capitolo 1:"il messaggio"

134 7 7
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Sono in una gigantesca foresta di salici piangenti dai maestosi e affusolati tronchi di colore azzurro e le foglie attaccate ai pendenti rami sono di cristallo che brillando al sole creano bagliori di luce in grado di accecarti. Questa immensa foresta è popolata da creature con la forma del fiore del dente di leone. Esse sono tutte azzurre dal nucleo producente una fonte luminosa come la luce lunare, che rende il tutto una foresta ripiena di creature mai viste e misteri da scoprire. Torniamo ai fatti. Sto correndo come mai prima d'ora. Corro....devo correre. Non so perché.. ma devo. Sento il battito accelerato del mio piccolo ,fragile, cuore che a poco a poco si calma. Mi fermo. Mi giro. Mi accorgo dal nulla che ho qualcosa in tasca. La tiro fuori... e mi accorgo con una sorpresa tale da scaraventarmi a terra , che in mano ho un piccolo e consumato gesso bianco. Lo stringo forte nel palmo della mia mano destra, lo stringo cosi forte da lasciare sul palmo della mano l' impronta dell' gesso. Sento dei rumori..... sono passi! ,che a poco a poco si fanno più intensi. Il mio avversario, da quanto ho capito, cioè la persona da cui stavo scappando si è fermata davanti a me. Ma stranamente non riesco a vedere il suo volto. Faccio due passi in dietro e prendo un'enorme rincorsa mentre metto il gesso a mo' di spada, probabilmente glielo voglio conficcare nel cuore bagnando col suo sangue sgorgante il mio gesso bianco in modo tale da renderlo rosso. Sto per partire alla carica ,come un felino quando parte all'attacco sfoderando i suoi immensi artigli incrostati del sangue delle sue ultime vittime cadute. Ma, ad un certo punto, tutto mi sembra vorticare su se stesso trasportandosi le meravigliose foreste e le sue creature con il mio anonimo avversario. A poco a poco il mulinello svanisce lasciando impressa nella mia mente l' immagine del mio avversario dissolversi in quel vortice. Adesso ,nella mia immagine visiva ,vedo due fessure da cui proviene un ' immensa luce. Apro quelle fessure e scopro con mia grande delusione che si trattano solamente delle mie pesanti palpebre che per il sonno o per qualche segnale del destino si sono inevitabilmente chiuse. Alzo lo sguardo e scorgo ,30 centimetri sopra di me, la faccia della mia insegnante più arrabbiata che mai da cui ,dal mio punto di vista, può uscirci del fumo come i camini delle case durante la vigilia di Natale. A questo punto inizia a riempire la mia povera testa di rimproveri come:" Signorina Rossana lo sa che è severamente vietato dormire durante una lezione! e precisando una mia lezione!! A questo punto dovrà rimanere a scuola per punizione per 2 ore; sorvegliata ,fuori dall'aula, da un inserviente che la controllerà ed ad ogni suo comportamento scorretto le metterà una nota con la mia autorizzazione. Quindi veda di farsi viva!" . Se ne sta per andare finalmente dal mio territorio privato chiamato banco, quando ad un tratto si volta verso di me e mi dice con secchezza:" La prego di smettere di disegnare nel sonno è decisamente inquietane, veda di darsi una regolata.".

"Disegno, ma quale disegno ?!" queste parole risuonano nella mia testa con l'equazioni e l'espressioni dell'insegnante mischiandosi in una immane tempesta. Abbasso lo sguardo per prendere appunti sul mio quaderno, come mia consueta abitudine , quando ad un certo punto mi accorgo con terrore e mistero di una misteriosa scritta sul foglio che dice a grandi lettere:" AIUTAMI!" come avrà scritto la mia mano questa frase? quando in realtà la mia mente e il mio corpo erano in uno stato di completo isolamento dal resto del mondo. C'è un unica spiegazione: la mia mano è posseduta dal fantasma della lavagna. Sapete la vecchia e trapassata leggenda del fantasma della lavagna? è molto famosa nella mia scuola ed essa racconta:

"Un bambino scriveva normalmente la lavagna in un bel martedì sera, quando ad un certo punto sulla lavagna iniziò a disegnare ,contro la sua volontà, due mani che pregavano. Si dice che il bambino morì d'infarto e che il fantasma della persona che si era posseduta della sua mano stia cercando il prescelto\a che lo aiuti a terminare la sua opera".

Ovviamente, io ,non ci credo più di tanto. A proposito voi non sapete chi sono giusto? Allora mi presento: Sono Rossana dei Girasoli e non ho famiglia quindi il mio cognome è il nome del mio orfanotrofio; Sono una ragazza dal carattere riservato, sola al mondo e vengo sempre presa in giro dalle mie compagne più fortunate; ho 14-15 anni e ho i capelli corvini e occhi marroni. Indosso l'apparecchio e gli occhiali e per via di questi oggetti, tutti i miei carissimi e gentilissimi compagni di classe mi chiamano "Topo di biblioteca". Ormai sono vittima del bullismo da tutta la vita, ma iniziò la mia disfatta quando la mia unica amica mi lasciò in disparte a causa delle crudeli voci che giravano e che girano sul mio conto.

Quindi valutate un po' voi la mia spiacevole situazione. Tornando a noi dopo le lezioni dovrei andare nell'aula delle punizioni e venir derisa dai miei odiati compagni che escono felicemente e allegramente da quella prigione. E così farò altrimenti me la vedrò con la "signorina non uso una crema contro le rughe dalla fine della seconda guerra mondiale". Così dopo le lezioni mi reco nell'aula scelta dal destino per farci passare all'interno due ore della mia triste vita. C'è, ad attendermi sull'uscio della porta, il nostro amato collaboratore, l'unico che durante una breve assenza dell'insegnante ci faceva stare in piedi o che ci preparava il caffè quando eravamo stanchi. Ora lui è lì con lo sguardo rivolto a me e con quegli occhi premurosi dice affettuosamente:" Che ci vuoi fare". Forse lui è l'unico essere vivente che mi capisce, strano ma vero. Entrai nell'aula della 3-E la classe che in certi luoghi e film è molto nominata, data la sua spiacevole fama. Spero che nell'aula non salti fuori dal soffitto un ninja assassino che mi vuole uccidere all'istante. Torniamo a noi, ora vi descriverò l'aula in cui abiterò per due ore consecutive: L'aula ha il soffitto ben intonacato e ha sul soffitto due lampade entrambe quasi fulminate; Le pareti sono di color verde-azzurro che si dice sia un colore rilassante e che dia un effetto benefico alla mente; Lo schieramento militare utilizzato dalle insegnanti è di sei file formate da quattro banchi ciascuna , essi sono allineati in fila indiana; Dal cassetto proibito straripano gli oggetti confiscati e a vista d'occhio posso dirvi che ci sono un paio di pacchi di sigarette, dei telefoni e altri strambi oggetti che qualche psicopatico avrà portato a scuola per farsi pubblicità. Mi siedo terrorizzata e tremante su di una sedia pensando a come fossero i tempisti che disonorano la classe. Gli immagino: pieni di orecchini ,con la cresta o rasati ,dai capelli colorati e dall'abbigliamento cupo o troppo appariscente. Davanti a me c'è l'enorme lavagna della classe ,larga sette volte me e alta come me, che mi fa pensare a tutti quei bei disegni che potrei farci sopra. Allora prendo tutto il mio coraggio e chiedo al mio grande amico-sorvegliante di chiudere la porta e lui ,con tutta  gentilezza, la chiude lasciandomi al mio lavoro. Prendo l'ambiguo gesso bianco e inizio a disegnare ciò che mi viene in mente. Avvicino il polso alla lavagna.....appoggio il gesso sulla nera superficie che mi ricorda un cielo notturno in assenza di stelle. Ma ........la mia mano inizia a muoversi per conto suo! Disegna tratti indefiniti e casuali ma ad una velocità impressionante. Intanto, a causa della polvere generata dalla mia mano-flash, chiudo gli occhi e lascio che la mia parte involontaria del corpo ,accompagnata dal destino e dalla mia fiducia, finisca la sua magnifica e anonima opera. Dopo meno di dieci minuti apro spaventata un occhio, poi l'altro e mi accorgo di aver disegnato un bellissimo ragazzo dai lineamenti femminili, dai capelli e occhi chiari, dal fisco minuto e dalle mani affusolate come quelle di un pianista. In testa ha una corona e indossa: un mantello foderato di un tessuto rosso e all'esterno ricoperto di seta pregiata; ha anche un raffinato abito bianco e azzurro come quello dei principi delle fiabe. Provo ad avvicinarmi quando.........lui mi fa l'occhiolino?! E inizia a salutarmi allegramente con la mano mostrandomi un sorriso gentile. Io invece muovo ,paralizzata dalla paura, solo la mano per salutarlo e tiro un lieve sorriso per non mostrare l'imbarazzante apparecchio. Ma intanto tutto il mio corpo è paralizzato dallo stupore o dalla paura. Dopo di che mi fa cenno con la mano di seguirlo dall'altra parte della cupa superficie. A quel punto presa dalla paura mi guardo intorno e vedo terrorizzata che intorno a me non c'è più l'aula dei malfamati. Sono in una solitaria stanza da manicomio senza aperture verso l'esterno e di colore bianco candido. Non c'è via di fuga devo entrare in essa per evitare d'impazzire. Inizio ad avvicinarmi alla nera lavagna. Metto tremante una mano sopra la superficie ma.................

(continua nel prossimo capitolo non perdetevelo;) )          


inside of the blackboardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora