Capitolo 1

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October:

Avete mai pensato di essere diversi da tutte le altre persone e di essere nel posto sbagliato?

Ho questa sensazione da tantissimo tempo ormai. Proprio per questo motivo non sto mai in mezzo alla gente, anche a scuola; non frequento nessuna attività extra scolastica, mi tengo in disparte da tutti i drammi che succedono fra i corridoi, non ho un gruppo di amici e non esco regolarmente.

Probabilmente da una parte le persone - che sono a conoscenza della mia esistenza - pensano che io sia una snob, ma anche una sfigata che crede di essere qualcuno di importante. Questo mio pensiero è dato dal fatto che allontano qualsiasi persona che mi si avvicini. L'unico a cui permetto di starmi accanto è il mio amico Edric, il resto può anche non appartenermi.
Non c'è un motivo esatto per cui mi senta così estraniata dal mondo, forse semplicemente a Julie Mills non interessano i problemi dell'adolescenza, piuttosto preferisce stare nel proprio angolino lontano da tutto.

Come se già non mi sentissi abbastanza strana, oggi, durante la lezione di matematica è successa una cosa che mi aveva - in quel momento - fatto dubitare della mia sanità mentale. Mentre stavo prendendo appunti sul nuovo argomento, le parole sulla lavagna avevano cominciato a prendere una forma diversa; vedevo scritto tutto quello che stavo pensando, ovvero ciò che volevo vedere in realtà.

Ovviamente non ne avevo fatto parola con nessuno, non c'era stato nessun mormorio in classa, quindi gli altri probabilmente non avevano visto la mia stessa cosa. Dopo averci riflettuto per un po', all'ultimo rintocco della campanella, ero arrivata alla conclusione che si trattasse solo della mia immaginazione, dopotutto ieri ero andata a letto tardi perché i miei genitori mi avevano organizzato una festa a sorpresa per il mio compleanno.

Adesso sto portando a passeggio il mio cane, si chiama Dea ed è uno spitz di Pomerania con il pelo bianco. Questo cane me l'aveva regalato il mio amico d'infanzia Logan, conosceva benissimo i miei gusti e sapeva quale fosse la mia razza di cani preferita. Mamma inizialmente non voleva che lo tenessi, ma alla fine aveva ceduto e adesso è tutto mio. Adoro il suo pelo morbido, amo pettinarlo e tenerlo sul mio letto la notte, proprio come se fosse un peluche.
Delle volte, quando parlo con Dea, ho come l'impressione che riesca a capire ciò che dico. Ogni tanto mi pare di vederla annuire e ammetto che la cosa appare un po' inquietante, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.

Come ogni pomeriggio passo davanti la vecchia casa di Logan, ormai vuota perché quattro anni fa lui è sua madre si sono trasferiti da qualche parte. Non l'hanno nemmeno messa in vendita, sono spariti nel nulla senza nemmeno poterci salutare.
Delle volte mi piacerebbe poter rivivere quei momenti di spensieratezza, li dentro ho tantissimi ricordi e ogni volta il senso di malinconia che mi pervade è assurdo.

La mia casa di trova alla peckitt street di York, in Inghilterra. Mi piace lo stile rustico delle case, il quartiere poi è bellissimo e tranquillo.
Davanti la lunga fila di appartamenti che si stende per almeno un chilometro, c'è il fiume Ouse e alla destra della mia dimora c'è il Tower Gardens, un carinissimo parco dove trascorro la maggior parte del mio tempo, come adesso per esempio.

Quando sono giù di morale esco sempre per farmi un giro in questo meraviglioso posto pieno di verde, sembra che riesca in qualche modo a farmi sentire meglio. Oggi poi è quella tipica giornata confusa, forse perché stanotte ho sognato il mio vecchio amico e adesso non riesco a togliermi i nostri volti felici dalla mente. «Certe volte vorrei tornare indietro e rivivere tutto un'altra volta». Dico pensierosa accarezzando il mio cane.

Sono seduta sulla panchina e tengo Dea sulle mie gambe mentre passo le dita sul suo morbidissimo pelo che mi solletica il palmo della mano. Nel frattempo osservo dei bambini che giocano sull'altalena del parco giochi di fronte a me.
Quello era il mio posto preferito, adoravo quando lui mi spingeva in alto, mi bastava chiudere gli occhi e avevo la sensazione di volare.

Sotto i miei piedi c'è una pozzanghera con delle foglie secche che ricoprono i lati. Stamattina ha piovuto, si sente ancora l'odore della terra bagnata.
Guardo il mio riflesso.
Oggi i miei capelli castani sono tutti arruffati, ho cercato di camuffarli con un capellino di lana bianco, ma sono molto lunghi quindi non passano di certo inosservati. «Stai zitto». Sento una vocina strana alle mie spalle e il fruscio delle foglie subito dopo.

Questo suono mi fa sobbalzare dalla panchina.  Mi volto all'istante ma non vedo nessuno, sento solo le foglie secche che continuano a scricchiolare.
Guardo con attenzione il cespuglio e noto dei movimenti strani che non sembrano causati dal vento, piuttosto da piccoli passi.

Potrebbe essere un uccellino? Si. Una lucertola? Si. Uno scoiattolo? Si. Qualsiasi altro animaletto? Si. 
Ma non mi importa, ho la sensazione che qualcuno mi stia spiando e di certo non un'animale.

Scendo dalla panchina con il mio cagnolino tenendolo sempre al guinzaglio, vado sopra il prato e controllo quello che sta succedendo, abbassandomi sulle ginocchia per cercare di vedere meglio.
Mi sono appena infangata le scarpe. «Ti ha sentito, stupida!». Un'altra piccola vocina.

Guardo attorno a me per assicurarmi che nessuno mi stia osservando, cerco di infilare la mano dentro il cespuglio, tocco qualcosa e la ritiro subito indietro spaventata.

Sembrava pelle, non so come descriverla però era umida, forse per via delle foglie che ancora stanno gocciolando. «Maleducata!». Esce da lì la testa di una creatura strana.

Scompare così velocemente che per un istante di secondo ho pensato nuovamente di aver avuto un'altra allucinazione.

Che diavolo era quella cosa?

Ho solo visto qualcosa di piccolo con delle orecchie a punta, il colore della pelle olivastra e il naso leggermente appuntito. «Hai visto la mia stessa cosa?». Chiedo guardando Dea.

Mi affretto ad uscire dalla terra guardandomi attorno e assicurandomi che nessuno mi abbia vista, prendo il cane tra le mie braccia e torno a casa a gambe levate con un mal di testa assurdo.

Non riesco ancora a credere a ciò che ho visto, che cosa era quella cosa?

Entro come se nulla fosse successo, tolgo le mie scarpe infangate e le porto con me nella mia camera, pronta per poterle pulire al più presto. Se mamma scoprisse che sono andata li tutta sola comincerebbe a farmi problemi.

Sfilo la mia maglietta dalla testa, anche quella è sporca di fango grazie alle zampine del mio cane. Indosso il pigiama e accendo il mio MacBook, cercando su internet la prima cosa che mi viene in mente, ovvero; "esseri con orecchie a punta".
Compaiono delle immagini con degli elfi.

Rimango ad osservare quelle foto per qualche secondo con la mente ancora confusa, più di questa mattina.

Sto tutta la serata su internet facendo varie ricerche, ma non trovando nulla di interessante e reale.

A fine giornata sono giunta ad una conclusione; sto diventando pazza!

Personaggi:

Julie Mills

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Julie Mills

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