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MICHAEL

Luke giace nel suo letto, o dovrei dire nostro, e io muovo su e giù il dorso della mano dal suo ombellico fino alle clavicole. Mi piace osservarlo quando dorme, felice e appagato, e riassume più vigore e colorito sulla pelle.

E' in forma, il sonno che sta recuperando gli fa davvero bene. Io sono l'esatto opposto.

Non riesco a capire, a volte, come Luke possa desiderarmi o sembrare contento insieme a me. Non sono la migliore offerta che gli dona il mondo e che lui scopre anche solo camminando per strada. Io non ho granchè di positivo, sono un cadavere ambulante, logoro e difettoso.

Mi avvicino in silenzio e gli bacio le labbra gonfie e screpolate a causa della foga di quella notte, come di tante altre avute nel frattempo.

Spero con tutto il cuore di non essere un peso per lui, perchè se mai dovesse succedere, non riuscirei, con tutta la volontà possibile, a rinunciare a Luke.

"Ehi." sbiascica, tenendo ancora gli occhi chiusi. Mi stringe i fianchi e mi trasporta sopra di lui, in modo che io risulti completamente sdraiato sul suo corpo. Entrambi ancora nudi.

"Buongiorno." sussurro sorridente, trovandolo adorabile mentre cerca di svegliarsi.

Di solito susseguono diversi sbadigli e lamentele riguardo la luce accecante che entra dalla finestra, e anche questa mattina non sembra essere da meno.

"Michael?"

"Sii?"

"Ashton e Calum sono partiti ieri mattina per quel matrimonio, giusto?" domanda, la voce impastata e profonda.

Gli accarezzo i capelli, sognante.

"Sì, è così che mi hai detto." mi presto a rispondere.

"Ciò significa che ormai sto dormendo da quasi una settimana?" chiede, con quello sguardo di un bambino che sta per ottenere tra le mani dello zucchero filato.

Annuisco, sinceramente felice per lui. Poi ripenso al discorso che mi sono preparato riguardo come mi sento io invece, ma mi si frantuma nella mente nell'esatto momento in cui lui ricomincia a parlare.

"E tu, stai dormendo?"

Una semplice domanda che mi confonde e ingarbuglia i pensieri, finendo per farmi balbettare davanti a lui come un idiota analfabeta. Probabilmente a causa della mia reazione, o perchè è appena stato punto da una vespa, si solleva di scatto, evitanto per un soffio di tirarmi una testata.

Io mi ritiro bruscamente da sopra di lui, stringendomi le gambe al petto in segno di difesa e protezione, anche se non sentivo alcuna sensazione di pericolo in sua presenza.

E' solo l'abitudine.

"Michael?" domanda preoccupato, e io sono sicuro abbia già intuito cosa sto per ammettere.

Con ancora la coda fra le gambe tentenno un "no" di risposta, forse così lieve che non arriva alle sue orecchie. Invece dimostra di aver recepito il messaggio quando mi si catapulta addosso, rischiando per la seconda volta di mollarmi una testata.

Siamo vicinissimi, tanto che avverto il suo fiato bruciarmi le labbra, ma sento che non è il momento per pensarci.

Mi stringe con vigore il braccio, riuscendo comunque a mantenere quella sua delicatezza che tanto mi piace nei suoi gesti. Credo che lo faccia più per se stesso, per aggrapparsi a me e non sprofondare nello sconforto che leggo nel suo sguardo, lo stesso che provo io da anni.

"Come no, io non capisco..." borbotta, ancora una volta non sembra direttamente indirizzato a me.

"Ne riparliamo stasera, okay? Ora vai a lavoro." lo incito spingendolo leggermente giù dal letto. Dopo aver tentennato un po' si rialza e mi strappa un bacio fugace dalle labbra senza che io me ne accorga.

Insomnia. || muke & cashton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora