2.Are you coming to the party?

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«vorrei solo sapere il motivo per il quale sono capitata in camera con un ragazzo»

Stesa sul letto in posizione supina, fissavo il soffitto con grande interesse. Occupavo il letto di Michael da ormai un'ora, dalla mia posizione si riusciva a sentire perfettamente la musica provenire dalla mia camera. Ero affranta dalla situazione: io speravo solo di chiudere gli occhi, invece mi ritrovavo a "combattere" con un maleducato.

«è il destino» tentò di rispondere Michael alla domanda che più mi girava per la testa in quel momento, ma quella sua frase non poteva essere considerata un responso.

«te lo dico io il motivo» Ashton, il compagno di stanza di Michael, osservava la scena dimostrandosi interessato «in questo college funziona così: o ti sbrighi a far domanda scegliendoti un compagno o loro faranno completamente a caso. E per come è capitato a te, devo dire che si, hanno fatto totalmente a modo loro»

Sospirai, poi mi girai su un fianco, sperando di poter riposare per almeno una ventina di minuti.

«levati dal mio letto e tornatene nella tua stanza»

Tutte le mie speranze venivano perse ogni qualvolta in cui Michael Clifford apriva bocca. Ricordo che in quella situazione, fu devastante. Esaurita com'ero, fu abbastanza complicato per mio fratello portarmi via dalle braccia di Orfeo.

«Da brava, vai a disfare la valigia»
«ma io ho sonno»
«Hai tutta la notte per dormire»

E considerando che la notte nei college si passava a camminare come degli zombie per i corridoi traboccanti di ragazzi più cadaverici di te, probabilmente tutti alla ricerca di un water al quale aggrapparsi, non avrei chiuso occhio per un lungo lasso di tempo.

Infilai la chiave della mia stanza nella serratura e con gran difficoltà -doveva anche capitarmi la porta difettosa- riuscii ad entrare. Quello stupido stereo era ancora acceso, ma stavolta passava una canzone dei Blink 182. Feci finta di niente, gli passai davanti mostrandomi completamente indifferente al suo alto livello di antipatia e raggiunsi il mio letto.

Aprii la valigia e iniziai a sistemare la roba -o a buttare un po' di qua e un po' di là i vestiti- e chiusi l'armadio, soddisfatta del mio lavoro.

«vieni alla festa di stasera?» disse una voce alle mie spalle; mi voltai ancora inginocchiata davanti ai cassetti dell'armadio e mi bloccai ritrovando i suoi occhi nei miei.

«di quale festa stai parlando?»
«la festa che si fa ogni santissima notte prima dell'inizio dell'anno scolastico» spiegò con un'emozione pari a quella di Michael quando mia madre lo obbligava a ripetere geografia.

Che poi, non mi sembrava il caso di esprimersi in quel modo: non esisteva la festa del primo giorno, del trentacinquesimo giorno e del settantanovesimo giorno. In quel posto le feste c'erano una notte si e l'altra anche; è uno dei più ovvi motivi per il quale i voti di uno studente medio arrivavano a malapena alla sufficienza.

«tu ci andrai?»
«ovviamente» un sorriso beffardo si fece spazio sul suo volto.
«comunque non mi hai ancora detto il tuo nome»

«Luke» bofonchiò facendosi capire a stento sopra il volume decisamente troppo alto della musica.

Lanciai un'occhiata all'orologio appeso al muro: erano le 3 del pomeriggio e a me di vagare come un'anima in pena senza meta non andava per niente. Così optai per schiacciare un pisolino, o almeno tentai. Rimasi sul mio letto a guardare le pareti decisamente troppo bianche per me mentre la musica punk rock, metal, heavy metal, rock del mio compagno di stanza mi trapanava le orecchie in una maniera assurda.

stäy the night||☽Where stories live. Discover now