Chapter 9

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"Tu devi essere Diana, giusto?"

Mi giro appena in tempo per vedere arrivare tre ragazze, le stesse che avevo visto prima che potesse iniziare la lezione della signora Nante. Nonché anche madrelingua francese.

"Sì, sono io. Perché?"chiedo.

Si gira verso le sue amiche per poi rivolgermi un'occhiata.

"Una falena che si avvicina troppo al fuoco rischia di scottarsi.."Sussurra come se mi stia rivelando un segreto di Stato. Proprio in quel momento Aaron spunta da dietro le mie spalle afferrando amichevolmente il braccio della ragazza davanti a me.

"Che ci fai qui? Ti stavo cercando da tempo. Vieni ti devo parlare."
La tira leggermente per farla smuovere dal suo posto, ma lei impunta i piedi sul pavimento stando al suo posto fissandomi quasi a volermi uccidermi con lo sguardo.
Si volta di scatto verso colui che è appena arrivato e se ne va via ancheggiando.

Corrugo la fronte ripensando alla scena che si era appena ripresentata davanti ai miei occhi cercando di capirci qualcosa, ma nulla.

Faccio spallucce per poi tornare a camminare per il corridoio prima che qualcuno mi dia una spallata.

Mi giro esasperata, quel giorno sembrava che ce l'avessero tutti con me. Noto con mia grande sorpresa che é Charlotte con un ghigno sulle labbra.

"Ti stavo cercando dappertutto"dice prima di cambiare espressione."C'è qualcosa che non va?"domanda rallentando la camminata.

Scuoto la testa accennando un sorrio"Penso che alcune persone in questa scuola abbiano perso il lume della ragione"dico facendo spallucce.

"Beh questa non é una novità"dice accennando una risata poco dopo per poi avvicinarsi a me. Ci fermiamo giusto davanti alla stanza dei collaboratori scolastici e le faccio segno col capo come a volerle chiedere cosa sia successo.

Fa un sorriso che pian piano va ad ampliarsi tenendomi ancora di più sulle spine. Se all'inizio non ero interessata ora muoio dalla curiosità.

"Ricordi quel ragazzo di cui ti avevo parlato?"domanda quasi volendo saltellare sul posto. Annuisco prontamente per non perdere tempo e sapere quel che mi vuole raccontare.
Mi sorride prima di parlare con voce squillante come se le abbiano tolto alcune corde vocali da un momento all'altro.

"Mi ha chiesto di uscire!"dice mentre le brillano gli occhi, neanche se le avesse chiesto la mano e alzo gli occhi al cielo.

"Ma se ci sei uscita l'altro giorno?"domando incamminandomi verso l'uscita e come un cagnolino mi segue a ruota.

"È stato diverso"risponde alla mia domanda con un piccolo broncio sulle labbra come a farmi capire che le avevo fatto calar l'umore e sospiro.

"E da cosa sarebbe diverso?"

"Dal fatto che questa volta usciamo, ma di sera e mi vuole portare da qualche parte"dice tornando a sorridere ma meno di prima per non dare troppo nell'occhio siccome era appena suonata la campanella.

Passo a guardare l'orologio che le segnava giusto trenta minuti da quando era cominciata la lezione a cui doveva partecipare.
Corrugo la fronte essendo stata anticipata e non ne capisco il motivo.

Sul volto di Charlotte si disegna l'esatta espressione fin quando non suona nuovamente ma più corta. Ne viene seguita un'altra e proprio in quel momento si aprono quasi sincronizzate tutte le porte con alunni che correvano a destra a sinistra, alcuni con la preoccupazione che aleggia nei loro volti altri che ridevano e si rincorrono a vicenda.

Tutti vanno verso l'aerea di raccolta dell'istituto che cerchiamo di raggiungere anche noi senza capirne il perché. Durante il proseguimento fermiamo un ragazzo che risulta quasi rilassato dalla situazione.

Un amore indescrivibile(IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora