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"Buongiorno Lukey!" strilla Ash, una volta oltrepassata la porta del negozio.

Stringo gli occhi, cercando di scacciare il mal di testa.

"Gesù, Ashton, non urlare di prima mattina.", non che io avessi dormito, ma davvero il mal di testa mattutino è una tormenta.

Lui ride, seduto sul bancone. Oggi indossa una bandana rossa, che mantiene inutilmente la sua voluminosa massa di capelli ricci.

Mi avvicino mettendogli le mani appena sopra le ginocchia.

"Allora, Irwin" accenno, ottenendo la sua completa attenzione, "che succede con Calum?".

Il suo viso si illumina e non riesco a smettere di trovarlo assolutamente tenero.

"Sono andato da lui stamattina, come al solito, per prendere una rosa, solo che quando sono entrato Calum mi è corso incontro e mi ha abbracciato. Ti rendi conto?" sta di nuovo strillando. Inizia a crescermi la voglia di infilargli un calzino in bocca.

Invece gli sorrido e senza dire nulla mi dirigo verso la porta d'entrata per girare il cartellino con su scritto aperto dalla parte giusta.

"Luke!" urla d'improvviso Ashton, facendomi del tutto saltare in aria.

"Ashton!" rispondo io, con lo stesso tono di voce, guardandolo con occhi sbarrati dopo lo spavento ottenuto.

"Sì, sono io." risponde ridendo.

Se non fosse il mio unico amico a quest'ora l'avrei già portato in qualche ricovero per malati mentali di quelli senza cura.

Lo guardo con disperazione, mostrandogli tutto ciò che provo.

Lui torna serio, forse il mio sguardo ha funzionato.

"Volevo solo chiederti se oggi è gionata di consegne."

"No, lo abbiamo spostato a lunedì mattina."

"Perfetto, a pranzo andiamo a mangiare insieme da Clarinda?"

Annuisco, successivamente distratto da una cliente appena entrata.

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Sono passate un paio d'ore dall'apertura e in totale sono entrati cinque clienti. I libri non sono più la gioia di nessuno, e questo un po' mi dispiace. Non tanto per gli affari, ma per il fatto che non potrò condividere la bellezza della lettura con qualcuno.

E poi mi disgusta una popolazione tanto analfabeta in fatto di libri.

"Buongiorno disgraziati." tentenna il vecchio Jack, appostato alla porta d'entrata che ci sorride.

"Buongiorno vecchio decrepito." gli rispondo io per controbattere.

"Andiamo Luke, puoi fare di meglio." risponde, zittendomi definitivamente.

Si avvicina al bancone zoppicando come al suo solito e apre la cassa per contare i soldi.

"Cinque clienti." dice Ashton per informarlo.

Jack borbotta qualcosa di incomprensibile, probabilmente sta come al solito parlando con Dio in modo confidenziale.

"Ah, ragazzi miei, che pessimo lavoro vi siete scelti. Guardatevi intorno, è già tanto se entra una mosca."
"Wow, mi serviva il tuo sostegno oggi, grazie."
"Sta zitto Luke, sto cercando di essere serio."

Ashton ride e io metto su il broncio.

"Come stavo dicendo, siete giovani e so che potete trovare di meglio. Sapete che i profitti non vanno tanto bene. Mi spiegate perchè ancora lavorate qui?"

Sto per rispondere quando Ashton mi precede:
"Perchè noi in realtà amiamo questo lavoro."

"E perchè forse crediamo ancora in quell'1% di ritardati che entra qui dentro." concludo io.

Jack ci fissa, si avvicina per mettere le sue vecchie braccia intorno alle nostre spalle e poi scoppia a ridere.

"Siete proprio stupidi."
Avrei dovuto aspettarmelo.

MICHAEL

Insonnia 78
(....)
Mi sento bene con lui perchè riesce a distrarmi, ad occuparmi la mente con altre cose. Sono felice quando non penso a tutto ciò di triste nella mia vita.
La felicità deriva dal dimenticare e io voglio dimenticare il più in fretta possibile.
Non merito anch'io i miei attimi di felicità?
Non merito, dopo tutta la sofferenza, la scoperta della gioia?
Oh, insonnia, unica amica della mia solitudine, non credi sia giusto per me?
Mi sono accorto che il mio modo di stare al mondo equivale a sopravvivere, ma non è forse lo stato più vicino alla morte?
Ho troppe cose che desidero fare nel tempo per definirmi morto ora.
Voglio vivere, per davvero, e credo che Luke possa aiutarmi in questo.

Mi butto sul letto spalancando le braccia. Rimbalzo leggermente, poi il mio corpo aderisce completamente al materasso e mi sento già più rilassato. Perdendo pian piano la tensione, facendola scivolare via da me, osservo il soffitto azzurrino. Il colore che ho sempre amato fin da piccolo, quando non volevo uscire se non avevo almeno un po' di celeste indosso, o quando perfino le mie matite per la scuola dovevano essere di quel colore.

Il colore degli occhi di Luke.

A pensarci, però, i suoi sono molto più blu, intensi. Mi da quell'idea che se mi avvicinassi al suo viso, fissandolo negli occhi, possa sentire l'odore del mare.

E chissà che tormente o che calma ci sono nella sua testa che quegl'occhi tanto rispecchiano.

"Michael!" sento urlare mio padre e subito mi rimetto in piedi, tornando alla realtà.

Corro da lui per ritrovarlo seduto in cucina.

"Preparami la colazione."

"Certo." mi affretto a rispondere "Cosa desideri?"

"Basta che sia cibo. E muoviti che ho fame."

Annuisco, prendo veloce una padella e subito metto a cuocere delle uova, scladando intanto i toast.

Glieli servo su un piatto, lasciandomene un po' da parte per mangiare dopo.

Sta mangiando e io sono in totale ansia, dritto e rigido, appoggiato all'angolo cottura con entrambe le mani.

"Vuoi stare lì tutto il giorno? Prenditi il cibo e siediti a mangiare."

Io annuisco titubante e mi siedo a tavola con dell'uovo rimasto e una fetta di pane. Mangiamo in silenzio, ma non è una sensazione piacevole. Niente con lui è piacevole.

Finito di mangiare mi metto subito a pulire, facendo attenzione a farlo bene e non rovinare nulla. Continuo così per quasi mezza giornata, girando per tutta casa con il materiale per pulizie. Lavando il pavimento quasi non scivolo e mi scappa una risata che velocemente zittisco. Mi sento un idiota ogni volta che succede e di conseguenza mi metto a ridere, ma so che a lui da fastidio, allora cerco di evitare.
O meglio, non voglio attirare l'attenzione.

•spazioautrice•
Buongiorno plebei! Come state? Qui si ingrana poco alla volta, ma vi assicuro che tra un paio di capitoli tutta la storia avrà un bel balzo di eventi.
Continuate a leggere, votare, commentare e, se davvero questa storia vi piace, parlatene in giro (:
Ci vediamo al prossimo capitolo,

Nix, xx.

Insomnia. || muke & cashton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora