Capitolo 4.

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Quando aprii gli occhi mi ritrovai nella mia stanza completamente buia, mi strofinai gli occhi con i pugni mettendomi seduto. L'incubo peggiore della mia vita. Controllati l'ora sul cellulare e notai che erano le 12.00 p.m. avevo dormito un bel po.
Non é un sogno continuava a dirmi quella vocina nella mia testa, per metterla a tacere mi alzai e dopo aver alzato la serranda della camera da letto realizzai che la parte a sinistra del letto dove dormiva Aurora era quasi del tutto intatta. Mi si gelo il sangue nelle vene -Era solo un sogno- sussurrai. Spalancai la porta della camera scendendo di corsa le scale -Amore?- dissi ad alta voce ma c'era un silenzio tombale -Aurora?- continuai entrando in cucina. Niente, tutto intatto.
In quel momento il cellulare che avevo lasciato al piano di sopra prese a squillare insistentemente, corsi su per le scale e mi catapultai in camera e accettai la chiamata di Jessica.
-Pronto? Jes?- chiesi.
-Niall, devi venire subito qui, corri.- disse lei. -Arrivo.- e senza darle tempo di rispondere avevo gia chiuso la chiamata.
Dopo essermi cambiato di fretta con le prime cose che mi capirarono sotto mano, corsi alla mia macchina partendo a tutta velocità verso l'ospedale.
Si é svegliata? Sta male? E se é andato storto qualcosa?
Il mio cervello era pieno si domande senza risposte, arrivai all'ospedale, probabilmente ignorando qualche semaforo rosso, scesi correndo all'interno salendo al secondo piano.
In sala d'attesa c'erano Liam, Calum e Ashton insieme alla mia piccola Summer.
Appena mi vide corse verso di me -Papà!- strillò saltandomi in braccio.
-Ciao amore, ti sei comportata bene?- chiesi. -Certo- disse -ma mi manca mamma.- disse abbassando la testa.
-Ora papà va a vedere come sta, va bene? Così torneremo a casa.- le accarezzai la guancia posandola a terra.
-Jessica mi ha chiesto di venire, dov'e?-
Nessuno rispose, Liam abbassò la testa, Calum gli passó una mano sul fianco in segno di conforto mentre Ashton sospirò solamente.
Dal corridoio vidi spuntare la testa corvina di Jess che venne velocemente verso di me.
-Niall, devo parlarti.-
-Prima voglio vederla- dissi solamente.
-Prima devo dirti una cosa- sospirò tristemente mentre ci avviavammo per il corridoio.
-Aurora si é svegliata- iniziò -Davvero? Oh Dio- mi portai le mani alla bocca.
-Ma.. - disse bloccandosi -Ma?-
-Lei non ricorda, Niall, la sua mente si é bloccata ai suoi 17 anni.- disse senza guardarmi negli occhi.
-Q-quindi lei non... non si ricorda di me? Ne di Summer?- chiesi, cercai di essere forte, non volevo piangere ancora.
-Si ricorda di te, Nì, ma mettiamola così, tu sei il biondo che salta sul palco, quello dei poster in camera che lei vuole abbracciare.- disse.
-Come una fan?- chiesi solamente.
-Si, lei ti ama Niall, ama il te sul palco, ti ha sempre amato, ma é come se lei dovesse riconoscere il vero te, quello con cui vive ed ha una figlia.-
Annuii, non sapevo cosa fare, come dovevo comportarmi?
-Vuoi vederla?- annuii solamente e lei mi fece cenno di andare.
Aprii titubante la porta e la trovai lì a leggere un libro -Hey.. - dissi grattandomi il retro del collo.
La vidi voltarsi lentamente, sgranare gli occhi e riempirsi di lacrime.
La mente mi portò un ricordo, quello del nostro primo incontro..

Ero stanco morto, ero appena arrivato a Londra, dopo un lunghissimo volo da Los Angeles.
Liam mi aveva chiamato, e poco dopo anche ad Harry per fare una sorpresa a due amiche di Michael che erano anche nostre fans, mi pare si chiamassero Aurora e Jessica.
Ero sempre contento di vederle, ma l'unica cosa che volevo fare in quel momento era andare a casa mia, buttarmi sul letto e dormire per almeno una settimana, fottuto get-leg e fottuto fuso orario.
Ma comunque si trattava di una cosa importante a detta di Liam, quindi dopo che Mark era venuto a prenderci con un SUV nero, il solito, ci aveva portati funo a casa di Liam.
Mi trascinai fino alla porta suonando il campanello, e fui aperto da Liam che mi accolse con il suo solito sorriso amorevole.
Mi sistemai il ciuffo entrando in casa e salutando i ragazzi, compresi i quarto australiani.
Mi soffermai su una ragazza dai capelli biondo scuro, gli occhi colmi di lachime che non ci misero molto a scendere dai suoi occhi,sembravano chiari, fuggitivi erano andati a fissare le sue scarpe, il mio sguardo su addolcii a quella scena, era cosi bella. Vidi Michael avvicinarsi con in fazzoletto e sussurrarle qualcosa all'orecchio e lei annuii debolmente.
Non mi piaceva quando le fans piangevano per me, ma odiavo quando urlavano e facevano le pazze, ma lei non l'aveva fatto. Fui io ad avvicinarmi con passo lento fino ad arrivare davanti a lei.
-Tu sei Aurora?- chiesi, sperando con tutto me stesso di non aver fatto una figura di merda sbagliando il nome.
La vidi annuire e aprii le braccia per stringerla dolcemente tra le mie braccia, i suoi singhiozzi aumentavano ed io cercai di consolarla sussurrandole all'orecchio di stare tranquilla.

-N-niall?- chiese senza fiato -C-ciao, i-io scusami- disse cercando di fermare le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
Non resisterti all'impulso e corsi verso di lei stringendola in un'abbraccio dolce e forte allo stesso tempo.
Sentire la sua stretta su di me, sentire il suo profumo era come una lunga boccata di aria fresca dopo un'apnea.
Ti amo Aurora, sei viva, sei qui con me, e non vorrei essere in nessun'altro posto se non tra le tue braccia.
Ora come avrei fatto? Non potevo dirle di noi o avrebbe avuto qualche trauma e rendere l'amnesia permanente. Come avrei fatto con Summer? Moriva dalla voglia di vedere sua madre.

Amnesia •Niall Horan•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora