UNO SGUARDO DALLA FINESTRA

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L'autista era andato a prendere Levi in ufficio verso tarda sera e lo stava riportando a casa in totale silenzio.
Era una di quelle tante regole imposta dal moro i primi giorni in cui Marco aveva iniziato a lavorare per lui ma, ormai erano passati due anni da quando aveva preso quel incarico, alla fine Marco sapeva che lui serviva solo per gli spostamenti, non per avere delle conversazioni con il suo capo e beh anche la radio doveva rimanere spenta.

Marco dovette interrompere quel silenzio sperando che Levi non reagisse male, come era già accaduto in passato.

_Signor Ackerman, la volevo informare che il Signorino Eren non è in casa e non tornerà fino a domani._
Le sue parole sembrarono rimbombare nella limousine per poi calare nuovamente il silenzio, che venne poi interrotto da un leggero sospiro e dalla voce stanca di Levi. _Perché il moccioso non è a casa?_ Domanda guardando fuori dal finestrino con sguardo perso.
_Ha detto che cerano problemi famigliari _ Rispose .
Marco sentì solo un leggero "okay" e si chiese che cosa stesse frullando nella testa del suo capo, vederlo così perso nei suoi pensieri era strano e molto insolito a meno che non si trattasse di un lavoro difficile che impegnava la maggior parte delle sue giornate. Ma, Solitamente era un uomo molto composto, con un espressione priva di emozioni sul volto che l'autista aveva iniziato ad apprezzare col tempo.
Scosse la testa rispondendo a tutte quelle domande curiose che gli martellavano in testa con un "avrà lavorato troppo ".
Quando furono arrivati a destinazione Marco salutò Levi che si raccomandava stancamente di farsi trovare come sempre fuori di casa l'indomani al solito orario.

Lo scrittore entrò in casa trovandola fin troppo silenziosa e si sentiva quasi la testa esplodere anche solo sentendo il proprio respiro leggermente pesante.
Dopo essersi tolto la giacca va in cucina e si prende una birra per poi aprirla e portarsi la bottiglia sulle labbra bevendo così tutto il contenuto _Ne avevo proprio bisogno_ mormora fra se e se mentre si sdraia sul divano.
Rimase in quella posizione a ragionare mentre fissava il soffitto per qualche minuto che a lui sembrarono ore.
_Chissà cosa starà facendo quel moccioso, starà bene?_ Mormora nuovamente con un tono leggermente preoccupato nella sua voce sorprendendosi di se stesso.

Dopo uno sbuffo si alza ed esce di casa nuovamente dirigendosi verso il garage per poi mettere in moto la macchina per andare a casa di Eren.

Quando si ritrova davanti a casa del ragazzo non sapeva che cosa fare, se bussare oppure no. Ma se avesse bussato che cosa avrebbe detto? Con quale scusa poteva uscire da quella situazione? E in quel momento si stava veramente chiedendo che cosa ci facesse lì e per quale motivo. Dopo essere rimasto lì a fissare la porta si allontanò da essa per tornare alla macchina, ma prima di entrare nel veicolo si accorse della luce che proveniva dalla finestra così si avvicinò curioso di sapere che cosa tesse succedendo all'interno della casa.

Avete presente quando osservate da lontano un gruppo di amici, famigliari...Sì insomma un gruppo di persone che ridono, scherzano e sono felici insieme e tu sei li che guardi mentre ti senti vuoto e solo. E tutto ció non fa altro che farti ribollire il sangue , ti fa rabbia, ti fa sentire geloso di quella allegria, ti fa diventare una persona scontrosa, malinconica e piena di odio per coloro che non sanno neanche che qualcuno li osserva. Avete presente no? Bene, Perché ora il famoso e stimato scrittore si sentiva in quel modo , mentre osservava i tre ragazzi dalla finestra che erano impegnati a mangiare mentre parlavano di qualcosa a lui non comprensibile.

Forse per la prima volta da anni desiderava far parte di qualcosa come un gruppo di amici con cui ridere e scherzare, si sentiva anche patetico e un po' sadico a rimanere li a guardarli mentre si godevano la loro felicità e lui non ricorda più neanche che cosa si provasse. Non ricordava neanche l'ultima volta che aveva riso veramente o che aveva passato una serata rilassante.
Voleva andarsene il più lontano da quella finestra, da quella casa ma non ci riusciva i suoi piedi sembravano essere rimasti incollati al terreno, gli sembrava quasi che una forza superiore lo obbligasse a rimanere li a guardare come punizione per quello che era diventato in quegli anni.

Ma la cosa, o meglio la persona, che aveva cattura più la sua attenzione era stato Eren, sembrava quasi che si annoiase a stare lì oppure cera qualcosa che lo stava facendo preoccupare, ma nonostate quello sguardo assente continuava a sorridere ai suoi amici facendo finta di niente . Gli era quasi sembrato anche molto carino ma scosse la testa cercando di cacciare via ogni pensiero su di lui poi però lo vide alzarsi e dirigendosi verso la finestra "merda adesso che faccio?" aveva pensato nel panico.


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HELLO MY SISTERS

FINALMENTE CE L'HO FATTA YEEEH

Premetto che non sapevo, e non so tutt'ora come andare avanti boh spero che vi piaccia anche se io sono sicura che faccia schifoohh

vabbeh basta divagare, al prossimo capitolo
qui @furetta95 XX

Ho imparato a conoscerti  {Ereri}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora