Capitolo 3

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Una pozione rallegrante.
Come primo compito Lumacorno gli aveva assegnato una pozione rallegrante. Hermione era pietrificata, le gambe si erano letteralmente mosse da sole in quell'insignificante spazio che separava il suo tavolo da quello di Malfoy, mentre i suoi compagni la fissavano con una faccia funerea, a tratti dispiaciuta, a tratti arrabbiata: in particolare, sia Ron che Harry ricordavano bene il pugno mirabolante che la strega aveva assestato sul naso di Draco al terzo anno di scuola, dopo che lui l'aveva ribattezzata "mezzosangue", e ora erano lí, costretti in uno stesso tavolo per il resto dell'anno.
"Ti giuro che se muove un dito verso di lei io...io..."
"No Ron, non farà niente."
Il tono di Harry era duro, deciso. Non avrebbe osato farle di nuovo del male, non a lei. Poteva starne certo.
Nel frattempo, la lezione era già iniziata da qualche minuto, e la strana coppia all'angolo dell'aula continuava a fissare il calderone, inerte, mentre tutti gli altri (persino Pansy Parkinson, che aveva addirittura sfiorato il gomito a Neville tagliando le sue radici) erano ormai a lavoro.
"Ehm....Cominciamo, no? Tu potresti prendere le radici di dorodendro...No, rododendro e tagliuzzarle, mentre io metto le pasticche di zolfo a mollo...Ti va bene?"
In risposta Draco scrolló le spalle, e si diresse verso la dispensa. Magari l'aveva vista fissarlo poche ore prima...Chissà cosa avrá pensato, lei non voleva fissarlo davvero, era solo curiosa...Ma come avrebbe potuto spiegarglielo in quella situazione?
"Sei silenziosa oggi, Granger."
La strega sussultó.
"Di solito non fai altro che blaterare con la tua vocina irritante."
Hermione era di fuoco.
"Sempre piú simpatico eh?"
"Lo hai notato?" Draco accennó un sorriso "È una caratteristica propria di noi maghi purosangue, non penso tu possa capire."
"Voi purosangue studiate molto, per mettervi alla pari con i voti di noi mezzosangue, non è vero?"
Il mago si giró ad osservarla di scatto, mentre lei girava un mortaio nel pentolino con il viso nascosto tra i capelli.
"Che cosa intendi?"
"Che ci facevi in biblioteca poco fa? Desiderio di cultura? Amore per la conoscenza?"
"Non sono affari tuoi!"
La ragazza alzó gli occhi al cielo.
"E poi, Granger" aggiunse il ragazzo "credi che non ti abbia vista oggi mentre mi fissavi?"
Hermione tacque.
"So di poter essere attraente, ma la prossima volta se vuoi ti regalo una foto direttamente dal Profeta; sai, papà è stato premiato poco tempo fa e siamo in prima pagina. Cittadino dell'anno! Chi l'avrebbe mai detto?"
"Eh giá, chi l'avrebbe mai detto?" Obiettó Hermione in tono sarcastico.
La pozione stava per bruciarsi.
"Frena la lingua, ragazzina. Sono cose che tu e la tua famiglia potete ben sognarvi, specialmente" e ammiccó verso Ron "se hai intenzione di metterti con lui."
"Sei invidioso forse?"
Draco gettó nel calderone le parti di radici sminuzzate in maniera finissima, e il liquido assunse un colore rossastro.
"E di cosa, Granger? Della casa con i buchi sul tetto in cui andrete a vivere? Sei tu che stai provando a vedere le cose come non sono."
"Ossia?"
"Lo esalti tanto perchè non puoi permetterti niente di meglio. Chi sposerebbe mai una mezzosangue?"
La pozione era completamente bruciata, e ció che Hermione stava mescolando non era altro che una poltiglia informe e puzzolente, che emanava fumi per niente benevoli. Dopo un istante di silenzio, Neville dal tavolo vicino riuscí a notare qualcosa gocciolare dal viso della strega verso la padella.
"Hermione....Ehm, stai bene?"
La ragazza alzó il volto tremante: aveva gli occhi arrossati, e le guance bagnate riflettevano la fioca luce delle candele dove prima c'erano le lentiggini.
"Sí Neville...É solo il fumo, è entrato negli occhi...Sto benissimo, davvero. Questa pozione è un disastro, devo rifarla!"
"Ma la scorsa lezione mi hai spiegato tu come realizzarla!"
"Sí bè, ho un vuoto di memoria."
Cosí dicendo si abbassó nelle mensole sottostanti e prese un nuovo calderone, appena dopo essersi asciugata le guance con le maniche della divisa. Dopo aver liquidato brevemente Neville cominció a sminuzzare le radici e a mescolarle nella pozione, senza fissare Draco neanche per un attimo.
"Complimenti ragazzi, la pozione è davvero fantastica!"
Lumacorno era comparso da un angolo e fissava il lavoro di Hermione come fosse la cosa migliore che avesse mai visto.
"E ditemi, miei cari, chi ha avuto l'idea di mescolare l'erba della luna con la pietra pomice per un effetto cosí immediato? Solo ad annusarla mi sento felice!"
"È stato un lavoro di squadra." Hermione aveva la voce ferma, anche se per un attimo aveva girato lo sguardo verso il suo compagno, appoggiato alla parete e piú noncurante che mai.
"Bene, direi che la coppia Granger-Malfoy si è definitivamente conquistata il titolo di vincente. Dieci punti ad entrambe le case, ed i miei piú vivi complimenti."
Draco aveva ancora una faccia poco convinta. Perché quella strega non aveva detto la veritá? Perché lo aveva coperto?
"Come se non bastasse stare in squadra con Goyle quello scimmione mi pestato un dito con il mortaio, devo andare in infermieria."
Il dito di Ron era grigiastro e decisamente piú grande del normale.
"Hermione, come é stato il tuo nuovo amichetto?"
Harry aveva marcato bene la parola 'amichetto', quasi come se sottointendesse una minaccia.
"Oh...È andata. Ci hanno premiato non vedi?"
"Lo spero. Per lui."
Draco sembrava essere diventato invisibile.
"Sí, andiamo peró. Piton oggi inizia lo studio sui denti dei vampiri e io voglio ascoltare. Sembra tremendamente interessante.
"Come no!" Sbuffó Ron "E poi Piton è cosí affabile, uno zuccherino!"
"Non so voi, ma quando toglie punti lo immagino ancora vestito dalla nonna di Neville. Quel cappellino gli donava davvero non credete?"
" Per piacere Seamus" Neville aveva un colorito terreo "ho avuto gli incubi per due settimane di fila, sognavo che ci fosse lui al posto di nonna alla fermata del binario dopo scuola."
"Nonna Severus eh?" Ron sembrava aver dimenticato il piccolo incidente di prima: parlare male di Piton lo esaltava piú che mai.
"Chissà che nel tè non metta del cianuro al posto del limone!"
Hermione abbozzó un sorriso. Poi per un attimo sentí qualcuno sfiorarle la spalla, e un caldo sussurro le voló sopra l'orecchio.
"Mi dispiace."
Draco molló la presa, e si incamminó a passo veloce verso l'uscita.
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"Nei canini, come potete vedere chiaramente dall'immagine sul volume uno del blocco terzo, vi sono delle aperture chiamate 'fosse di giada' che espellono un veleno verdastro, per l'appunto del colore della giada, che é altamente pericoloso per gli umani, e che potrebbe provocare paralisi, o peggio la morte."
Faceva caldo nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure: nonostante il paesaggio fosse ancora innevato era una bella giornata di sole, che riluceva dalle finestre riflettendosi sui banchi, sui calamai e sui capelli unticci di Piton. Neanche la voce suadente del professore riusciva a penetrare nella mente di Hermione, affollata da pensieri disordinati e dubbiosi: perché le aveva chiesto scusa? Non aveva davvero senso, fino a poco tempo prima le offese risuonavano nella mente della ragazza come martelli sul piombo, anche mentre i suoi amici facevano battutine scherzose; poi, in un attimo, era bastato un sussurro nell'orecchio per calmare quelle voci insistenti, che si erano dissolte come neve al sole. Vicino a lei, Calí prendeva furiosamente appunti, mentre i capelli neri scivolavano dalle spalle sulla pergamena; in un angolo, Harry si tastava la cicatrice con fare meditabondo, mentre Ron guardava annoiato fuori dalla finestra, lanciando fugaci occhiate a Lavanda Brown che non faceva altro che inviargli cuori di carta animati con la magia. Tutti sembravano imprigionati nella normalitá. Non si rendevano conto che Draco Malfoy- quel Malfoy!- le aveva chiesto scusa? Lui, un purosangue, chiedere scusa ad una mezzosangue come lei. Non si sarebbe stupita se lo avesse fatto uno dei suoi amici, ma Draco!
Magari si era sbagliata, magari nell'ultimo periodo era diventato maturo, e non c'era da stupirsi se le aveva chiesto scusa.
"Oh avanti Hermione!" Pensó "Si è scusato come avrebbe fatto chiunque dopo aver detto una cosa tanto cattiva. Perchè ti stupisci tanto? Dovete essere in un rapporto civile per continuare a lavorare insieme, basta punzecchiarsi a vicenda! Non siete nemici, siete cresciuti. Magari ora siete...Conoscenti. Ecco. Conoscenti civili che parlano in modo civile e si comportano da maturi e civili. Basta pensare."
Rincuorata, fissó di nuovo il banco, quando all'improvviso il cuore riprese a batterle fortissimo. Di fianco al libro, era poggiato un usignolo di carta, animato nello stesso modo in cui Lavanda aveva fatto volare quei cuoricini ad un Ron alquanto seccato. Hermione si guardó intorno: Draco stava fissando attentamente (forse troppo attentamente) Piton, che aveva inziato a parlare dei diversi modi di neutralizzare il veleno dei vampiri. Ad un tratto Hermione notó che Astoria la fissava con disprezzo, poi guardó la mano di Draco: aveva una bacchetta.
La strega aprí il messaggio.
Vi era disegnata una riproduzione molto fedele del platano picchiatore con su scritto un orario.
Lesse la firma.
"Draco."

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