Prologo

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Fuori piove.

Piove forte.

Non mi importa, perché non basterà qualche goccia a farmi cambiare idea, continuo a ripetermi.

Sono pronta, questa sera me ne vado via con lui, ormai è deciso, ormai non si torna indietro.

Sono nella mia stanza.

Preparo le valigie, mi sento bene. Ci ho messo un'intera vita per decidere e ora che l'ho fatto ho la pelle d'oca e quasi mi manca il respiro. Le gambe tremano ad ogni passo mentre cammino avanti e indietro per la stanza guardandomi intorno alla ricerca di qualcosa, probabilmente sto solo cercando di memorizzare questo posto.

É stupido.
Torno a fare le valigie.
Metto dentro i pochi vestiti che potranno servirmi. Non so dove andremo e non m'importa. Passo in rassegna le scarpe. Ci sono quelle rosse in fondo alla fila, sarà un anno che non le metto o forse di più. Le osservo e il ricordo della prima volta che ci siamo incontrati si fa cosí nitido; mi torna alla mente la prima volta che ho visto i tuoi occhi e la prima volta che ho sfiorato le tua pelle, sembra essere passato un secolo. Le ripongo al loro posto, non mi servono più, il loro momento è passato. Tu sei passato.
Sono le sette e mezza quindi tra tre ore devo essere davanti a casa sua. Mi tremano le mani. Fuori continua a piovere e le case grigie si confondono nella nebbia.
Do un'ultima occhiata dietro di me prima di precipitarmi fuori. Respiro a fondo, a pieni polmoni. Sento l' odore di questa casa che è un po' anche il mio. Quando tornerò avrò un odore diverso, un aspetto diverso, chissá se queste mura mi riconosceranno. Mi viene quasi da piangere.
Sono pronta.
Scendo velocemente le scale. Davanti alla porta c'è la foto di papà e mamma scattata il giorno del loro decimo anniversario. La accarezzo mentre stringo la valigia più forte nell'altra mano. Sono pronta. La pioggia continua a scendere e io resto immobile per un attimo. Apro la porta. Lui è di fronte a me, ha il viso pallido e sta in silenzio mentre la pioggia continua a scrosciargli addosso. È bagnato dalla testa ai piedi. Continua a stare in silenzio e io faccio altrettanto. Non so cosa dire. Non so cosa provare. Sento qualcosa che mi brucia nella gola. Si avvicina lentamente, ma non alza lo sguardo. Persino adesso riesci a ferirmi.
Mi abbraccia.
Mi abbraccia forte, come mai prima d'ora. Vorrei spingerlo via, chiedergli perché è qui, ma all' improvviso il calore sale su, fino a raggiugere la testa, fino a farmi stare male. Vorrei gridare e correre via finché ho fiato in corpo. Vorrei urlargli addosso tutto il dolore e la rabbia che mi ha fatto provare.

Ti prego, vattene.

JoleneWhere stories live. Discover now