capitolo 16: "gli occhi d'argento....."

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Punto di vista di Neko:

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Punto di vista di Neko:

Non devo cedere la mia mente ferrea alla penetrante e costante stanchezza che mi stuzzica e annebbia in questo momento così teso, non voglio addormentarmi. Guardo concentrato il suolo cercando di schivare le fauci funeste e fameliche del sonno irrequieto che continuano a lapidare la mia resistenza; a terra giacciono inermi e impolverati i miei arti addormentati. Interrompo il mio sforzo disumano basato sulla forza di volontà alzando il capo per sorvegliare Rossana la predatrice che sembra immersa in un sonno quieto e privo di disturbi. Tutto tace intorno a noi, l'unico rumore percettibile per pochi è il frusciare dell'erba selvatica accarezzata e sollecitata dal muoversi del fresco vento. Per quale ragione ora la sua anima fiera è intaccata da un sentimento così spregevole ed effimero come il desiderio di uccidere? Non riesco neanche ad ipotizzare una motivazione convincente e tollerabile. Vorrei riuscire in qualche modo ad aiutarla e ho anche tentato di soccorrerla ma ogni mio tentativo impavido e sconsiderato è fallito miseramente. Non sono stato cauto con lei, avrei dovuto prestare più attenzione al vasto modo fuori da me piuttosto che rimanere radicato alla mia egocentrica sofferenza, in quel momento di sconforto se avessi aperto prima gli occhi forse avrei potuto......ora che ci penso, credo fosse inevitabile. Il destino ha voluto che ci separassimo ancora. Certo che siamo delle calamite per le disavventure, la sfortuna ci è alle calcagna continuamente, vorace e vogliosa di sottometterci ci pedina incessantemente. Tornando alla realtà, l'aspetto sempre soave della ragazzina si è modificato leggermente dopo quella sottospecie di incidente che ha dovuto sopportare alcune ore fa: i suoi lineamenti e le sue sembianze non sono stati alterati; i suoi occhi e i suoi indumenti invece sono stati tramutati più volte dalla arpia. Anche se, sommariamente, la metamorfosi non ha modificato nient'altro del suo aspetto, alloggia all'interno di quel suo involucro di carne una creatura anonima e misteriosa assetata di sangue. Ora i suoi capelli grigi splendono come il pallore candido della luna scossi dal soffio di Zefiro mentre dorme beatamente incatenata al freddo palo. Mentre ammiro la ragazza in tutta la sua ineguagliabile bellezza, mi accorgo preoccupato ed allarmato che il suo viso così sicuro viene solcato da brillanti lacrime corvine e dorate che la rendono, ai miei occhi da innamorato, ancora più bisognosa d'aiuto. Dall'occhio sinistro, coperto dalla palpebra, scorrono irrequiete e funeste delle scie nere come l'inchiostro e dall'altro, anch'esso chiuso, le lacrime sono di color oro. Cadendo al suolo ritornano comuni, cioè trasparenti, cancellando le traccie lasciate dal loro scorrere venendo assorbite dal terreno arido su cui sono precipitate. Mi avvicino gattonando silenziosamente verso la pulzella in difficoltà, cercando di essere silenzioso come il passo delle formiche o come una piuma che collassa. Mi fermo, infine, davanti alla giovane mettendomi scomodamente in ginocchio sporgendomi verso di lei spostandole alcuni capelli dalla fronte mentre contemplo la candida e romantica atmosfera che avvolge le nostre anime indegne: la bianca luna rischiara il monotono nero freddo della notte puntellata da stelle luminose; il vento soffia dolcemente scuotendo delicatamente i nostri capelli mentre il continuo brillare della luna illumina il suo viso così amareggiato e allo stesso tempo sollevato e felice, un contrasto che riesce a trasmettere il suo travagliato stato d'animo. Sarà anche caratterialmente diversa da come era prima, con indosso degli strani abiti molto provocatori, ma nonostante tutto questa ragazza è la mia principessa, lo sento. Mi alzo leggermente dalla mia postazione felice per prelevare un fazzoletto dalla mia tasca asciugandole delicatamente, senza sottrarla a Morfeo, le lacrime che le bagnano le gotte arrossate, percorrendo tutto il suo viso con il pezzo di stoffa. Poi, riposto l'utensile, mi sporgo verso di lei con un espressione che riesce totalmente a manifestare l'amore che provo per lei, per accarezzarle le guance rosee e togliendo da esse anche i rimasugli sfavillanti delle gocce passate. Sentire la morbidezza delle sue guance calde, puntellate da piccole e simpatiche lentiggini, sotto la pelle sensibile delle mie dita, rilascia in me un senso di sicurezza. Questa sensazione è come se mi ricordasse che ovunque andrò, ci sarà sempre una persona paziente e altruista ad attendere il mio ritorno con ansia. Ma codesta persona è da proteggere come un tesoro, non posso permettermi di sbagliare nel difenderla dal male che brama a lei altrimenti perderò ancora una volta ciò che ho di più caro al mondo. Non voglio soffrire di nuovo, non voglio vedere il suo viso sofferente invaso da scie intense di lacrime causate da un mio fallimento. Il mio unico desiderio, per adesso, è farla sorridere ogni giorno e farla commuovere per la gioia che spero di poterle far provare in un futuro radioso e rassicurante. Ma non credo che ciò sarà sempre possibile, purtroppo. In fondo io non sono altro che un mortale e monotono ragazzino il cui desiderio è solamente proteggere ciò che per lui è caro, ma questo è un fattore che nessuno al mondo potrebbe mai riuscire a modificare. Diminuisco lievemente la forza della mia mano nel sfiorarla e lentamente indietreggio l'arto cerando di non distoglierla dal suo sogno mentre i miei occhi ammaliati non riescono a distoglierle lo sguardo da lei . Nel momento in cui sto per togliere la mano dalla calda superficie, quella della ragazza prende di scatto ed involontariamente la mia avvicinandola al suo viso e afferrandola saldamente. Ella stringe fortemente la mia appoggiandola sul suo viso che strofina teneramente sulla mia parte del corpo. Io, ancora sorpreso, vedo apparire sul viso della ragazza un sorriso flebile e delicato che ridona alla ragazza i suoi colori originali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 07, 2017 ⏰

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