Capitolo Quattro

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Louis guarda dalla finestra un imbronciato ragazzo dai capelli ricci. Il cofano del suo furgoncino bianco –spruzzato di fango- è sollevato, e la neve sta cadendo più forte e più fitta. È un vento bianco, fuori annebbiato come i suoi pensieri, e sta per precipitarsi fuori da lui con una coperta e un thermos di thè caldo, quando vede la figura allampanata di Harry correre verso l'edificio. Trattiene il respiro, aspetta, aspetta.

Il campanello suona.

Louis si dirige rapidamente verso la pulsantiera, premendo il bottone del citofono, "Sì?"

"Ciao, uh, sono Harry?"

Louis non aspetta nemmeno che un'altra parola fluisca dalle belle labbra del ragazzo per dirgli di salire.

La sua porta è aperta quando in cui il ragazzo ha percorso le scale, storcendo la bocca ai fiocchi di neve incastrati nelle doppie punte dei suoi capelli, e ciglia, e bello, bellissimo viso. Harry sorride con gratitudine, nonostante questo, tornando nell'appartamento di Louis con un leggero sbuffo. Si sfila gli stivali ricoperti di neve di fianco alla porta, e li raddrizza così che siano in ordine. Fa lo stesso con quelli di Louis, davvero spontaneamente, e Louis cerca di non lasciare che il suo cuore abbia uno spasimo.

"Il mio, uh, furgone-" Harry tira su col naso, emettendo un piccolo squittio, il naso va ad arriccarsi, "è vecchio, quindi quando è troppo freddo fuori lui-" tira di nuovo su col naso, ridacchiando di se stesso.

"Lascia che ti dia un fazzolettino," dice Louis, i denti affondano nell'interno guancia per fermarsi dal sorridere con troppo affetto, camminando rapidamente verso la cucina e afferrando la scatola dei fazzoletti.

"Grazie mille," dice Harry, "Ho chiamato il mio capo e ha detto di prendermi la giornata di riposo. Se non ti dispia-"

"Puoi restare qui, sì." Risponde Louis a bassa voce, sentendosi un po' frastornato mentre lo fa, e Harry ride.

"Stavo per chiederti se potevo usare il tuo elenco telefonico," Louis arrossisce, "però, voglio dire, è una buona- ho soltanto i soldi che mi hai dato tu quindi non è che posso tipo, prendere un taxi, in ogni caso," aggrotta le sopracciglia confuso, con uno stupido sorriso, "non sono nemmeno certo che i taxi girino adesso, in realtà."

Louis si morde di nuovo l'interno della guancia, battendo le palpebre. "Sì, beh. Non mi darebbe fastidio, sul serio," dice mentre Harry si soffia il naso. Louis indica un cestino dei rifiuti, poi vaga con imbarazzo per il salotto. Non è sicuro al cento per cento di cosa dica il protocollo riguardo l'ospitare ragazzi carini nel proprio appartamento durante una tempesta, rimpiange di non aver appeso prima un rametto di vischio, però, magari proprio sopra la testa piena di ricci di Harry. Rimpiange anche di non possedere un caminetto, o quelle vestaglie rosso scuro- anche le candele.

"Non hai ancora iniziato a decorare il tuo albero, vedo," accenna Harry, seguendo Louis nella stanza.

Louis alza le spalle, "Non so come. Inviterò un amico per farlo."

"Aspetta," inizia Harry con le sopracciglia corrugate, "non sai come?"

"Tipo- incasino sempre tutto e lo faccio sembrare sempre una totale merda. Non riesco mai a mettere le luci, o posizionare la punta," indica il proprio corpo riferendosi alla sua altezza, "o per esempio, nemmeno le decorazioni di merda."

Harry ride lievemente, "Beh, potrei decorarlo per te," offre.

"Devo pagare un extra?" fa un sorrisetto, inarcando un sopracciglio.

"Assolutamente, mi ripagherai in Gioia di Natale!" Harry è si è illuminato, già dirigendosi verso la scatola contrassegnata 'stronzate di Natale' con questo adorabile piccolo saltellare nel suo passo.

One Glance And The Avalanche Drops - Italian TranslationWhere stories live. Discover now