«.... che quella maglia fa schifo. Non lavarla, buttala direttamente nel cestino» proclama.
Mi salgono le lacrime agli occhi per la rabbia, così lo spintono, ma lui non si sposta di un centimetro.
«Sei solo un bastardo, ti odio!» urlo e me ne vado via infuriata.
Se non me vado, rischio di ucciderlo.
Quanto vorrei tornare indietro e dire alla preside quella che mi ha fatto, ma non lo faccio per Jen.

Mi scende una lacrima, così stringo i pugni lungo i fianchi e chiudo gli occhi per cercare di calmarmi.
Non si può esprimere l'odio che provo in questo momento per una sola persona.

Jake senza fiatare apre la sua macchina e con un tonfo mi siedo.
«Posso farti una domanda?» chiede cauto.
Prima di rispondere gli do indicazioni sulla strada, «Mhm».
«Quello è il tuo ragazzo?» domanda, ed io quasi mi strozzo con la saliva.
Gli scoppio a ridere praticamente in faccia.
Mi trattengo.
«No. Siamo tutto tranne che fidanzati. Lo odio» mi affretto a dire.
Chi manca solo che pensi una cosa del genere.
«Oh... allora mi sono sbagliato» sussurra ed io annuisco.
«Beh... sei fidanzata?» ripropone.
Arrossisco e nascondo un sorriso.
Si sta interessando alla mia vita sentimentale, questo dovrebbe essere un campanello d'allarme?
«No, tu?» mi volto per guardarlo meglio.
Ti prego dì di no, dì di no.
«No» proclama, facendomi sorridere.
«Devo girare a destra?» domanda, spezzando il mio momento di euforia.
«Sì, quella lì» gli indico la villa.

Lui accosta e si slaccia la cintura, dopodiché mi guarda.
Cosa dovrei dire?
Grazie, ci vediamo domani a scuola?
Ciao a domani?
No sembra troppo un appuntamento...
Ciao, a presto?
No.

«Grazie Jake, ci vediamo» mi slaccio la cintura e poggio una mano sulla maniglia della portiera.

Jake si avvicina cautamente e io avvampo.
Che diamine vuole fare?

Mi lascia un bacio leggero, che a malapena sento, sulla guancia.
Prendo immediatamente fuoco, anche se cerco di nasconderlo.

«Ciao» lo saluto ed esco prima di saltare per la gioia nella sua macchina.

Lo sento andarsene, così inizio a saltellare fino alla porta di casa mia.
Suono il campanello.
Aspetto qualche secondo fino a quando non vedo mia mamma.
«Ciao tesoro» mi saluta e poi mi guarda la maglia.
«Cosa è successo alla tua maglia?» aggrottando le sopracciglia.
«Nathan..» sussurro flebile.
«Capisco, beh... vai a cambiarti che è pronto il pranzo» mi avvisa.
Ho fame.

Le lascio un bacio sulla guancia e saluto anche papà, che sta lavorando al computer.
Entrambi i miei genitori sono avvocati e spesso si portano il lavoro a casa.
Questo ci permette di stare più tempo insieme.

Vado in camera mia, poso lo zaino sul letto e mi svesto.
Che schifo ho bisogno di una doccia, ma prima voglio pranzare.
Metto le cose nel cestino per i panni e mi vesto con qualcosa di comodo: maglia e pantaloni della tuta larghi.

Scendo velocemente le scale e mi appoggio al bancone della cucina, dove di solito facciamo colazione, perché vedo i piatti lì.
Beh... basta che si mangi, poi dove non è importante.
«Sebastian, tesoro, è pronta. Stacca un attimo» gli dice mia mamma posando le sue mani sulle spalle di papà e lasciandogli un bacio sulla guancia.

I miei sono giovani e molto innamorati.
Mamma mi ha avuta a venti anni, quando papà ne aveva appena ventidue.
Sono sposati dalla mia nascita, cioè diciotto anni.
Li ho visti litigare pochissime volte.
Li amo con tutta me stessa e sono felice con loro.
Amo la mia famiglia.

«Certo tesoro» le sorride e si alza.
Si siede a capo tavola e io e mamma vicino a lui.
«Allora Kat, come è andata il primo giorno di scuola?» domanda sorridendomi.
«Bene papà, ma Nathan mi ha rovesciato un caffè addosso alla prima ora, così sono stata bagnata fino a mezz'ora fa» roteo gli occhi al cielo.
Se ci ripenso mi passa la fame, quindi meglio dimenticare.
«Tesoro... sicura che non ci sia un debole tra di voi?» giro la testa di scatto alle sue parole, rischiando di sputacchiare la pasta proprio sulla sua faccia.

Cosa?
Ma perché tutti con questa storia?
Lo odio profondamente e non c'è neanche un parte piccolissima del mio cuore che non lo fa.

«Papà.. lo sai che non lo sopporto per niente» ribadisco, così lui annuisce e addenta un pezzo di carne.
«A voi invece? Il lavoro?» cerco di sviare il discorso, che è meglio.
A papà spunta subito un sorriso, «Molto bene, ci hanno assegnato un cliente» stringe la mano di mamma.
Si guardano in un modo che non so esprimere.
È vero amore ,amore puro, limpido.
Sorrido, «Sono felice».
«Ah.. e sabato abbiamo una cena di lavoro. Ci saranno anche i Mellark» mi confida, facendomi rischiare la vita per la seconda volta.

Di solito i miei mi trascinano sempre alle cene di lavoro per "socializzare" con i figli degli altri colleghi.

Assolutamente no, io con Nathan non ci sto.
Non ci socializzo.
Se lo scordano.

«Tutto okay Katniss?» domanda mamma, guardandomi preoccupata.
«S-si» bevo un goccio di acqua.
«Verranno anche Jennifer e Nathan» infierisce ancora papà, come se lo facesse apposta.
Ed ecco...
«Posso non andarci?» li supplico con lo sguardo.
«No tesoro, devi venire punto e basta» papà è severo e molto chiaro.
«Mamma ti prego» cerco di puntare su di lei, dato che è più flessibile.
«Katniss, piantala, ti divertirai» non cede, così sospiro.

Se per divertirsi intende strangolarle Nathan oppure infilargli una forchetta nella mano, allora sì, mi divertirò.

Il resto del pranzo passa silenzioso, solo con i discorsi di lavoro dei miei, che io non ascolto.
Sono già catapultata ai compiti e alle cose che devo studiare.
Bevo l'ultimo goccio di acqua e mi pulisco la bocca, dopodiché salgo le scale e torno in camera mia.

Il telefono vibra sul letto, così lo afferro, notando un messaggio.

Stranieraaaa:)
-Jen

Heiii Jen.
-Katniss

Tutto bene? Hai fatto fisica?
-Jen

Si, e sono stanca. Ti rendi conto che sono le cinque del pomeriggio e io ho già sonno?
-Katniss

Anche io sono stanca.
Ah... e domani riesci a portarmi in palestra? Mamma non può.
-Jen

Cavolo! È vero domani dobbiamo andare in palestra.
Sbuffo.

Certo Jen, ti passo a prendere alle quattro.
-Katniss

Sai della cena?
-Katniss

Sì, so già cosa pensi...
-Jen

Non è per te o per gli altri, ma per quel coglione di tuo fratello.
Digli di darsi un contegno per favore.
-Katniss

Certo, glielo dirò.
Non può fare cazzate alla cena di lavoro dei nostri.
-Jen

Grazie Jen.:)
-Katniss

Figurati amorino.;)
-Jen

Ci vediamo domani a scuola, vado a piedi.
-Katniss

Non voglio rivedere Nathan.
Devo ancora sbollire la mia rabbia.

Kat, sicura? Lo sai che non c'è nessun problema .
-Jen

No, davvero, semmai chiedo a mamma .
-Katniss

Va bene, comunque mi dispiace ancora per oggi, e grazie per non averlo detto alla preside.
-Jen

Jenni, farei questo ed altro per te, ma la prossima volta...
-Katniss

Lo so, grazie. Ti voglio bene
-Jen

Le mando un cuore e blocco il telefono.
Il pomeriggio è passato così velocemente che mia mamma già mi chiama per la cena.

Speriamo che domani vada meglio di oggi.


Heiii, come state splendori?❤️
Questo è un capitolo di passaggio per il prossimo, vi aspettano tante sorprese.
Come stanno andando le verifiche/interrogazioni.
Non so voi, ma non vedo l'ora che sia ancora estate.

Detto questo buona lettura e ditemi se vi piace😘❤️
Vi voglio bene amorini😘

•Il fratello della mia migliore amica•Where stories live. Discover now