Capitolo 5

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Finalmente sto per leggere il libro, ho aspettato che i miei genitori si addormentassero e adesso è giunto il momento della verità.

Sono distesa a pancia in giù sul letto, coperta dal mio soffice piumone e ho già sfogliato la prima pagina: "Un angelo bianco possiede quasi subito i propri poteri dopo aver compiuto diciotto anni, ma prima di saperli gestire del tutto deve seguire alcune lezioni presso la Scuola di Magia.
Si nasce un angelo bianco se entrambi i genitori sono di sangue puro, se uno dei due è umano, si nasce un angelo nero, proprio perché è impuro.
I poteri propri agli angeli bianchi sono molteplici: Orbitazione (potersi teletrasportare in un turbinio di scintille bianche e azzurre per poter arrivare nel proprio regno. Per poter andare da una parte all'altra del mondo invece, bisogna possedere qualcosa che appartenga a quel posto), Empatia (poter percepire le emozioni degli umani. Questo avviene dopo l'imprinting. Ovvero un meccanismo involontario con cui gli angeli trovano la persona che devono proteggere". Non so il perché, ma questa cosa mi ricorda molto la saga di Twilight.
"Può avvenire con chiunque in ogni momento, anche su una persona che si vede per la prima volta. L'Imprinting si riconosce perché è il momento in cui capisci di essere totalmente legato ad una persona, riuscendo a sentire tutte le sue emozioni), capacità di parlare, leggere e scrivere in qualsiasi lingua e capacità di rendere i propri pensieri, in estremo bisogno, realtà.
I primi nemici degli angeli bianchi sono gli angeli neri.
Gli angeli neri possono materializzare istantaneamente nelle loro mani una balestra e con essa scagliare delle speciali frecce intrise di un potentissimo veleno. Questo veleno si diffonde nel corpo con il tempo: conduce dunque inesorabilmente ad una morte lenta e dolorosa. La ferita provocata da un angelo nero può essere guarita unicamente dal potere di rigenesi, di cui sono dotati solo gli angeli bianchi Anziani.
Gli angeli bianchi fanno capo ad una comunità di persone chiamate Anziani".

Noto che la pagina di dopo è bianca.
Sono rimasta sorpresa e delusa del contenuto del libro. Non c'è nessun approfondimento sugli angeli, su cosa sono e come si siano formati.
In più è enorme, ma solo le prime due pagine sono scritte.
Lo chiudo e lo ripongo sotto il mio letto.
A domani mondo...

Inutile dire che questa mattina mi sono svegliata più tardi del solito, tutta colpa di quel libro!

Vedo Logan entrare nella sua auto, è la prima volta che lo rivedo davanti casa sua dopo anni. Corro verso la sua macchina che lui ha già immesso in strada e gli do due colpi con la mano sul finestrino. Faccio qualche passo in avanti ed apro la portiera della sua tesla model s, un auto americana di colore rosso fiammante. «Che stai facendo?». Mi chiede abbassando i suoi occhiali da sole fino alla punta del naso.

È di cattivo umore già di prima mattina, non sembra affatto felice di vedermi. «È tardi e non arriverò mai in tempo per le lezioni se andrò a piedi. Mi dai uno strappo a scuola o hai altro da fare?». Chiedo mettendomi la cintura.

Fa tornare i suoi occhiali su e mette in moto la sua auto. «Ormai hai già fatto tutto tu, no?».

Non è colpa mia se ieri ha voluto evitarmi.
Non gli do nessuna risposta, questa volta sarò io l'antipatica di turno.

Finalmente è ora di pranzo qui a scuola, ne approfitto per uscire fuori ed andare dalla mia amatissima panchina.
Rimango stupita quando ci trovo già Rúmil seduto, ormai sembra conoscermi bene. «Cosa c'entrano gli angeli neri e bianchi con me e perché la maggior parte delle pagine erano totalmente vuote?». Gli chiedo subito mentre estraggo il mio toast dallo zaino.

Questa mattina ho avuto la testa tra le nuvole, tutto quello che era scritto sul quel libro non fa altro che tormentarmi. «Sei un angelo bianco, semplice». Dice sollevando le sue piccole spallucce.

Un angelo bianco?

Lo guardo tenendo un sopracciglio inarcato per lo stupore. Non credo che le mie orecchie abbiano sentito bene. Quest'essere vorrebbe insinuare che i miei genitori siano degli angeli bianchi
È assurdo!
Mia madre non voleva nemmeno leggermi le favole quando ero piccola, figuriamoci se è una creatura del genere. «Non è possibile, io non sono un angelo», dico riluttante scuotendo la testa. «E poi queste cose non esistono, forse nemmeno tu esisti!».

Do un morso al mio toast al prosciutto, nel frattempo lui ha cominciato a ridere. La sua risata però dopo un po' comincia a diventare irritante.
Mi sta prendendo in giro il piccoletto?
Qualcosa mi fa credere di sì! «Sul serio? Allora perché non chiedi ai tuoi genitori? Anche loro hanno avuto il loro elfo custode», dice con un tono maledettamente serio. «Julie non sei pazza, lo so che la cosa potrebbe sembrarti strana, anzi, molto strana, ma le cose stanno così e se non sei riuscita a leggere le altre pagine è perché l'Anziano del tuo mondo ha bloccato la visibilità per la terra».

Ho il mal di testa, un'altra volta. «Sono alquanto scioccata, non posso crederci! I miei genitori non mi hanno mai detto tutto ciò, mi sembra di vivere nella menzogna».

Sono confusa e arrabbiata.
Con i miei genitori non ho mai avuto un buon rapporto, specialmente con mia madre. L'ho sempre ritenuta "strana" nei miei confronti. Prima pensavo che fosse per il fatto del suo essere "iperprotettiva", adesso però credo che il motivo non sia quello. «Stai attenta a chi frequenti, ricordati che gli angeli compaiono come degli esseri uguali a te, quindi chiunque potrebbe esserlo. Non stare a contatto con gli angeli neri, potrebbero farti del male da un momento all'altro». Dice mettendosi in piedi.

Poi scompare nel nulla.

Come faccio a capire se le persone sono degli angeli?

Fino a qualche giorno fa dicevo che la mia vita era davvero noiosa e monotona, ora non so più che cosa pensare però. «Ti vedo un po' strana ultimamente». Dice Edric sedendosi al mio fianco.

Vorrei farmi un altro pisolino e parlare il meno possibile, ha anche perso tempo ad arrivare e a torturarmi con le sue domande del mio essere strana. «Sei un angelo?». Gli chiedo spontaneamente scrutandolo dalla testa ai piedi.

Inarca un sopracciglio e mi guarda in modo strano. «Cosa?». Sbuffa.

Guardo per terra e mi do dell'idiota.
Ma che diavolo gli ho chiesto?
Mi metto a ridere e cerco di mascherare l'imbarazzo in qualche modo, anche se al momento sono sicura di sembrare pazza. «Ho voglia di farmi un giro, vieni?». Mi alzo dalla panchina e gli faccio un cenno con la testa verso l'entrata.

Solleva gli occhi al cielo e mi segue di malavoglia, strisciando quasi i piedi per terra. Entriamo dentro la scuola e troviamo un gruppo di gente messa in cerchio, cerco di infilarmi tra di loro curiosa. Di solito me ne frego di queste cose, ma in questo momento ho bisogno di pensare a ben altro che alla mia vita, sono troppo debole per farcela da sola.
Sollevandomi in punta di piedi riesco ad intravedere Logan che sta menando un altro ragazzo.
Cosa diavolo sta facendo?
La cosa che mi irrita di più è tutta questa gente che li incita a picchiarsi a sangue. «Posso sapere che cosa sta succedendo?». Urla la preside facendosi largo tra i ragazzi facendo zittire tutti.

La folla si apre da una parte e lei ci passa in mezzo. Si sentono i suoi tacchi a spillo battere contro il pavimento.
Anche se non la vedo, riesco a sentire il suo respiro pesante. «Voi due, in presidenza». Le sento dire.

La folla si sposta in modo tale da poter fare andare i due ragazzi verso la presidenza.
Adesso riesco a vederli benissimo.
Prima avanza Logan e poi...

Ad un tratto vedo la presidente sobbalzare da terra e schiantarsi contro un armadietto. Automaticamente inizia il mormorio tra i miei compagni, accompagnato dallo stupore.

Spero di non essere stata io con il mio pensiero, ma non ho lontanamente pensato ad una cosa del genere. Qui dentro c'è qualcuno che nasconde qualcosa...

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