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10 Settembre 2015, Manchester.

Era arrivato il grande giorno, ovvero quello in cui i White Eskimo si sarebbero esibiti a Manchester. Era sempre un'emozione esibirsi in quella città, perché Harry, Will, Haydn e Nick erano natali di Holmes Chapel, paesino che si trovava a meno di un'ora da Manchester. Per tanto era a questa città che facevano riferimento in molte situazioni. Ad esempio se si trattava di uscire con gli amici, oppure di andare in cliniche mediche più attrezzate, oppure di frequentare scuole più grandi di quelle presenti ad Holmes Chapel. Quindi potevano dire di vivere ad Holmes Chapel tanto quanto vivevano a Manchester; era la loro seconda città.
- Ho appena sentito Will: lui ed Haydn hanno finito di scaricare tutti gli strumenti insieme a Carl. Manchiamo soltanto noi, Harry – lo avvisò Nick, mentre aiutava il riccio a mettere dentro una borsa gli abiti che di solito il gruppo si metteva durante gli spettacoli. Non si trattava di nessuna uniforme particolare, anzi. Erano dei semplici pantaloni neri attillati, una camicia bianca e una cravattina o un papillon neri, a seconda delle preferenze. I ruoli infatti erano divisi in questo modo prima di ogni spettacolo: Haydn e Will arrivavano prima al locale, poiché Haydn era quello che parlava e fissava le serate dei White Eskimo; era un po' il manager del gruppo. Di conseguenza era necessario che arrivasse prima degli altri per poter incontrare il proprietario del locale dove si sarebbero esibiti. Will invece era il tecnico della band, ovvero colui che si impegnava di montare gli strumenti, di assicurarsi che funzionassero e che non ci fossero problemi. In realtà anche Harry se la cavava bene in questo, ma Will era decisamente più competente.

Nick ed Harry invece arrivavano sempre più tardi, poiché il primo si occupava di preparare altre cose legate allo show, come ad esempio i vestiti che avrebbe dovuto indossare, o i testi e gli spartiti delle canzoni che avrebbero proposto. In realtà non sempre servivano, perché il gruppo provava talmente tante volte prima di uno spettacolo che era impossibile non impararsi tutti gli spartiti e le parole a memoria. Tuttavia per sicurezza portavano sempre qualche copia in più. Il secondo invece arrivava più tardi, poiché aspettava l'uscita di sua sorella da scuola. Meredith infatti non perdeva mai nessuno spettacolo del fratello. Era una sorta di mascotte per il gruppo e tutti i ragazzi la volevano con loro. Quindi la sua presenza era richiesta anche prima dello show, come incoraggiamento e sostegno, e non solo durante.
- Perfetto! Mia sorella dovrebbe tornare a casa a momenti – disse Harry, guardando l'orologio che aveva al polso. Harry non fece in tempo a dire altro che sentì la porta di casa aprirsi e sapeva che a quell'ora poteva essere soltanto di Meredith. Anche Nick capì e insieme scesero al piano di sotto per andare ad accogliere la ragazza, che ovviamente era riuscita ad entrare in casa senza alcuna difficoltà. Harry si stupiva ogni volta della forza che aveva sua sorella e del modo in cui prendeva la sua disabilità, ovvero senza permettere che quest'ultima la paralizzasse sul serio.
- Ciao, riccio! - esclamò la ragazza, aprendo le braccia verso il ragazzo. – E ciao anche a te, Nick! -.
- Ciao, Meredith! – rispose l'altro ragazzo, prima di abbracciare Meredith e di stringerla in un abbraccio di gruppo insieme ad Harry.
- Come è andata a scuola, sorellina? -.
- È stata una giornata leggera tutto sommato. Diciamo che la parte emozionante arriverà questa sera! Non vedo l'ora di sentirvi di nuovo cantare -.
- Be', allora faremmo bene a sbrigarci e a raggiungere subito Manchester – disse Harry, accarezzando i capelli mori e lunghi della ragazza, mentre tutti e tre si dirigevano verso la camera della ragazza in modo che lei potesse prendere ciò che le sarebbe servito quella sera.
Trenta minuti dopo Nick, Meredith ed Harry erano in macchina con le loro cose pronti per raggiungere Manchester.

*

Quella sera i White Eskimo si esibirono per un pubblico particolarmente vivace ed entusiasta. In realtà era raro che non fossero acclamati dal pubblico, poiché erano bravi e sapevano come tenere il palco. Oltretutto si esibivano con cover di brani di epoche passate e brani di epoche presenti, creano una playlist che era in grado di soddisfare ogni tipo di preferenza in ambito musicale. Tuttavia all'elenco non mancavano pezzi originali, scritti e composti da loro come facevano le band indie rock degli anni Ottanta. Erano il frutto di tanto studio e lavoro e non potevano non commuoversi quando vedevano l'effetto positivo che avevano sul pubblico.
- Grazie mille, Manchester, per questa bellissima serata e grazie per averci accolti – urlò Harry con il fiatone e un enorme sorriso sul volto, il sorriso di chi è fiero di ciò che fa e di chi non si stancherebbe mai di un palco sempre nuovo.
- C'è qualcuno che per caso vuole un bis? – urlò Will, portando un braccio intorno alle spalle di Harry. Il pubblico esplose in grida di consenso e tutta la band prese quella reazione come un'affermazione positiva. – Che ne dici, Mister Styles? Dici che si possa concedere un bis a queste bellissime persone? -.
- Direi proprio di sì e voi che ne dite? – rispose Harry, girandosi verso gli altri due compagni di band, i quali risposero a suon di accordi, già pronti per ricominciare a cantare qualche pezzo. Andarono avanti per un'altra ora e si fece l'una di notte tra una canzone e l'altra. Il pubblico aveva continuato a mostrare lo stesso coinvolgimento dall'inizio alla fine e i cuori dei quattro giovani musicisti scoppiavano di gioia e di orgoglio, perché cantare e portare la loro musica in giro per il mondo era il loro sogno e giorno dopo giorno, passo dopo passo sembrava diventare più reale.
vDopo la fine del concerto, la folla iniziò a scemare poiché il locale avrebbe chiuso entro un'ora e il resto della serata sarebbe stata intrattenuta da musica da discoteca e luci psichedeliche. I White Eskimo iniziarono a smontare i loro strumenti, mentre venivano fermati da ragazze e ragazzi che avevano assistito allo spettacolo per chiedere foto e autografi. Non capitava spesso di avere questa popolarità ad una serata e onestamente ai White Eskimo non importava nulla della fama, o di mettere qualche firma su un foglietto. La cosa importante era riuscire a far divertire i loro spettatori con pezzi rock e a farli emozionare con brani acustici.

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