'mason'

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undici febbraio. tanti auguri irina. spegni le quattordici fottute candeline.
se devo essere sincera,la mamma mi manca. non troppo,però.
mi manca la sua superflua presenza in casa. anche se ormai nella mia testa era di troppo,fa un certo effetto non vederla dall'altra parte del tavolo intenta a scattare fotografie alla  mia torta accesa quattordici volte dicendo 'irina,per l'amor de cielo,sorridi!'. non era tanto importante per lei che sorridessi io,ma avere qualcosa di quasi decente da mostrare alle amiche in studio. 'i quattordici anni di mia figlia irina,il mio angelo,guardate che carina' fanculo.
quest'anno la torta era diversa. era finalmente come piace a me! cioccolato bianco,polvere di cocco e grassi centimetri in piu sul mio giro vita!
james si che mi conosce davvero.
aveva chiesto il giorno libero per stare con me,si era alzato presto ed era uscito a fare la spesa,per comprare tutte quelle porcherie industriali che mi fanno letteralmente impazzire! e mi aveva svegliata con la colazione a letto.
un vassoio appoggiato sul comodino,con due croissant alle mele,un cappuccino nella tazza grande che piace a me,pancake,succo di pera e latte. un bacio sulla fronte,'tanti auguri a te' cantata a basse voce,il suo sorriso davanti agli occhi e quattordici rose rosa. il risveglio perfetto.
dopo essermi data una rinfrescata ed essermi messa la mia maglietta preferita- grigia con la faccia dello stregatto nera e l'iscrizione 'we are all mad here'- l'ho raggiunto nel soggiorno,dove mi aspettava con decorazioni sparse per la casa sistemate male,ma con cura da parte sua,il televisore accesso e un bellissimo uomo in piedi davanti al divano a braccia spalancat.. ah,era lui.
sul televisore ha fatto partire un video. un collage di foto nostre e di famiglia in cui la mamma non compariva mai. io da piccola,io e il dottor mayer (quando cazzo abbiamo scattato quella foto?),io e lui,lui e me,noi due.. le ultime due ritraevano anche la mamma in condizioni quasi dignitose prima che riprendesse a bere. e io non ero solita a concedermi ai paparazzi con lei.
non ne abbiamo fatto parola.
'tanti auguri principessa' 'grazie papà'.
stringerlo era anche meglio che fissarlo.
non gli ha mai dato fastidio hypnosis,era solo preoccupato che qualcuno potesse prendermi di mira a causa sua.
parlo di hypnosis come se fosse una persona. assurdo. e anche lui!
facemmo una passeggiata nel parco quel giorno. lo stesso parco del lago in cui mi stavo suicidando da piccola,con mia madre. meno male che non è successo..
e ad un certo punto mi si fotte il cervello. mio padre mi ha offerto una sigaretta! 'so che fumi irina. non posso fartene grosse colpe,del resto è solo colpa mia se hai cominciato. hai preso il cattivo esempio da tuo padre,che rimane comunque tuo padre,quindi  non prenderlo per il culo. accetta la sigaretta e non provare a dirmi stronzate sul tuo improbabile non fumare'. ecco,fottuta. ho accettato quella sigaretta pensando a come non farlo sentire in colpa piu del dovuto. poi ho pensato che sarebbe stato meglio non dire nulla e ringraziarlo solamente.
non era colpa sua se avevo iniziato a fumare. sei mesi prima avevo conosciuto un ragazzo. mason. mi piaceva. un gran bel pezzo di adolescente maschio! alto,capelli biondi come i miei,occhi verdi. questi maledetti occhi verdi mi perseguitano. piu grande di me di tre anni. uscendo dal bagno,a scuola,mi ha urtata. nella mia immensa timidezza l'ho mandato a fare in culo. lui,nella sua spropositata gentilezza,mi ha chiesto scusa chiamandomi disagiata e distratta. al ritorno dalla lezione di biologia c'era un biglietto sul mio armadietto. 'ciao stronza della porta del bagno. mi chiamo mason e volevo chiederti scusa per la spallata. se ti va,alla fine delle lezioni,vorrei farmi perdonare con un caffè. sarò nel parcheggio dietro l'aula informatica. cerca il figo accanto alla moto coi controcazzi'. ebbene si,aveva una moto. amo le moto. non ci sarei andata...
occhei,ci sono andata. lui è davvero uno spettacolo e la sua moto i controcazzi ce li ha sul serio.
'ciao'
'io sono mason. mi dici il tuo nome o devo continuare a imprecare fino a trovare un appellativo a cui potresti rispondere?'
'irina. bella moto'
'te lo avevo detto. lo vuoi il maledetto caffè?'
'solo se mi ci porti in moto,al caffè'
'sali,irina'
il modo in cui ha detto il mio nome faceva intendere che non gli piacesse. è un bel nome invece,lo ha scelto james.
il caffè lo abbiamo preso da asporto,poi ci siamo seduti sulla riva del fiume che porta al lago vicino a casa. si è acceso una sigaretta. me ne ha offerta una ma ha subito ritratto la mano. 'sei troppo piccola per fumare'. per puro spirito di contraddizione ho voluto quella sigaretta. non ho mai smesso di fumare da quel giorno.
'perche mi guardi cosi? so di essere un bel pezzo da collezione ma cosi mi consumi'. 'tu non sei un pezzo da collezione. la tua moto lo è. io lo faccio,guardo la gente fissa negli occhi e non posso farne a meno. cerco di non tenere un'espressione sadica o scema mentre lo faccio e sono anche andata dallo strizza cervelli. scusami.' 'mi piace'.
ecco cosa ho letto: un ragazzo insicuro,che si piace ma è convito di non piacere agli altri. molto piu intelligente di quanto voglia dare a vedere. senza troppi traumi alle spalle ma con un bisogno morboso di amare e di essere amato per dare uno scopo a tutta la forza e alla generosità che ha addosso. ora è il mio migliore amico.
mio padre mi sta abbracciando. abbiamo finito la sigaretta. è ora di tornare a casa. sta per piovere. buon compleanno irina.

itinerario di una psicopaticaOnde histórias criam vida. Descubra agora