Capitolo 15

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James' POV:
Sylvia era una delle cose più belle che mi fosse capitata in quel periodo.
La guardai ancora, felice, poi mi sdraiai accanto a lei, di fianco, invitandola a fare lo stesso.
Restammo abbracciati, lasciandoci tentare da qualche bacio a stampo
"Sarà dura non baciarti in facoltà" sussurrai al suo orecchio, ridendo
"Non credere che per me sarà più facile" mi rispose lei, accarezzandomi il viso.
La baciai ancora, stavolta passionalmente.
"Quando sei qui però non abbiamo limiti" sussurrai sulle sue labbra, sorridendole.
Mi sentivo così rilassato, e quella sua risata era così dolce...
"James..."
"Si?"
"Forse è il caso che ritorni a casa... Ho due coinquilini, potrebbero iniziare a farsi delle domande"
"Oh.. Si. Va bene" quella frase mi aveva fatto cadere gli angoli della bocca verso il basso. Perchè non poteva restare un altro po'?
"Vado a vestirmi" sussurrò dandomi un bacio in fronte.
Mi vestii anche io, fuori faceva freddo a causa della pioggia della sera precedente, quindi pensai di dare a Sylvia una delle mie felpe, così almeno sarebbe stata più coperta.
Cercai nell'armadio quella più adatta e ne presi una nera con "CALIFORNIA - USA" scritto sopra. Sembrava adatta in fin dai conti.
Mi diressi verso la stanza di fronte, la porta era aperta, quindi mi avvicinai, non aspettandomi quello spettacolo.
Vidi Sylvia, di spalle. Era solo in intimo di pizzo bianco.
Aveva un incarnato perfetto, degno di una bambola di porcellana, qui e lì aveva qualche piccolo neo (a mio parere erano tutti deliziosi) e i suoi capelli ramati cadevano a regola d'arte sulle spalle.
Ero talmente ipnotizzato da quella scena che mi dimenticai cosa stavo facendo, e fu allora che lei si girò
"JAMES!" urlò tirandomi addosso il maglione che le avevo prestato la sera prima
"Oh ... Ehm... Scusa!" dissi imbarazzatissimo, rimanendo ugualmente a guardarla. Entrai nella stanza e la avvolsi nella mia felpa per poi poggiare le mie mani ai lati del suo viso.
Lei arrossì, poggiando le sue mani sul mio petto, e fu in quel momento che la baciai. Ancora.
Fu un semplice bacio, piuttosto veloce, ma sembrò significare molto per entrambi
"Devi proprio andare?" le chiesi abbracciandola
"Posso restare ma... Stasera devo tornare a casa" annuii, felice di averla ancora un altro po' con me.
"Torniamo a lavoro?" le chiesi prendendola per mano
"Direi di si" mi rispose, arrossendo
"Che c'è?" le chiesi non capendo il motivo del suo rossore.
Lei guardò le nostre mani intrecciate e sorrise
"Con un po' di fortuna, potremmo farci l'abitudine" le sussurrai, contento.
Tornammo al piano di sotto, dove avevamo lasciato tutto il nostro materiale lavorativo.
Fu proprio quando ci sedemmo che mi cadde l'occhio sul passerotto che avevo disegnato la sera prima e mi venne un'idea, sulla quale avrei rimuginato non troppo a lungo
"Vieni, ti insegno a disegnare i passerotti" le dissi ridendo.
Volevo accontentarla in tutto, non so nemmeno perchè.
Mentre disegnavamo passerotti entrò Seth in casa (si, aveva una copia delle mie chiavi)
"Hey ragazzi.." disse con quel suo tono malizioso
"Seth!" dissi io, sentendomi colto con le mani nel sacco.
Lui si avvicinò, facendomi cenno di dovermi parlare
"Che c'è?" gli chiesi una volta soli
"RACCONTA" strillò lui, come una ragazzina eccitata.
Gli tappai la bocca, per evitare un ulteriore produzione di ultrasuoni
"Zitto deficente!!" gli dissi ridendo
Lui sollevò le mani in segno di resa ed io tolsi la mia mano dalla sua bocca
"Allora?" mi disse non appena libero
"Allora... È mia" dissi facendo spallucce
"Te la sei fatta?!" mi disse sgranando gli occhi e rimanendo con la bocca spalancata
"Ma no, pervertito! Però abbiamo dormito insieme stasera.."
"Ooooooh che carini" disse lui ridendo
"Smettila, Rogen!"
Scoppiammo a ridere entrambi e fu allora che Sylvia fece capolino dalla porta
"James?"
"Si?" le risposi sorridendole
"Forse è meglio che io torni a casa.." farfugliò
"Prendo le chiavi" le dissi avvicinandomi a lei e baciandola a stampo. Prima ancora che potesse dirmi nulla aggiunsi
"Seth lo sa, Cookie"
Altra risata adorabile.

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