Same Story.

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TRALASCIAMO CHE QUANTO CAZZO É BELLA CARA? MADONNA TERMOSIFONE.

I ciuffi di erba verde mi solleticano il viso mentre i raggi del sole mi colpiscono la pelle, il parco é così tranquillo la domenica mattina.
É il mio posto preferito da quando ero bambina, il suono degli uccelli tra gli alberi, gli scoiattoli che camminano disinvolti tra la gente, le risate dei bambini, l'acqua del fiume che scorre leggera.
Alzo il busto e lo poggio al tronco di un albero vicino, accendo una sigaretta e la porto alle labbra aspirando quanto più fumo possibile.

-Ciao scusa, hai una sigaretta?-

Una ragazza si siede accanto a me e mi sorride.
Ha i capelli biondissimi e gli occhi azzurri; occhi furbi, sguardo sicuro, allegro, spensierato.
Il suo sorriso mi trasmette energia e calma allo stesso tempo.

-Umh, si tieni.- estraggo dal pacchetto una sigaretta e gliela porgo.

-Io sono Madison Williams, piacere!- Dice tra un tiro e l'altro.

-Clhoe Thompson, piacere mio!-

Finiamo le nostre rispettive sigarette in silenzio, non ci serve parlare.
Ecco come una giornata può riservati sempre sorprese.

-Sei della zona? Non ti ho mai vista- Chiedo di getto.

-Mi sono trasferita da un paio di mesi, ma non conosco ancora nessuno..cioé oltre te adesso!- E si lascia andare in una risatisa.

-Umh ed é possibile che non ti abbia visto a scuola?-

-Io non vado più a scuola,lavoro e mi mantengo insomma. Sono quí da sola, senza i miei genitori, mi sono trasferita perché nessuno nella mia famiglia accettava la mia omosessualità. Che cliché no?-

-Mi dispiace tanto...-

Faccio per alzarmi e lei fa lo stesso, insiste per darmi un passaggio in macchina e alla fine accetto.
Scopro che ha un paio d'anni in più di me, che per un po si é trasferita a Parigi con la e sua ormai ex ragazza.
Sembra una persona molto interessante, dal carattere ben definito, sicura di se e di ciò che fa.
E questo mi colpisce, il suo modo di esprimersi e la sua forza riescono a trascinare anche me nel suo piccolo mondo e a farmi rivivere le sue stesse emozioni ed avventure.

-Grazie per la sigaretta!- Mi urla, mentre sto scendendo dall'auto.

-Figurati!- Le sorrido.

Entro in casa attraversando tutto il giardino illuminato dai raggi di sole tiepidi, mia madre e Sam sono intenti a parlottare su qualcosa di cui non mi importa minimamente, così dopo aver salutato mi sposto al piano superiore e vado dritto nella mia camera.

C'è ancora tanto da sistemare ma questa stanza mi piace tanto, é grande, luminosa e tanto intima. La sento già mia.
Accendo lo stereo e parte Numb dei Linkin Park.
Dopo aver lanciato le scarpe in un angolo della stanza mi butto rilassata sul letto, chiudo gli occhi e mi faccio trascinare dalla musica in mondi paralleli.
Un pensiero mi martella in testa, così apro il cassetto del comodino situato alla mia sinistra, con le mani che fremono prendo la bustina trasparente e l'ultima pasticca blu mi fa sorridere alla sola vista.
La estraggo, la porto tra le labbra e la lecco, dopo la metto sotto alla lingua. Assaporandola.
Il suo retrogusto amariccio é ciò che più mi piace, sento la bocca asciugarsi così la inghiotto prima di esaurire tutta la saliva.
La musica continua a trasportare, leggera, la mia mente e con l'aiuto della mia ambita pillola riesco a ridere a squarciagola.

Sento la porta aprirsi e sbattere, una figura slanciata si poggia sul letto, dopo aver messo a fuoco capisco che si tratta di Lucas.

-L-lucas..- faccio per dire.

-Chiamami Luke.- Ordina.

Non so poi cosa succede di preciso, é tutto cosí confuso e veloce.
É davanti al mio viso, a pochi centimetri, il suo respiro caldo inebria i miei sensi più della droga.
Sento la sua mano forte stringermi con sicurezza il fianco, il suo tocco é deciso, troppo, mi fa male ma gemo.
Poi lo vedo avvicinarsi ancora di più alle mie labbra, le osserva quasi potessero rompersi da un momento all'altro.
Non riesco a fare nulla o a dire nulla, sono troppo fatta per sottrarmi a lui adesso.
Non ci riesco, mi incatena con un solo sguardo.
I suoi occhi hanno qualcosa di tremendamente ipnotizzante, sono così insani, ti torturano, ti penetrano l'anima.
Si avvicina ancora di più e le sue labbra sfiorano le mie, le lecca, ma é un gesto rempentino quasi impercettibile.
Non é un bacio. Almeno di questo ne sono sicura.

-Mhh, hanno un buon sapore. Devi usare roba buona-

E a quel punto davvero rimango di pietra. Nessuno ha mai saputo nulla e così voglio che continui ad essere.
Ma lui é così, sembra sempre così stupido e poi alla fine la stupida sono sempre io.

Spazio autrice

Spero il capitolo vi sia piaciuto, sto cercando di fare del mio meglio, ci tengo a questa storia.

Potreste lasciare un commento e dirmi cosa ne pensate? perché non ho ancora avuto pareri e non so se quello che scirvo e il modo in cui lo scrivo vi piace.

Votate e soprattutto commentate, per favore.

Ciauu




Black Heart.||Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora