capitolo 10: "gocce di vernice (fra i pennelli)"

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davanti ai miei sorpresi e completamente incantati occhi marroni, si estende imponente e allegramente una breve ma magica foresta composta soltanto da enormi e biologici pennelli d'artista con la punta, in crini di cavallo come i duri archi dei vi...

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.........davanti ai miei sorpresi e completamente incantati occhi marroni, si estende imponente e allegramente una breve ma magica foresta composta soltanto da enormi e biologici pennelli d'artista con la punta, in crini di cavallo come i duri archi dei violini, permanentemente ricoperta di una grande quantità di vernice colorata che cola dalla punta per creare, sotto di essi, delle pozzanghere colorate di un grande diametro e di una profondità sconosciuta ma molto grande, presumo. La foresta è onnipotente e ammaliante con i suoi colori ti spinge alla amara ed esaltante follia che avvolge inconsciamente la tua mente nel vedere una tale stranezza. Se fosse per me io mi costruirei immediatamente una piccola e discreta casetta ,tra il materiale artistico, e di stabilirmici all'interno per tutta la mia insignificante vita che a poco a poco viene scombussolata da questi inconsueti paesaggi. I miei due compagni d'avventura incominciano velocemente a scendere dall'immensa collina di confine tra le due regioni per poi aspettarmi sotto stando attenti ai nemici che potrebbero circondare il perimetro. Inizio a scendere anche io giù dalla rupe ma in maniera goffa e vigile per evitare di togliere la mano dai pochi appigli che trovo durante la mia lenta discesa. Tolgo lentamente una mano da una roccia per afferrarne subito un altra e il mio piede tocca ,in quel preciso istante, un'altra roccia per poi scendere di un paio di centimetri: una discesa lenta e noiosa che consiste solo nel eseguire pochi ma importanti movimenti che a volte possono essere fatali. Tocco con un piede una piccola ed insignificante roccia buttando tutto il mio peso corporeo sulla gamba che penso sia saldata ermeticamente alla parete. Ma la roccia ha disgraziatamente la superficie liscia e scivolosa e la gamba ,accompagnata dal resto del corpo, scivola su di essa facendomi cadere all'indietro in maniera lenta e allarmante. Perché le cose brutte capitano solo a me, la sfiga si è innamorata della sottoscritta e spero sinceramente che egli sia un bel tipo. Mentre vedo il mio corpo cadere nel vuoto e la parete davanti ai miei occhi, paralizzati, allontanarsi sempre più da me penso e ripenso al terribile e malaugurato impatto doloroso che subirò nel atterrare violentemente sul  suolo argilloso. L'impatto avverrà precisamente tra: tre( inizio a tremare), due(mi manca il respiro), uno(chiudo gli occhi)................ ma invece di sentire la ruvida argilla mischiata alla sabbia sulla mia povera e paralizzata schiena, percepisco un forte calore e morbidezza che circondano la mia vita. Volto felice e allarmata la testa per poi vedere commossa il mio bruno salvatore dagli occhi da cerbiatto,il mio eroe, Angelo, mi ha ineguagliabilmente salvato la vita. Certo che tutto sommato sono una felice persona fortunata e quindi mi salvo sempre dagli imprevisti spiacevoli che mi avvolgono e mi fanno fare delle orrende figuracce. Mentre ringrazio amorevolmente il cielo del dolce paladino che ha mandato in mio soccorso, le braccia del dolce ragazzo mi tengono sempre più stretta e felice. Capito in situazioni anche molto molto piacevoli e di questo me ne vanto. Mentre incomincio ad arrossire in maniera nettamente evidente il mio salvatore china lentamente il capo verso il mio piccolo orecchio e mi tira sempre più vicino a lui. 

Angelo- " Ti ho presa ragazzina, non ti lascerei mai cadere sappilo ( sorriso innocente) " Finita la frase che mi ha fatto completamente ed indubbiamente arrossire una voce infuriata inizia a rovinare il piacevole momento di pace che ho trascorso fino ad un minuto fa.

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