Capitolo 11

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ANASTASIA'S POV.

Che stupida che sono! Stupida, stupida, stupida. Sono scappata via mentre lui mi stava per baciare e adesso gli esco il discorso del "diamoci del tempo". Infondo, così stupida non sono... Ho fatto bene, no? Oh, non lo so! Ho paura, soltanto paura. Se mi lascio baciare, se accetto di essere sua, ho paura che finisca come Kellie: non sapeva un cazzo di ciò che stava accadendo attorno a lei mentre Christian correva a cercare un'altra, cioè me. Forse Kellie non è l'esempio più appropriato, lei è abituata a queste cose e neanche se ne accorge. Contenta lei. Ma perché stiamo parlando di Kellie? Non voglio tornare a casa, non mi va di farmi riempire di domande da mia madre, voglio andare da Kate... beh, che coerenza, se vado dai Kavanagh non cambia molto, anzi è ancora peggio. Beh, ma Kate è la mia migliore amica e oggi sta male. Avviso mia madre e la raggiungo a casa. Chi mi apre è Mrs Kavanagh.
«Anastasia, entra. Come stai cara?»
«Salve, io molto bene, grazie e lei?»
«Bene, tesoro, grazie. Cercavi Kate?»
«Si, ma so già dove trovarla.» le sorrido educatamente e mi dirigo verso camera di Kate. Indossa il suo pigiama di flanella rosa con i coniglietti, quello che riserva ai postumi della rottura con un fidanzato, a malattie varie e, in generale, ai momenti di depressione. Appena mi vede mi sorride.
«Ana!»
Le sorrido anch'io. «Ciao, malata. Non azzardarti a tossirmi o a starnutire addosso a me!»
Lei ride. «Ci proverò. Qual buon vento ti porta qui?»
Sospiro. «Christian.»
«Eh?»
Annuisco. «Non sai che è successo. Beh, ovvio che non lo sai, non eri a scuola e anche se ci fossi stata non ci avresti visto perché noi eravamo nascosti dietro il muro della nostra classe e...»
Kate mi blocca. «Ana, per favore, smettila di parlare a vanvera e dimmi che succede!»
«Christian ha...» blocco e divento rossa.
«Christian ha?»
«Ha provato a baciarmi.» sibilo velocemente.
Kate spalanca gli occhi e la bocca, fissandomi incredula. «Lui cosa?»
Annuisco lentamente.
«E... E tu cos'hai fatto?»
«L'ho respinto.» abbasso la testa.
«Cosa?! E perché?»
«Non voglio finire come le altre ragazze che gli vanno dietro. Ci siamo riconciliati ieri, e lui pretende che diventeremo tutti e due 'papero e paperella'? Ma anche no. Ancora io devo fidarmi di lui e non so questo quanto tempo possa richiedere. E lui 'Ma tu lo sai che non è vero! Insomma, mi conosci.'» dico imitando la sua voce e poi proseguo. «Ed io 'Sono passati tanti anni Christian. È come se ti avessi appena conosciuto. Sei cambiato, sei un'altra persona e non so se posso fidarmi ancora' e lui continua con 'Sono sempre lo stesso'. Ma a chi la va a raccontare?!» dico alzando man mano il tono. Kate annuisce e si acciglia mentre le racconto cos'è successo. «Non guardarmi così, Kate.»
«No, scusami, è che sono così fiera di te.»
«Perché?» alzo un sopracciglio.
«Perché non hai mai fatto una cosa del genere, sopratutto con tutta questa calma. Alla fine come siete rimasti?»
Sospiro. «"Diamoci del tempo".» dico gesticolando.
«Ma lui... a te piace?»
«Mentirei se ti dicessi di no, ma non è neanche un si. È un nì. Dovrei dare del tempo pure a questo.» sbuffo.
«Beh, intanto è qualcosa. Vedrete a cosa vi serba il tempo e sta a voi decidere.»
La fisso a bocca aperta e poi l'abbraccio, non curante del fatto che abbia l'influenza. «È per questo che sei la mia migliore amica e ti voglio un mondo di bene. Anche se ti preferisco da malata, sei meno insopportabile.»
«Concordo anch'io.» scoppiamo a ridere insieme.

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