«Parlo a tutti, non mi sembra molto in vena. È andata in coma etilico, ma adesso fortunatamente sta bene. Rimarrà qui almeno tutta la notte, per vedere la sua situazione. Il fatto che l'alcol, seppur in piccola dose ha reagito male con i farmaci che prende per lo scompenso ormonale. Se volete potete vederla adesso o direttamente domani» spiega la donna e poi va via.

«Calum, ma non aveva smesso con quei farmaci perché aveva risolto il problema?» mi volto verso il mio amico.

«No, non ha risolto niente. Sta come prima e sapeva anche che non poteva bere. Le è stato vietato apposta» confessa il moro.

«Calum, vai da lei. Io torno domani. È meglio che resti qui e le fai compagnia tu, le farà bene» dico e lui annuisce salutandoci e andando verso la stanza della sorella.

«Noi due dobbiamo parlare e finire una questione iniziata»

«Michael, la tua ragazza è finita in ospedale e vuoi seriamente fare sesso con me?» mi guarda con uno sguardo strano.

«Allora, noi parliamo prima...» le dico, avvolgendole il braccio intorno le spalle e uscendo dall'ospedale.

«Mike, io ti giuro alle volte ci rinuncio a capirti» sbuffa lei, scuotendo la testa.

«Hai detto che per Ashton non ci sono problemi, quindi andiamo a casa mia. Stiamo tranquilli, comodi e possiamo parlare.» le dico e lei annuisce, salendo in macchina e guidando fino casa mia.

Una volta lì, andiamo subito in camera mia. Lei si appoggia alla scrivania con le braccia incrociate e mi fissa, mentre io mi siedo sul letto.

«Clifford, hai detto che dobbiamo parlare. Dimmi tutto e soprattutto perché dovremmo finire la cosa iniziata, con tutto che Jasmine è in ospedale?» domanda, rimanendo seria.

«Prima di tutto perché non si lasciano mai le cose a metà. Secondo ti dico che Jasmine lo sta facendo apposta ad attirare l'attenzione, hai sentito Calum... -lei annuisce e rimane un po' sovrappensiero, poi continuo a parlare- Terzo sta bene, non manchiamo di rispetto a nessuno. Non ci facciamo colpe tradendo tutti spudoratamente quando più possiamo, lo iniziamo a fare adesso? Mi pare che così la coerenza sta proprio a zero...- fa spallucce­-
Quarto ecciti troppo con questo vestito» mi alzo dal letto e le vado incontro stingendola a me per i fianchi.

Cerca di resistere, ma appena le poggio una mano sulla schiena scoperta, avvolge le sue braccia intorno il mio collo.

«Direi che non serve manco il letto, la scrivania mia sembra più che perfetta» le sussurro ad un orecchio e la vedo sorridere.

La faccio sedere su di essa e le infilo una mano sotto il vestito accarezzandole la coscia in modo lento e deciso.

Lei fa connettere le nostre labbra insieme e io continuo con i miei movimenti.

Fa passare le sue mani sotto la mia maglietta, salendo sul mio addome, fino a farla salire sulla mia testa per sfilarmela.

Sarah cerca di ripensarci e fermarmi, lo vedo nel suo sguardo, ma non lo fa perché lo vuole quanto me.

Mi passa le mani sui fianchi, delicatamente, fino a portarle sul bottone dei jeans. Prima che lei li slacci, le sfilo il vestito e lo lascio cadere per terra. Faccio aderire i nostri bacini e sfioro il bordo delle sue mutandine.

«Adesso è molto meglio» resto ad ammirarla per qualche minuto, poi inizio a tracciare una lunga scia di baci dal collo in giù e dove so che sono parti coperte dai vestiti, succhio alcuni lembi di pelle lasciandole alcune belle macchie rosse e continuando sempre a sfiorare la sua intimità.

«Michael, lo so che qua c'è tanto da fare e ti piace torturami ma se accelerassimo i tempi te ne sarei grata.»

«Menomale che non volevi neanche fare niente» le dico sfilandole il reggiseno e mi sorride colpevole.

«Ne sono cosciente. Ma se tu mi torturi così, io perdo ogni facoltà mentale ed eccoci qua» dice velocemente e poi mi lascia un bacio sul petto.

Mi sbottona successivamente i jeans ed io intanto prendo un preservativo che avevo appoggiato nel portapenne un giorno, per fare in fretta.

«Sei serio nel portapenne?» mi domanda una volta che ha fatto scendere i miei jeans per terra, insieme ai miei boxer.

«Primo luogo che ho trovato, non commentare.» strappo la bustina, poi lei mi prende il preservativo lanciandomi un'occhiata maliziosa e lo srotola tutto sulla mia lunghezza.

Gemo al suo tocco e poi faccio connettere le nostre labbra insieme. Stuzzico un po' la sua intimità prima di entrarle dentro.

Dato che amo torturarla, inizio prima con movimenti lenti ai quali lei ansima, per poi aumentare gradualmente velocità. La vedo inarcare la schiena man mano che aumento velocità. Io appoggio le mie labbra nuovamente su suo collo e lei lascia andare la testa all'indietro lasciandomi più spazio.

Il mio corpo a contatto con il suo è una cosa che amo da morire, diventiamo intensi e passionali.

Le soffoco il gemito che le stava uscendo con un bacio e poi dopo qualche altra spinta veniamo. Esco da lei e le lascio un altro bacio, più passionale.

«Direi che è stato perfetto» confessa lei e io sorrido, mentre butto il preservativo nel cestino. Domani lo faccio sparire.

La prendo in braccio e la porto a letto. La scrivania non è così tanto comoda in fin dei conti. Ci copro con le lenzuola e la abbraccio a me.

«Mike, quando stavamo alla festa dovevo dirti una cosa però poi mi hai interrotto e non te l'ho detta più» Sarah inizia a parlare mentre io continuo ad accarezzarle il braccio e tenerla stretta a me.

«Dimmelo adesso...» la incoraggio

«Quando sono andata a fare shopping con Jasmine, mi ha detto delle cose che mi hanno fatto provare una sensazione strana.»

«Tipo? ­­­»

«Tipo se ti vedo ancora innamorato di lei e che ha paura che tu possa lasciarla da un momento all'altro o che addirittura tu abbia un'altra. All'ultima cosa, mi sono sentita veramente male. Avevo seriamente perso ogni facoltà di formulare una frase» confessa alzando lo sguardo verso di me.

«Uhm. Possibile che un attimo di pace non possiamo averlo? Questo complica ancora di più le cose. È normale che io non sia più innamorato di lei, anzi non lo sono mai stato. Che possa lasciarla, non dipende da niente in particolare, ci avevo già pensato solo che non ho mai trovato il momento adatto. Poi ovvio che ci sei tu, che sei la cosa più importante» la fisso negli occhi e le lascio un bacio sulla fronte.

Lei si sistema meglio verso di me e appoggia la testa sul mio petto. Io le accarezzo i capelli e restiamo in silenzio per un po' di tempo. Circondati solo dai nostri respiri.

«Perché deve essere tutto complicato? Perché non possiamo essere una coppia normale come tutte le altre? Perché sei stato così imprudente da farti scoprire da mio fratello con la sua ragazza?» sussurra e sull'ultima frase ridacchia.

«Non ero ancora professionista. -ridacchia, spezzando un po' la tensione- Certo che li mi è bastata una vista per farmi scoprire involontariamente e con te è un anno che nessuno sospetta niente. Wow» rido e la bacio, approfondendolo, posizionandomi meglio su di lei per godercelo appieno.

«Ti amo» le sussurro, per la prima volta.

«L'hai detto sul serio?» domanda più a sé stessa che a me

«L'ho detto sul serio, perché ormai non posso più nascondere l'evidenza. Abbiamo detto che le parole sono futili, però in questo caso ne vale la pena.»

«Anche io ti amo e non sai quanto»

to the moon and back || mgc {complete}Where stories live. Discover now