~Capitolo 28~

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Metto a moto e inzio a seguirlo senza farglielo notare.
Tra me e lui c'è un taxi, e questo mi è d'aiuto.
Forse ho sbagliato a portar via l'auto di mio padre...
Poso l'auto in un parcheggio pubblico e prendo un taxi, chiedendogli di seguire l'auto nera che ormai sta per sparire.
Inizia così una corsa senza fine, tra ostacoli, semafori in continuazione rossi e vecchiette che devono attraversare.
Non lo perdo ugualmente di vista e quando vedo che la situazione sta ormai esagerando chiedo al taxista di bloccarlo in qualsiasi modo.
Ma non faccio in tempo di dirlo che noto l'auto di Dustin fermarsi di fronte un Hotel a tre stelle in cui credo che alloggierà per il tempo il cui mancherà.
Pago e scendo dall'auto, fortunatamente ho qualche banconota da cinquanta con me, almeno per dormire in un albergo.
Non appena metto piede per terra mi arriva l'ennesima chiamata da mio padre.
"Pronto" rispondo.
"Dove sei? Torna subito, non ti capisco. Continui ancora a stargli dietro"
" Papà, la tua auto è al parcheggio numero tredici della nostra via di casa, và a recuperarla, io sono qui per affari miei, non per lui. Quindi stà tranquillo" dico.
E dopo qualche raccomandazione riattacchiamo.
Corro verso l'albergo e vedo da fuori che l'hostess della reception sta dando una chiave a Dustin, con sopra il numero '267' .
Entro non appena lui sale in ascensore e chiedo una chiave,dicendo che non so per quanti giorni, pago una notte e ricevo la chiave numero '268'.
Sorrido in maniera fin troppo evidente e subito dopo mi accorgo di esser guardata dalla signorina in maniera antipatica.
Vado verso l'ascensore e salgo al mio piano, ma non appena entro trovo Dustin davanti i miei occhi.
Adesso che lo guardo bene negli occhi si...
Li ricordo, fin troppo bene.
"Che c'è?" dice.
Ha la guancia un pò gonfia e nera, infatti mi avvicino toccando il suo viso.
Adesso che lo tocco, beh... Mi accorgo che la pelle è cambiata, lui stesso è cambiato.
Prima era molto più sbarazzino, adesso è proprio diventato un uomo, giacca, cravatta, capelli sempre perfetti e con un pò di barba che lo rende più adulto.
"Raccontami cosa è accaduto" dico fissandolo.
"Senti, non ti chiamo per nome Perché potrei ripensare molte cose, quindi da ora in poi ti chiamerò Zaz." dice ridendo.
"Dicevo Zaz, io non ho voglia di parlare con nessuno, nè quantomeno di parlare con te.
Voglio vivere da solo, odio la mia famiglia e odio qualsiasi persona mi chiami Dustin. Tu lo hai fatto e per un momento ho visto la mia Kelena nei tuoi occhi, ma se tu fossi stata lei mi avresti subito detto la verità, quando invece non sei altro che la figlia del nuovo compagno di mia madre."
"Ma..." abbasso lo sguardo, ho paura, se sapesse che io sono l'amore della sua vita per cui sta ancora male, e che sto con un altro, che sono stata con altri mille ragazzi... Non mi accetterebbe mai.
"Ma niente, và in camera tua e domani torni a casa, grazie." dice girando i tacchi e andando via.
Non ho il coraggio di rincorrerlo, ho paura di non riuscire a trattenere i miei istinti e di baciarlo all'improvviso.
Ho il braccio che mi fa malissimo e decido che andare nella mia camera sia la cosa ideale.
Non appena entro cerco disperatamente un antidolorifico dentro la mia borsa e non appena lo trovo non perdo tempo ad inghiottirlo, vado a letto e provo a dormire.
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Sono gia le otto di sera e ho dormito tantissimo, infatti credo che stanotte non chiuderò proprio occhio.
Solo adesso che mi sono svegliata noto che la camera è molto spaziosa e dai colori caldi.
Le coperte in cui sono avvolta sono molto profumate e il lenzuolo è in pile.
Mi alzo lentamente e vado verso il bagno, quando sento la voce di Dustin che parla con qualcuno nel corridoio.
Mi avvicino alla porta per guardare dalla serratura e mi abbasso facendo attenzione a non sbattere il braccio.
Inizio a guardare ciò che ho di fronte, ma solo dopo poco noto che la sua camera non è di fronte alla mia, ma accanto, quindi non posso vederlo.
Utilizzo così il senso uditivo e inizio a comprendere qualche parola, e pian piano qualche frase.
"Si, lavoro qui" è una voce femminile.
Lui dice qualcosa di incomprensibile ma io sento solamente "alle ventuno"
Alle ventuno cosa?
Inizio ad agitarmi e non sento più niente, solo " a dopo" da parte della ragazza.
Non appena sento la porta chiudersi esco senza fare rumore e riconosco la ragazza, è l'hostess che gli ha dato la chiave, giuro che se alle ventuno lei va in camera di Dustin sarà rovinata!
Ho l'ansia e il cuore diviso in mille frammenti.
Non perdo tempo ad incappucciarmi con l'unico giubbotto che ho portato con me ed esco nel corridoio, posizionandomi fuori dall'Hotel, nel terrazzino del nostro corridoio, mi nascondo e attendo per quasi un'ora, fin quando vedo la mia nuova nemica sbucare da quel maledetto ascensore.
Non perdo neanche un minuto e attivo il video con il mio cellulare.
Indossa un abito bianco fin troppo trasparente, con una scollatura esagerata a V e sotto ha una lingerie rossa che traspare dall'abito, dal quale si evidenziano anche i capezzoli.
Non nego che ha un bel fisico, ma ha proprio esagerato.
Si guarda intorno per qualche secondo e subito dopo bussa alla porta di Dustin, il quale apre la porta in box e la tira a sè con forza.
Ho paura, perché sta facendo questo?
Non riesco a muovermi sia per il freddo, che per come sto adesso.
Le mie gambe tremano, non per la temperatura, non per paura del buio e neanche per il dolore che ho al braccio, ma per ciò che i miei occhi hanno appena visto.
Entro di nuovo nel corridoio e lo sbalzo di temperatura mi fa letteralmente girare la testa.
Mi avvicino alla porta e mi abbasso per guardare, quando vedo Dustin che la spinge a muro iniziando così la loro serata, non ho voglia di fare sempre la figura della stupida, so io cosa fare.
Corro verso l'ascensore diretta alla reception.
Non appena arrivo chiedo a chiunque del direttore, che fortunatamente è seduto dietro il bancone "pagamenti".
Non oso disturbarlo perché sta parlando con una donna, fin quando gli sento dire " ma dov'è Carly?"
"Diceva di stare male ed è andata a  dormire" risponde la donna.
Adesso intervengo eccome!
"È la ragazza della reception?" dico
"Si" rispondono in coro.
"Eccola" dico mettendo play al video.
Entrambi sono perplessi e non appena il video finisce dico "stanza 267. Segreto eh..." l'uomo annuisce e io vado via.
Non appena arrivo in camera mi avvicino al muro e sento gemiti di entrambi, forse non sono arrivata in tempo, ma sempre meglio di niente.
Ad un tratto i gemiti diventano parole, ed io sento solo "e adesso?".
la porta si apre di colpo e sento urla, così esco dalla camera come tutti gli altri del corridoio.
"Ti licenzio, via" dice l'uomo alla ragazza, che corre verso l'ascensore con un lensuolo che l'avvolge.
Torno in camera Fiera di me e dopo un pò dall'altra camera sento rumori forti.

Unresponsive {IN REVISIONE}Where stories live. Discover now