Capitolo 18

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Non potevamo rimanere a letto tutto il giorno, però quella volta era diverso (ma non eri incazzata?!) Lui mi accarezzava la pelle ( è, si, ti bastano due carezzine e ti metti a pancia in su come un cagnolino) restammo così e io iniziai a rilassarmi, si fecero le tre e mezza e la stanza si scaldò (in realtà poi si scopre che la stanza è un microonde) quando ad un certo punto sentii suonare forte al campanello e bussare freneticamente, mi scaraventai in pigiama sulla porta e la aprii, era Janine, la ragazza mi guardò negli occhi e vidi che stava piangendo, entrò violentemente in casa guardandosi intorno e singhiozzando, mi traumatizzò vederla così ridotta, non riusciva a parlare e mi si buttò a dosso, la strinsi piu forte che potevo


"ehy, ti prego calmati.."


"No! È successo un casino!!"


Urlava, piangeva e non riuscivo a farla calmare


"Okay Janine, calmati e fai un grande respiro, poi mi racconterai tutto, ma prima devi calmarti un po'..."


La feci sedere su uno sgabello e presi un bicchiere di acqua, non smetteva di piangere ma per lo meno non singhiozzava più...


"Cosa è successo?"


Le chiesi discretamente cercando di non farla ricominciare


"Sono scappata di casa, ma non durerà molto, non posso combattere questa guerra.."


Disse guardando con gli occhi gonfi e rossi la grande borsa lasciata vicino alla porta


"Perché sei scappata?"


"Perché, perché, perché..."


Disse bevendo un altro sorso


"Perché ci trasferiamo..."


"Cosa? Dove? Ci vedremo di sicuro dai.."


"No, ci trasferiamo a Malta"


Seguii un silenzio tombale, non potevo crederci... ma tutto questo silenzio fu spezzato dai passi sul legno, stava scendendo; scalzo, con i pantaloni e senza la maglietta (e come sottofondo "i'm sexy and i know it.."), Janine lo guardò per poi rivolgermi uno sguardo con un mezzo sorriso


"Se non stessi a pezzi vi chiederei i particolari"


Michael non sembrava farsi toccare da questa cosa, non aprì bocca e andò dietro a janine (che vuoi fare zozzone!?) per abbracciarla (ahhh! Se se, dicono tutti così), di scatto presi la macchinetta fotografica e gli feci una foto, avevano entrambi un caldo sorriso pieno di malinconia


"quando partirai?"


"Tra 3 giorni.. i miei volevano avvisarmi il più tardi possibile per farmi soffrire di meno, si sbagliavano"


Michael la strinse più forte, non potevo ancora credere a cosa stesse succedendo, tre giorni dopo mi sarei trovata senza la mia migliore amica e non sapevo cosa fare.

Smile. ~Mika~Where stories live. Discover now