Capitolo tre | Let it take me away

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«Mi spieghi che cosa cavolo ti prende?!» sbraita Olly seguendomi in bagno, le braccia aperte e un'espressione arrabbiata stampata in faccia.
«Niente, ok?!» gli urlo contro. Non ho voglia di litigare con lui, ho il cervello in panne e mi sento uno schifo.
«Cos... Ah, certo! Sei solo geloso!»
«Oliver, per piacere, stai zitto» gli chiedo a denti serrati. So di non essere più in me, per questo non voglio alterarmi ulteriormente, ma Alexander sembra non capirlo.
«Tra me e Jeremy non c'è assolutamente niente!»
Questo mi rassicura un pochino.
«È solo che non mi fido di lui. Ho visto il modo in cui ti guarda, in cui ti sta appiccicato come una dannatissima sanguisuga!» ammetto tentando di ricacciare indietro le lacrime.
«Ezra, davvero. Posso assicurarti che non c'è nulla tra di noi» poggia la sua mano sul mio braccio e mi fissa intensamente. Ok, mi concedo di credergli «È te che amo»
Annuisco debolmente, mordendomi il labbro e gettandomi su di lui con un abbraccio. Non riesco a fermare le lacrime, che scorrono pigre lungo le mie guance, e mi sento un completo idiota. Come ho potuto pensare una cosa del genere? Olly e Jeremy si conoscono solo da qualche giorno e si da il caso che uno dei due sia il mio ragazzo.
Sono stato troppo protettivo. Oliver ha diritto a vivere la sua vita senza che qualcuno lo spii ossessivamente.
«Colpa mia...» mormoro abbozzando un sorriso con la faccia sepolta nell'incavo del suo collo.
Quando andiamo a cena siamo entrambi più leggeri, finalmente quel terribile peso sul mio petto se n'è andato. Domani è giovedì, il mio giorno libero, magari ne approfitto per stare un po' con Olly.
Durante la notte faccio un sogno stranissimo: sono in una stanza spoglia, davanti a me c'è solo uno specchio, e vedo il mio riflesso. Mi avvicino piano e l'immagine comincia a distorcersi, mostrandomi Oliver. Segue esattamente i miei movimenti, quasi fossi io. Poi comincia ad avvicinarsi, fino ad uscire dallo specchio per baciarmi.
E la sveglia suona troppo presto, perché quando apro gli occhi sono ancora più assonnato di ieri sera. Eppure sono le otto... Il mio ragazzo è uscito, lasciandomi un paio di fette biscottate e il vasetto di marmellata alle fragole sul tavolo.
Che dolce.
Terminata la colazione rifaccio il letto, mi vesto in fretta ed esco di casa. Siamo a inizio Luglio, il clima è ancora tiepido, ma decido comunque di entrare da Harrods. So benissimo che ci sarà un sacco di gente, e che morirò di caldo, ma ho un'idea.
Tra un paio di giorni sarà il compleanno di Olly e voglio fargli un regalo speciale. Tenevo d'occhio quel peluche già da un po' di tempo e ora è giunto il momento di acquistarlo.
Mentre mi dirigo alle casse, una figura sbuca da dietro un angolo e facciamo un frontale bello e buono, finendo entrambi per terra.
«Ma che...?!» impreco sollevandomi dalla persona sopra cui sono caduto «Dorian?» alzo un sopracciglio, incuriosito. Cosa ci fa lui qui?
«Oh, ciao! Scusa eh, se ti ho preso in pieno...» ridacchia raccogliendo il pupazzo e porgendomelo.
«Grazie»
«Posso chiederti per chi è? Scommetto che è un dono, ma per chi?»
«Il mio ragazzo, Olly» sorrido prendendo il regalo.
«Oh» il suo tono cambia di colpo «Non... Non sapevo avessi un fidanzato...»
Ma che, gli ho spezzato il cuore? Sono piuttosto confuso... Ah, no, forse non si aspettava che fossi gay. Ad ogni modo, gli porgo la mano e lo aiuto ad alzarsi. Dopo aver pagato, ci incamminiamo per le vie di Londra e parliamo del più e del meno. Dorian è davvero un ragazzo stravagante, non puoi annoiarti con lui.
Appena giungiamo davanti a Starbucks, ci salutiamo e le nostre strade si dividono. Mi sistemo i capelli specchiandomi nel vetro lucido del bar ed entro sorridente.
«Ez! Mi chiedevo dove fossi finito!» mi saluta Olly passandomi accanto e portando un frappè ad una ragazza seduta ad un tavolo.
«Ho avuto un imprevisto...» ridacchio, facendo il misterioso. Attendo pazientemente che il mio re abbia un attimo libero, poi lo abbraccio e gli do un piccolo bacio dietro l'orecchio. Quanto mi è mancato, dannazione! Ordino un cappuccino e una pasta, osservando il mio ragazzo che lavora, e rimango incantato. Devo aver fatto l'intera seconda colazione con gli occhi puntati su di lui.
«Passo a prenderti stasera, amore» lo saluto in un sussurro prima di staccarmi dell'ennesimo abbraccio, quindi mi fiondo nella Underground e prendo la metro per casa.

•| Don't leave me behind |•        [O.A.]Where stories live. Discover now