Capitolo 19

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"Don't you know that I love you?
Sometimes I feel like only a cold still life,
only a frozen still life,
that fell down here to lay beside you."

Quella mattina mi risveglia con un peso al cuore completamente pari al nulla. Ero felice, per una prima e rara volta della mia vita, ero felice.

Allungai una mano aspettandomi di trovare Louis, ma mi accorsi presto che il letto era vuoto. Fu così che mi girai di scatto spaventato, ma mi rilassai improvvisamente nel vedere un mazzo di primule con un biglietto tra di essi.
Mi stiracchiai sorridendo beato ancora una volta e mi sistemai la coperta sul bacino che mi stava scivolando via. Presi delicatamente il mazzo di fiori tra le mani e sentendone il profumo, chiusi gli occhi. Li riaprì in seguito e non esitai un secondo di più a prendere il bigliettino e leggerne il contenuto.

"So che ami i fiori, perciò stamattina non ho resistito a regalartene un mazzo. Le primule simbolizzano amore eterno e il noi poter vivere senza qualcuno di importante. Penso che i fiori parlino di per sé, non c'è altro da aggiungere. Mi hai guidato fuori dal l'oscurità fin dal primo istante e senza di te sarei completamente sprofondato. Inoltre, grazie a te devi sapere che ho ritrovato la mia ispirazione nello scrivere. Ti ringrazio infinitamente.
Ho pensato inoltre di lasciarti un po' di tempo per te stesso stamattina, così che tu mi possa raggiungermi al Tower Bridge con la metro. Credo in te e so che ce la farai a ricordare la strada.
Ti amo immensamente,
ci vediamo dopo.
Con amore,
Lou."

Il mio sorriso si ampliò ulteriormente una volta letta la piccola lettera. Soffermandomi un secondo ad osservare la condizione della stanza, arrossì, notando i miei indumenti sparsi e gettati in ogni angolo possibile. La sera precedente avevamo fatto l'amore per la prima volta e Louis non solo mi aveva spogliato dai miei vestiti, ma anche dalle mie paure. Ricordo di quando, dopo esserci baciati, mi adagiò sul letto facendomi sdraiare. Ricordo il momento in cui mi tolse la maglietta, costellando il mio corpo di baci, baci così delicati che sembravano carezze. Ricordo il suo sguardo pieno di desiderio sul mio corpo e il mio sul suo. Ricordo gli ansiti e i gemiti ogni qualvolta, una volta privi di vestiti, i nostri corpi si sfioravano o toccavano mentre le nostre labbra erano l'una sulle altre. Ricordo i lunghi e dolci baci che ci scambiammo, baci che tacevano ogni possibile paura e facevano parlare a voce alta il nostro amore. Ricordo le lacrime scivolare lungo le mie guance una volta che fu dentro di me, ma ricordo i ti amo sussurrati successivamente al mio orecchio. Ricordo di come il mio cuore batteva così forte ogni volta che, ad ogni spinta, raggiungeva il mio punto. Ricordo di come ci sia sembrato di essere completamente in un'altro mondo quando insieme raggiungemmo l'apice del piacere. E ricordo come due braccia caldi e forti mi strinsero durante la notte facendomi dormire sogni tranquilli. Ricordavo tutto di quella notte e mai ne avrei scordato un singolo particolare.

Raggiunsi Louis senza troppe difficoltà al Tower Bridge, ma non restammo lì a lungo, perché mi venne un idea. Ci recammo in seguito a Tottenham Court Road, alla ricerca di un negozio in cui vendessero macchine fotografiche e non ci misi molto a trovarne uno. Ma quel giorno non cercavo macchine fotografiche qualsisia, no, ne volevo una stile polaroid, una che ad ogni singolo scatto potesse darci una foto al momento. Ne trovammo una color rosa, perché al momento era l'ultima disponibile che avevano quel giorno, ma per noi andava bene così.

«Ho un idea.» disse Louis con occhi pieni di felicità mentre camminavano per Oxford Street. Io nel frattempo, inserivo concentrato la carta per le foto nel retro della macchinetta.

«Voglio una foto di me e te, mano nella mano.» alzai lo sguardo sorridendogli. Era una dolcissima idea.

«Accetto.» chiusi il coperto sul retro e la tenni saldamente in meno, nonostante avesse l'apposito laccetto per evitare che cadesse.

«Ma hai presente quando una persona sta davanti e l'altra che gli tiene la mano sta dietro? Io intendo quella. E con il tramonto di ora, verrà bellissima.»

«Amore, a spiegare a volte sei un po' un caos, ma ti sei fatto capire ugualmente.» sorridemmo insieme e continuammo a camminare pensando bene a dove poter fare la foto.

«C'è così tanta gente che non so come faremo. Ho paura di bloccare il traffico di persone.» risi a quella buffa affermazione, ma non aveva così tanto torto. Londra era da sempre una città caotica. Ma forse non molti sanno che se vi recate a Oxford street in una tranquilla serata di un giorno della settimana qualsiasi, beh, non troverete affatto nessuno in giro. Strano no? Di giorno a momenti ti muovi appena, e di sera potresti correre per le strade cantando le tue canzoni preferite che nessuno se ne accorgerebbe.

«C'è la faremo, vedrai.» Louis mi prese per mano e prendemmo la via diretta verso Marble Arch.

«Continua a camminare Lou, se la scatto ora verrà bellissima.» ero entusiasta e felice al tempo stesso. Mentre scattavo la foto, Louis guardava il tramonto difronte a noi. Il cielo quel giorno era dipinto di rosa ed arancione, sembrava di vivere all'interno di un'opera d'arte.

«Guarda Lou!» dissi felice mostrandogliela dopo dopo.

«Amo la foto, amo Londra e amo te.» mi prese per i fianchi e insieme facemmo una piccola giravolta mentre il resto delle persone ci guardava sorridendo addolcite.

-

«Amo questi biscotti!»

«Amore, non vorrei dire, ma ne hai mangiati due, questo è il terzo.»

Eravamo ad Hyde park, seduti sul prato mentre la giacca di Louis ci faceva da coperta sotto di noi. Era inutile, amavo i biscotti al cioccolato di Starbucks come non avevo mai amato nessun cibo in vita mia.

«Ma li amo!» ribadì e Louis si mise a ridere, sorriso che man mano diminuì non capendone però il motivo.

«Harry...»

«Dimmi.» risposi serio guardandolo negli occhi.

«Tra poco torneremo a Mosca.» così come fece il biscotto che in quel momento tenevo tra le mani, il mio cuore si sbriciolò in tanti piccoli pezzettini.

«Me ne ero quasi dimenticato.»

«Già.» sospirò Louis guardando fisso davanti a sé le persone che come loro, sedevano sul prato. C'erano tanti bambini quel giorno e io per un momento, desiderai essere come loro, tornare indietro nel tempo ed essere un bambino. Una persona senza pensieri e libera di dire e fare ciò che vuole, una persona libera di esprimere i suoi dolori e gioie come meglio voleva.

«Ogni volta mi sembra di andare da nessuna parte.»

«È come se fossimo legati ad un elastico invisibile, non trovi? Noi ogni volta proviamo ad allontanarci dal posto in cui ci troviamo, ma quando sembra di aver raggiunto finalmente la libertà, veniamo catapultati nuovamente al punto di partenza.» affermai tristemente.

«L'unica cosa che conta davvero, e che ogni volta, al punto di partenza siamo insieme.»

«Non mi lasciare mai, Lou.»

«Non lo farei mai, e tu promettimi, quando torneremo, di star attento ovunque tu vada e qualsiasi cosa tu dica.»

«Te lo prometto.» glielo promisi, nascondendo però un velo di paura. Sapevo già che nella vita nulla va come programmato.

Nessuno di noi può sapere cosa accadrà ad ognuno di noi tra qualche giorno, mese o anno. Possiamo cercar di evitare qualsiasi cosa noi vogliamo, ma se il fato vuole che una cosa accada, accadrà. Anche se molte volte non ne capiamo il motivo, anche se non ha alcun senso, essa accadrà e porterà sempre con sé conseguenze inaspettate.

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Notte autrice:

Ho l'impressione che vivere a Londra aiuti molto per quanto riguarda i luoghi in cui vengono ambientati alcuni giorni che Harry e Louis trascorrono insieme.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vi mando un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo xx

Stranger in MoscowWhere stories live. Discover now