Capitolo 3

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Il campanello suona mentre frugo nell'armadio alla ricerca di quel dannato vestito per non deludere mia madre. Chissà dove lo ha messo, ripeto disperata a me stessa.

Eccolo.

Mi vesto cosi in fretta da non avere il tempo di controllare come mi sta allo specchio, per fortuna mi sono gia truccata e pettinata sennò mi toccava rimanere qui fino al mattino, anche se l'idea non mi dispiace troppo.

"Principessa, qui c'è qualcuno che vuole conoscerti" la voce di mio padre mi blocca a metà scale mettendomi ansia e facendomi balenare l'idea di tornarmene in camera.

Scendo con una finta aria determinata già pronta all'imminente imbarazzo

"Ma come sei cresciuta Jolene!" Cominciamo alla grande.
Il signore di fianco alla mamma mi si avvicina e mi stringe in un abbraccio così forte che quasi mi toglie il respiro. Quando mi lascia andare, lo osservo attentamente cercando di capire chi è, ma senza risultati. Ha una grossa corporatura che stona con il viso scarno e i capelli neri folti. Ha un' aria estremamente bonaria e calorosa nonostante l'altezza sproporzionata.

"Non ti ricordi di me, Jolene? Sono lo zio Marek." esordisce come se fosse la cosa più ovvia del mondo sapere chi è.
"Certo certo, non ci vediamo da anni ma... sei diventata così bella" chi non si ricorda del famosissimo zio Marek?

"Vieni ti voglio presentare il resto della famiglia" dice infine dopo avermi messo una mano intorno alla spalla con un po' troppa confidenza.
"Questa è mia moglie Kirsten e questi sono i miei due figli Pawel e Blake" Dice indicando i due giovani in fondo alla sala.
"Te li ricorderai sicuramente, giocavate sempre da bambini quando abitavamo ancora qui" Non mi ricordo assolutamente nulla.

Lui scoppia a ridere come se qualcuno se ne fosse uscito con quacosa di divertente. Non l'avrò mica detto ad alta voce?
Mi avvicino agli ospiti per salutarli, la signora Jankowski, Pawel e... Blake.

Calma, respira.

Non sarà Gosling, ma poco ci manca. Non fissarlo.
Troppo tardi lo stai già facendo.
È alto, tanto alto. Devo alzare la testa per incontrare i suoi meravigliosi occhi azzurri.

Mi sorride leggermete come a tranquillizarmi, eppure non mi sento per niente tranquilla.

Ricambio il sorriso e mi accingo a sedermi prima che i miei pensieri siano palesi anche al vaso sul tavolo. La mamma versa il vino; ride divertita mentre Marek racconta come quella volta ha battuto mio padre a quella partita di rugby e ovviamente papà smentisce il tutto. Il suo naso arriva fino a qui.

Sembrano tutti felici nel parlare dei vecchi tempi andati e persino la signora Jancowski sembra gradire il vino e la compagnia.
Pawel sta seduto sul divanetto rosso a messaggiare con chissà chi al telefono e risponde a qualche domanda solo quando viene interpellato. Bravo, piccolo asociale, cosí si fa.
Io sto seduta vicino a mia madre che ogni tanto mi chiede di andare a socializzare con Blake che, a parer suo, si sta annoiando. Eh no, bella mia, non ci penso nemmeno.
Mi rifiuto la prima, la seconda e persino la terza volta ma alla quarta è palese che non mi lascerà in pace finchè non accetto e cosi mi risparmio l'ennesima richiesta.

Mi alzo per invitarlo ad uscire a prendere una boccata d'aria fresca prima di metterci a tavola.

Ce la puoi fare.

L'aria fuori non è troppo fredda cosi ci sediamo in veranda. Per due minuti buoni regna il silenzio. Dovrei sentirmi a disagio, ma non è cosi.
"É da tanto tempo che non ci si vede, eh, Jolene" dice con un movimento quasi impercettibile di labbra.
"Ad essere sincera io non mi ricordo di te" so di essere stata scortese ma è la verita.
Rivolge lo sguardo su di me, "Beh lo immaginavo, avevi solo quattro anni."
Mi fa notare con un sorriso. Ha davvero un bel sorriso.
Torna a guardare la casa di fronte e la cosa quasi mi dispiace. "E tu quanti anni avevi?" Gli domando io curiosa.

"Sette e mezzo" sorride di nuovo verso di me. Sembra che la situazine lo diverta o forse sono io che lo diverto, ma che importanza ha?.

Maledizione.

Mia madre arriva proprio quando la cosa si fa piu interessante "La cena è pronta, entrate."

Per cena abbiamo il tacchino, il pure di patate...Ma che è, la cena del Ringraziaziamento? Ma la mamma continua a dire che lo ha preparato per Marek, essendo quello il suo piatto preferito. E mentre lei blatera qualcosa su chissà quale ricetta, io me ne sto zitta e, in anonimato in fondo al tavolo, penso a come sia possibile che una persona che non prepara mai niente in cucina possa essere una così brava cuoca.

Mi viene persino l'idea che abbia comprato tutto, ma mi scivola subito di dosso appena mi ricordo che l'ho vista cucinare con i miei occhi quel tacchino. Potrebbe averlo comprato lo stesso. E mentre io continuo i miei ardui ragionamenti sulle capacità culinarie di mia madre, la conversazione trova nuovi orizzonti.

"Sai Jolene, dicevo prima a Kirsten che lavori come bibliotecaria" Ci siamo, inizia l'interrogatorio. La mia inoppurtuna madre interrompe il flusso dei miei pensieri e mi porta verso argomenti che non ho la maturità necessaria per affrontare
"É un lavoro particolare per una giovane ragazza" incalza la signora Kirsten che sembra essere piuttosto interessata alla questione.

"Si, ma è un lavoro che mi piace e mi soddisfa, quanti possono dire lo stesso?" Rispondo sinceramente, senza esitazione con la speranza che nessuno cominci a ricordarmi che una giovane della mia età debba anche avere un fidanzato o chissà cos'altro per sentirsi realizzata.
Continua a guardarmi perplessa come se io dovessi aggiunge altro.
Poi la mamma se ne esce con "Sai, Blake è single" il boccone mi va quasi di traverso.
Ma è impazzita o cosa!?
Credo di avere il viso rosso perche la pelle sta andando a fuoco e non capisco se ciò sia dovuto alla vergogna o alla rabbia.

E come se non bastasse ci si mette anche il mio auto-eletto zio Marek
"Sai Blake, anche Jolene è libera. potreste uscire insieme qualche volta. Sareste proprio una bella coppia voi due"
Perfetto, ci mancava solo questo.
"Certo, mi farebbe molto piacere" Blake mi guarda e sorride per niente a disagio. Ma cosa si aspettano che dica?
"Al massimo se non ti piace Blake c'è sempre Pawel, a te basta scegliere, al resto penso io" Poi scoppiano a ridere tutti, tranne Pawel che mi osserva con sguardo assente per un attimo e torna a concentrarsi sul suo piatto senza dare segno di interessamento a ciò che viene detto. Grazie.

La serata si conclude alle undici di sera con papà e Marek ubriachi che si sfidano a braccio di ferro rimanendo senza un vincitore. Kirsten si incammina per prima verso la macchina mentre Pawel sorregge il padre che continua a parlare in polacco o così mi pare. Abbiamo capito proprio tutto. A guardarlo pare proprio un bambino "Devi scusare mio padre, il fatto è che di solito o è a casa o è al lavoro. È da un sacco di tempo che non si divertiva cosi" la voce di Blake sembra carica di affetto mentre cerca di giustificare il padre.

"Non ti preoccupare neanche i miei si sono risparmiati" mentre parlo lui fissa le mie labbra, poi mi sorride di nuovo tornando a guardarmi negli occhi. Forse ho detto qualcosa di strano?

"Spero di rivederti Jolene" Quando lo dice, mi rendo conto che è quello che avrei voluto dirgli anche io.
"Certo" faccio in tempo ad aggiungere prima che salga in macchina. Credo che il mio cuore abbia mancato un battito o forse due. Anche tre.
Rimango un attimo a prendere una boccata d'aria prima di rientrare. Certo che è stata una giornata piena di sorprese, dico ad alta voce guardandomi i pedi ancora fasciati nelle scarpe rosse di vernice
"Ora peró devo proprio togliervi".

JoleneWhere stories live. Discover now