«Sei impazzita per caso? In questa casa si fa come dico io, hai capito?»

«Vai al diavolo.» Sarah si alzò e sotto lo sguardo stupito di tutti uscì di casa. Mi ci volle qualche secondo per riprendermi, ma dopodiché, senza nemmeno scusarmi con le persone che erano attorno a me, le corsi dietro.

«Sarah, fermati.»

«Lasciami stare, non ne posso più.»

«Ti aspetti che anche a me vada bene ciò che ogni volta ci obbligano a fare?» a quelle parole si fermò all'improvviso e soltanto quando si volse mi accorsi che stava piangendo.

«Ora non ne voglio parlare, di loro che sono andata da Emily.» sapevo che quella era soltanto una bugia e che molto probabilmente stava andando da Vladimir, ma ad ogni modo, la lasciai andare. Da una parte capivo come si sentiva in quel momento, non potevo darle colpe. Così si volse e corse via più veloce che poté, desiderando di allontanarsi da quel posto il più velocemente possibile.

-

Il giorno dopo, mi trovavo seduto sul materasso della camera da letto di Louis. Quest'ultimo era seduto tra le mie gambe mentre io avevo la testa appoggiata alla sua schiena e le braccia attorno al suo busto. Stava cercando di chiamare Eleanor e finalmente dopo qualche squillo riuscì a ricevere una risposta.

«Pronto?»

«Louis,» rispose e dal viva voce sentì come se fosse davvero sorpresa che Louis avesse chiamato. «come stai?»

«Bene, tu come stai?»

«Tutto bene, tra qualche giorno dovrei tornare.» entrambi ci irrigidimmo, avevamo trascorso così tanto tempo insieme che non ci eravamo accorti della realtà che correva attorno a noi.

«Q-quando?»

«Questo fine settimana mi sembra.»

«Tesoro, avrei voluto che tornaste prima.» quella parola non mi piacque affatto. Okay, lei era la madre di sua figlia, era sua moglie, ma dopo tutto quello che stavamo vivendo, mi dava leggermente fastidio ogni qualvolta la chiamasse "tesoro".

«Come mai?»

«Mi sono ricordato che tra qualche giorno parto per Londra, la mia casa editrice mi ha convocato.» casa editrice? Partire per Londra? Mi alzai all'improvviso sedendomi sul bordo del letto difronte a Louis. Dopo quella chiamava avrei davvero preteso delle risposte.

«Oh, va bene, allora ci rivediamo al nostro ritorno. Ti amo, adesso ti passo Mia.» sussultai a quelle parole e il mio sguardo si incupì un istante, ma una carezza sulla mia guancia mi rilassò lievemente. È terribile sentir dire ad un'altra persona, che ama colui che tu ami più di qualsiasi altra persona a questo mondo.

«Mi passi Mia?» chiese impaziente.

«Sì.»

«Amore?» chiese Louis e sia il tono di voce che il suo sorriso cambiarono all'improvviso.

«Papà!» rispose la piccola contenta.

«Amore, come stai? Mi manchi tanto.»

«Io sto bene papà, sai che mamma e io abbiamo fatto delle foto insieme con tanti vestiti?»

«Davvero amore? E ti sei divertita?»

«Sì! È stato bellissimo!»

«Sono contento»

«Papà quando torno possiamo andare da Harry?» a quelle parole il mio cuore batté all'improvviso più forte rispetto al normale e io e Louis ci guardammo per un secondo. Dall'altra parte del telefono si sentì Eleanor sbuffare e borbottare un "non credo che sia una buona idea, tesoro".

Stranger in MoscowWhere stories live. Discover now