in quello sportello» dico indicandolo ma non ne sono poi tanto sicuro.
L'ultima volta che ho visto mia madre usare la farina era per la torta di compleanno di mio padre di due anni fa.
Naomi lo apre e trova un pacchetto di farina ma quando lo apre fa una smorfia.
«Non credo sia utilizzabile» afferma richiudendola, cercando nello scaffale un altro pacco ma vedo da qua che è vuoto e mi sento a disagio.
Apre altri sportelli ma io non le presto più attenzione.
Mi alzo in piedi con tutta l'intenzione di riprendere quelle stupide pizze surgelate ma lei mi ferma appoggiandomi una mano sul petto.
«Posso fare la pasta» dice indicando con la testa uno scaffale con alcuni pacchi di pasta.
«Al sugo di funghi?» chiedo speranzoso.
Lei guarda una credenza con tanti barattoli a vista e vedendo probabilmente il sugo di funghi, annuisce.«Certo, pasta al sugo di funghi» dice sorridendomi.
Il suo sorriso in questo momento sarebbe da riempire di baci.
Diavolo, solo per il fatto che mi cucina da mangiare me la fa desiderare anche di più di prima.

NAOMI
Logan mi sembra un po' perso nei suoi pensieri.
Il suo sguardo quando ha capito che non gli avrei cucinato la pizza era davvero sconfortato e mi ha fatto sentire male anche a me.
Mi veniva quasi da dirgli che gliela avrei fatta in un'altra occasione ma poi mi sono fermata, ripensando al fatto che probabilmente non ci vedremo più.
Mentre l'acqua bolle sul fornello, prendo due piatti e il barattolino di sugo.
La cucina è molto accessoriata anche se non estremamente fornita dal punto di vista delle risorse alimentari, è molto bella sui toni del bianco e del grigio.
Quasi ho paura di sporcarla da quanto è linda.
Dopo più o meno quindici minuti è tutto pronto e gli porgo uno dei due piatti con la pasta mentre l'altro me lo tengo per me.
Ho una fame assurda, non ho idea di che ore siano ma penso che ormai sarà ora di pranzo.
Siamo seduti uno a fianco all'altro.
Mentre mangia, ha gli occhi puntati sui miei per tutto il tempo e mi mette leggermente in soggezione.
Finisce prima di me e con un sorriso si alza, portando il piatto nel lavabo.
«Molto buona, davvero» dichiara per poi tornare a risedersi al mio fianco.
«Dove hai imparato a cucinare?» chiede curioso.
«È sempre stata una mia passione e quando abiti da sola con un padre che lavora dalla mattina alla sera, devi arrangiarti» dico ricordando la mia infanzia. Certe volte bisogna prendere il coraggio e imparare da sola a fare le cose per sopravvivere.
Dopo un paio di ricette, ho capito che cucinare mi piaceva sul serio.
«Sono contenta che ti sia piaciuta» dico con un sorriso e lui mi si avvicina di più portando le nostre ginocchia a scontrarsi.
«Mi piace il sorriso che fai quando ti fanno dei complimenti» dice ed io mi alzo dallo sgabello, sentendo uno strano sfarfallio nello stomaco.
«Grazie.. credo» dico guardando fuori dalla finestra il tempo.
«Ha smesso di piovere, mi puoi accompagnare?» chiedo.
Spero vivamente che non abbiano chiamato mio padre.
Potrebbero farmi molte domande scomode a cui non ho voglia di rispondere.
Lascio il cardigan che mi ha prestato sull'isola della cucina, sapendo che quando sarò fuori morirò di freddo con la mia giacca bagnata ma non posso fare diversamente, già gli sto rubando una maglietta.«Dovremmo camminare molto?» chiedo e lui scrolla le spalle.
Mi sembra più serio rispetto a prima chissà perché ha avuto questo repentino cambio di umore.
Ormai fuori casa, mi stringo le braccia intorno al corpo e in silenzio usciamo dal sentiero che porta alla sua abitazione, avviandoci poi verso sinistra. 
Il cielo si è leggermente schiarito e l'aria sa di umidità, dopo un lungo tragitto su ciottoli in pietra riconosco il cartello dove siamo passati quando siamo arrivati.
Sto per dirgli che da qui dovrei farcela ma lui inizia a camminare, senza darmi il tempo di fermarlo.
Magari si vuole assicurare che arrivi sana e salva.
Quando arriviamo poco distante dal mio campo, individuo i miei compagni chiacchierare tra una tenda e l'altra e non mi sembrano affatto preoccupati per una persona scomparsa.
Forse non se ne sono manco resi conto della mia assenza.
Mi giro verso Logan e un po' mi dispiace sapere che non lo rivedrò mai più.
«Grazie di tutto, mi ha fatto piacere conoscerti» dico sorridendogli lievemente.
Per un breve momento mi ha fatta sentire davvero bene e gli sarò per sempre grata per avermi aiutata al laghetto.
«Come sei melodrammatica» afferma prendendomi in giro e il sorriso che ho sulle labbra mi si smorza.
Come?
Sempre divertito dalle mie parole, prende dalla tasca della sua giaccia un pacchetto nuovo di sigarette.
Logan fuma?
Quando gli sono rimasta vicina, non ho percepito odore di fumo, ma è anche vero che con l'odore della pioggia e del bagnoschiuma con cui si è lavato dall'acqua sporca del lago, avrebbero coperto qualsiasi odore.
Si accende in silenzio una sigaretta, guardandomi.
«Quanto starai qui?» chiede.
«Dieci giorni, sono arrivata ieri» sussurro rigirandomi l'anello per cui sono caduta dentro il lago, per fortuna sono riusciata a riprenderlo.
«Perfetto, allora alla prossima principessa» dice facendomi l'occhiolino e ritornando sui suoi passi.
Il mio cuore palpita e le guance mi diventano rosse e calde. 
Contro ogni logica credo che mi piaccia il suo modo di fare.
Torno verso gli altri con delle idee in testa per un nuovo libro. 
Una nuova storia d'amore.

Da domani, 6 ottobre, il libro di Naomi e Logan, Con te, era solo l'inizio, sarà presente su Amazon, in formato digitale e cartaceo!
Spero che vi piaccia💘

Con te, era solo l'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora