Capitolo 8

120 7 2
                                    

Mille scuse, dalle piú plausibili a quelle piú improbabili, affollarono la mente di Hermione. Perchè Draco sarebbe dovuto venire a cercarla? Un'ustione grave? Sembrava perfettamente sano. Un problema con gli esami? Aveva preso voti abbastanza alti nell'ultimo mese senza il suo aiuto. Un progetto a scuola?
"Lumacorno!" Sussurró distratta.
"Eh?!" Le fece Harry.
"Oh niente!" Si affrettó a rispondere la ragazza. "Avevo dimenticato di dirti che io e Draco...Beh insomma sai, il progetto di Pozioni."
Il giovane Serpeverde colse la scintilla di avvertimento nei suoi occhi.
"Appunto Potter, non fare quella faccia sconvolta."
"Non è sconvolta." Ribadí Harry "È disgustata. Anche io e Millicent dobbiamo lavorarci ma lo facciamo da separati...O almeno è cosí che si lavora quando non ci si sopporta."
"Ma il progetto mio e di Draco è sicuramente diverso da quello tuo e di Bullstrode."
"Piú elaborato." Soffió ghignando Draco, ed Harry colse la sottile allusione al fatto che lui non era il massimo in Pozioni.
"Comunque" continuó Draco "il nostro allenatore non è ancora arrivato oggi, e di solito non è mai in ritardo. Credo che a quello scimmione sia andato il cinghiale di traverso ieri sera."
"E tu hai bevuto tè con acido a quanto sembra." Disse Hermione, improvvisamente risentita, nascondendo la faccia tra i capelli.
"Calma Granger, te lo avrei anche avvicinato oggi se ce ne fosse stata la possibilità."
La strega arrossí lievemente, continuandolo a guardare in modo truce, mentre Harry fissava il campo da gioco, dove Ron gironzolava intorno alle sedute con aria interrogativa, mentre cercava di ascoltare i loro discorsi.
"Stai attenta Hermione." Disse all'improvviso. "Vado ad iniziare l'allenamento, ma per qualsiasi cosa..."
"...Useró uno degli incantesimi di cui ho sicuramente piú conoscenza di te se mi fará arrabbiare." Concluse in fretta la ragazza.
"A meno che non si tratti di centauri." Sorrise Draco.
Harry la guardó con aria di sufficienza e si precipitó giú per le scale; pochi istanti dopo stava sussurrando qualcosa a Ron, che assumeva un colorito sempre piú terreo dopo ogni parola.
Draco, che stava osservando la scenetta immobile come una statua, inarcó le sopracciglia.
"L'estate a casa di Weasley deve essere stata una pacchia."
Hermione sussultó.
"E tu come sai che ero a casa sua?"
"Dobby." Rispose annoiato Draco "Non fa altro che ciarlare per i corridoi della sera in cui tu l'hai fatto sedere a tavola con loro a mangiare l'arrosto."
Hermione balbettó un 'ah' e rimase in silenzio.
"E poi" continuó il ragazzo "non vedo perchè debba essere un segreto. La tua banale vacanza a casa di un povero disadattato non è di interesse a nessuno."
"Eppure tu mi hai domandato che cosa avessi fatto cinque secondi fa, oppure mi sbaglio?" Disse Hermione con una punta di rabbia nella voce.
"Era per fare conversazione." Fece spallucce il mago.
"Ed è anche divertente vedere Weasley che si ventila per l'ansia che la sua indifesissima ragazza si aggiri con un cattivo."
"Non sono la sua ragazza."
"A volte mi chiedo come tu faccia a sopportarli." Sussurró Draco, ignorandola.
"Sempre a fare i paladini dela giustizia e a mostrare le loro abilità nulle da idioti cercando di proteggerti, come se non sapessi farlo da sola. Ma a me sembra che tu gli abbia salvato il culo molte volte."
"Loro...Loro riconoscono i miei meriti."
"Oh certo!" Il ragazzo alzó gli occhi al cielo "L'unica cosa che sanno dirti è 'oh quanto sei intelligente, grazie per avermi levato dai casini' e poi si prendono tutta la gloria. Guarda Weasley!" Disse ammiccando a Ron, che faticava a cacciare la pluffa dal baule "È un completo imbecille, eppure tutti credono che sia un mito per incantesimi che tu hai fatto. Senza quelli non sarebbe neanche uscito vivo dalla camera della Pietra Filosofale."
"Siamo una squadra" borbottó Hermione "e poi anche tu credi che io sia una sporca babbana."
"Ieri sera ho ammesso che hai talento, ma a quanto pare l'intelligenza da stupida mezzosangue ti è rimasta. Quando eravamo nella Foresta non facevi altro che pensare a loro due e a cosa avrebbero detto nei tuoi confronti."
"E com..."
"Legilimanzia. Me lo ha insegnato Piton nel primo semestre."
Hermione diede un'altra occhiata al campo da gioco, senza vederlo veramente. Draco era sicuramente piú intelligente di quello che pensasse, questo era sicuro. Guardó il suo volto con la mascella contratta, l'espressione imbronciata e le mani congiunte in grembo. Era così immobile che sarebbe potuto essere una scultura,e...Era davvero arrabbiato perchè pensava che lei stesse sprecando il suo talento?
"Non credo che Krum possa venire oggi, è troppo in ritardo." Disse tranquillamente. "Per cui io conosco un posto sicuro dove possiamo provare ad aprire quella cosa. Che ne pensi?"
Il ragazzo si alzó senza dire una parola e scese le scale.
-
"Mi potresti dire cosa stai facendo?"
Hermione si aggirava con aria furtiva vicino la capanna di Hagrid da almeno venti minuti, tastando il terreno con i suoi stivali da neve, le orecchie ben tese, attente ad ogni scricchiolio.
"Shhh! Sto cercando di...TROVATO!"
La botola si aprì con un sonoro 'clack', e davanti a loro si spalancó uno stretto cunicolo immerso nell'oscurità, percorribile grazie ad una scalinata.
"Seguimi!" Disse lei saltando sul primo scalino.
"Lumos!"
Le pareti erano ricoperte da sporchi mattoni unti di qualsiasi sostanza piú unta dell'olio, e l'ambiente era pervaso da un forte odore di salvia misto a quella che sembrava puzza di spazzatura.
"Secoli di magia e non hanno ancora inventato le lampadine." Sbuffó la ragazza.
"Che cosa sono?" Chiese incuriosito Draco.
"Cose babbane che funzionano senza bisogno di torce o bacchette."
"Ah."
Ci fu un attimo di pausa.
"Come conoscevi questo posto?"
"Fred e George avevano lasciato la Mappa del Malandrino incustodita quest'estate, e cosí ci ho dato un'occhiata. Mi sembrava il posto ideale per...Oh, eccoci arrivati!"
Davanti a loro si aprì un ampia stanza, le cui tre pareti erano occupate da enormi finestre che davano sull'esterno; si scorgevano le montagne diroccate che potevano essere osservate solo sulla Torre dei Corvonero, dominate da un cielo plumbeo completamente ricoperto di nuvole, che oscuravano i primi bagliori di un tramonto caduto al di sopra delle alte cime innevate che brillavano alla luce del sole, sorvolate da grossi rapaci neri.
"È bellissimo qui." Sussurró Draco senza fiato.
"Sì, e pensa che nessuno conosce questo posto. È sospeso a 300 metri da terra nonostante si abbia l'impressione di scendere sottoterra, e ho usato l'Oblivion sulla Mappa, così che nessuno potesse venire a ficcanasare."
"Cosa?" Draco la fissó sbigottito "Ma solo i maghi del Ministero con eccessive abilità magiche possono usarlo sulla carta, infatti mio padre..."
"Già, il Ministero" lo interruppe Hermione "dovrebbe custodire meglio i suoi archivi."
"E cosa vieni a fare qui?"
"Oh...Vengo a studiare in tranquillità, sai quando ci sono gli esami." Disse lei nervosamente.
Il ragazzo osservó l'unico tavolo della stanza: era ricoperto da uno spesso strato di polvere. Nessuno aveva studiato lì nei precedenti novant'anni.
"Mi passeresti la borsa dove tieni la scatola?" La voce di lei interruppe i suoi pensieri. Fece scivolare via dalla spalla la sua tracolla e gliela porse delicatamente, quando un luccichio in un angolo della stanza colse la sua attenzione. Si diresse lentamente in quella direzione, mentre la strega frugava nella sacca.
Trovó un piccolo anellino totalmente annerito, che forse una volta sarebbe potuto essere argentato, con su inciso 'F§A'. Lo rigiró tra le dita per qualche istante, e poi si voltó verso il centro della stanza.
"Non si puó utilizzare l'Oblivion sulla stessa persona che compie l'incantesimo, vero?"
"No...Direi di no." Squittì soffocatamente Hermione mentre la testa era immersa nella borsa riempita con tutti gli accessori del Quidditch.
"Ma la possiamo usare sugli oggetti che ci ricordano qualcosa per dimenticarlo, giusto?"
Il suono di un tonfo riempí la stanza. La borsa di Draco era sul pavimento e tutti gli oggetti che conteneva era sparsi in ogni lato della stanza, mentre Hermione lo guardava con un'espressione di sorpresa.
"Sì...Perchè questa...Questa domanda?"
"Pura curiositá."
"Ah." Sembró riassestarsi "Ma...Ma non funziona sempre se ti interessa saperlo...Non nel novanta per cento dei casi."
"Capisco." Disse lui stringendo ancora l'anellino tra le dita. Poi lo fece scivolare in tasca e si rialzó.

Lights || DramioneWhere stories live. Discover now