Capitolo 15

5.6K 357 46
                                    

Igor si asciugò il sudore con l’avambraccio sinistro e poi tornò a dare pugni al sacco, il quale si mosse contro il muro per poi tornare indietro contro il biondo pronto a continuare.

Era nel garage di casa. C’era solo una luce accesa ad uno degli angoli, la quale non riusciva ad illuminare tutta la grande stanza ma al pugile andava bene così.

La sua routine era questa ormai. Dormire, mangiare, allenarsi, studiare.

Non faceva altro da quando il suo -mai più migliore-amico gli aveva spifferato la cotta del suo tutor.

Lo giurava. Giurava che non se ne era accorto. Vedeva Oskar così piccolo e da proteggere che gli era parso normale fare tutti quei piccoli gesti per lui, ma forse non avrebbe dovuto. Il suo tutor si era preso una bella cotta e in quel momento lui era rinchiuso quasi al buio nel garage della casa, in cui non avrebbe voluto vivere, perché aveva paura di stare anche troppo vicino al quel ragazzo.

Col dormire non c’erano problemi, non poteva incontrarlo. Col mangiare c’era qualche difficoltà ma anche lì tutto okay. Con l’allenamento si moltiplicavano e con lo studio diventavano infiniti.

In quella settimana aveva cercato di stargli vicino ma senza fare sempre ciò che faceva. Si era limitato a qualche sorriso e ad osservarlo.

Oskar era così carino -e di questo se ne era già accorto-, così delicato ed era troppo divertente guardarlo parlare, parlare e ancora parlare sui suoi libri o sulla sua band preferita e dire tutte quelle cose che lui non capiva.

AVEVA ANCHE INIZIATO A VEDERE I FILM DI HARRY POTTER PER LUI!

Era tutto così complicato ed era terrorizzato dal capire i suoi sentimenti. Non voleva far soffrire di nuovo Oskar, ma non voleva neanche illuderlo e fargli credere che ci fosse una possibilità.

E lui non sapeva neanche perché c’era una possibilità! Lui era etero, non si era fatto tutte le ragazze come dicevano a scuola ma non era neanche un vecchietto con problemi lì sotto.

Quindi, perché c’era una possibilità?

Forse era proprio questa la domanda che lo aveva tenuto rinchiuso in casa per tre giorni consecutivi insieme alla certezza di non incontrarlo.

Voleva provare. A lui piaceva Oskar allora perché non dargli quella possibilità? Se gli sarebbe piaciuto okay, tutti felici e contenti. Tuttavia se fosse stato l’incontrario? Lui avrebbe fatto soffrire di nuovo il suo tutor e questo non lo voleva.

Diede altri pugni prima di decidere che il suo allenamento fosse finito per quel giorno e fosse meglio andare a studiare per l’interrogazione del giorno dopo.

Si tolse i guantoni rossi e li attaccò al chiodo nel muro, le bende le mise scomposte in uno dei cassetti del mobiletto lì vicino.

Chiuse la porta del garage dietro di sé, si tolse la maglietta fradicia di sudore e continuò a tenere le cuffiette nelle orecchie camminando scalzo sul parquet.

Era da solo, suo padre era a lavoro, così anche la madre e Ivan era all’università per dei corsi su qualcosa "troppo intelligente per il tuo stupido cervellino analfabeta" come aveva ben specificato quella mattina a colazione sotto gli occhi di Natasha.

Si spazzolò i capelli biondi con una mano mentre saliva le scale a due a due.

Si trovò nel corridoio e si infilò subito nel bagno spogliandosi per farsi una bella doccia calda.

Si tolse le cuffie spegnendo l’Ipod e lo appoggiò vicino agli spazzolini prima di entrare nella doccia senza aspettare l’acqua calda.

Si lavò cercando di non pensare a niente, neanche al suo prossimo incontro come pugile legale.

Ne era fiero, avevano chiamato Chuck specificamente per lui anche se aveva appena iniziato -legalmente-.

Si frizionò i capelli con l’asciugamano lì accanto prima di circondarsi i fianchi con quest’ultimo e avviarsi verso la sua camera da letto. Lasciò delle impronte sul parquet, non se ne preocuppò più di tanto.

Prese dei boxer dal cassettone quando il suo cellulare sulla scrivania iniziò a vibrare sul legno producendo un rumore così fastidioso ch Igor non riuscì a lasciarlo vibrare rispondendo senza guardare il mittente.

“Sì?” continuò a cercare qualcosa da mettere nell’armadio per stare più comodo quando “Hey Igor! Wow, non credevo che mi avresti risposto, è da tre giorni che cerco di avere tuoi segnali di vita.”

Oh oh che genio che sei! Dovevi almeno vedere chi fosse!

“H-hey Oskar… ehm sì, scusa ho avuto da fare.”

Silenzio. “Oh, lo capisco. Tutti abbiamo quel momento pieno di impegni quiiiindi volevo chiederti se avessi tempo per andare a cena dal cinese.”

In verità no, vorrei nascondermi in soffitta.

“Ma che cazzo dici?”

“Scusami?”

“Niente, non parlavo con te.” chiarì subito.

Silenzio sia dalla sua parte sia dall'altra prima di “Se non vuoi capir-” decidere

“No, tranquillo non era indecisione la mia.- continuò a tenere gli occhi fissi negli occhi di Muhammad Ali del poster, il quale lo stava guardando con tanta forza da dargliene un po’- Ci sto, dammi mezz’ora per vestirmi e sono da te.”

Il biondo sentì un sospiro e credeva proprio di sospiro prima di sentir aggiungere dal suo tutor qualcosa che lo portò in panico: “Benissimo, così ti posso dire la cosa molto importante che ti avrei voluto dire prima. Ci vediamo tra poco.” e chiusa la chiamata.

“Huy, huy, huy, huy, huy…*” esclamò tirando il suo cellulare sul telefono e lo lasciò rimbalzare per due tre volte prima di fermarlo con una mano e tornare alla velocità della luce all’armadio.

“Cosa mi metto?”

Altro che Seth re del pugilato illegale! Sono una ragazzina al suo primo appuntamento!

Si bloccò di colpo con una maglietta in mano. “Non è un appuntamento!”

Da quel momento in poi si calmò con uno schiaffo su una delle guance e si vestì.

Dopo venti minuti era pronto e aveva messo a posto anche il bagno e asciugato le pozze d’acqua dal bagno alla sua camera.

Sbuffò e si mise sui capelli biondi il beanie blu notte lasciando un ciuffo quasi bianco fuori. Indossò sopra la t-shirt bianca e i jeans il suo cappotto preferito color grigio fumo lungo fino a metà coscia.

Era di suo nonno e sua nonna glielo aveva spedito per il compleanno a dicembre. Era stata una bellissima sorpresa, soprattutto quando Ivan aveva aperto il suo di regalo e ci aveva trovato una collanina di quelle comprate a neanche un dollaro al mercato.

Il fratello maggiore era il cocco di mamma e papà e lui quello di nonna. Erano pari.

Fissò il suo riflesso nello specchio e poi uscì di casa non del tutto pronto a rispecchiarsi in quegli occhi grigi, i quali lo aveva stregato tanto.

-------------
Dizionario RUSSO del capitolo:

-Huy: cazzo
########
Spero che vi piaccia.
Potreste dirmi se va bene così la storia o dovrei velocizzarla/ rallentarla/ scriverla in un modo diverso e tutto ciò che potrebbe essermi utile.
Commentate anche su cosa vi piace!
Grazie

Al prossimo capitolo
BB

My TutorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora