Capitolo 8: "Come pura elettricità."

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Sento la voce del Presidente sbiadita, come se fosse lontana anni luce.
La mia attenzione si concentra tutta su Nate, in piedi di fronte a me, con quell' aria di superiorità e un' espressione divertita dipinta sul volto.
Gliela toglierei a forza di schiaffi, o di baci, non saprei...
Dannazione.
Perché la mia volontà mi tradisce così con l'idiota?
Un improvviso battito di mani mi risveglia dalla trance.
"Credo che ci siamo detti tutto." Sta dicendo il Presidente, soddisfatto. "Vi lascio con le vostre guide che, sono sicuro, sapranno darvi delle delucidazioni adeguate su ogni aspetto di questa accademia. Le affido a voi." Dice poi, rivolgendosi a Nate e all' altra ragazza, che mi sembra si chiami Charity.... O qualcosa di simile.
Non ho badato molto a lei da quando mi sono ritrovata faccia a faccia con Nate.
"Certo signore, può stare tranquillo." Risponde lui al Presidente. "Con noi saranno in ottime mani." E mi lancia uno di quei suoi sguardi, carichi di sottintesi e allusioni.
Gli passo davanti prima di aprire la porta per uscire, e gli sussurro: "Questa me la paghi, Argent."
"Mi tremano le gambe al solo pensiero, Castle." Ribatte lui in tono ironico, facendo un sorriso beffardo.
Tutti e quattro ci ritroviamo fuori dall' ufficio.
Brianna e Carly si presentano, stringendosi la mano.
"Vi conoscete già?" Chiede quest'ultima, notando che io e Nate non facciamo la stessa cosa.
"Eccome se si conoscono." Risponde Brianna al nostro posto, in tono malizioso.
Le do una gomitata per zittirla.
Dall' espressione divertita che fa, si capisce che Charice pensa che io e Nate siamo amanti o qualcosa del genere.
"Comunque piacere, io sono Charlotte." Dice sorridendo e tendendo la mano.
Ah, ecco come si chiama...
"Piacere mio, io mi chiamo Scarlette." Ricambio, sorridendole. Sembra davvero simpatica e gentile.
"Bene, adesso che siamo tutti migliori amici" dice Nate, sbuffando "portiamo queste novelline a fare il giro dell' accademia."
"Novelline a chi, scusa?" Gli chiedo, voltandomi verso di lui.
"Dividiamoci" dice a Charlotte, ignorandomi "così vedranno ognuna le aule che dovranno frequentare."
"Agli ordini, capo!" Dice lei , facendo il saluto dei militari. "Ci vediamo dopo."
E se ne va portandosi dietro Brianna, che mi sorride e tira su i pollici come se dovessi correre la maratona e lasciando me e Nate da soli.
Apparte noi, per i corridoi non c'è anima viva.
Dovranno ancora finire le lezioni...
Mi volto verso Nate: sta con le braccia incrociate sul petto e la schiena appoggiata al muro, estremamente rilassato, quasi annoiato direi.
E mi sta fissando, con quegli occhi grigi come il mare in tempesta e brillanti come diamanti.
"Che coincidenza ritrovarci qui, eh Scarlette?" Mi domanda, sfidandomi.
"Non la chiamerei proprio 'coincidenza', Nate." Ribatto. "Sapevi benissimo che ci saremmo incontrati qui."
"E non sei contenta che passeremo ogni giorno insieme?" Mi domanda, scostandosi dal muro e avvicinandosi a me.
Inizio ad indietreggiare, ma poco dopo tocco la parete con la schiena. Sono senza via di uscita, bloccata tra il muro e Nate, che guarda le mie labbra come se volesse mangiarle.
Mi basterebbe alzare un po' la testa per baciarlo, se volessi.
Non se volessi, tu vuoi e basta...
"Mi riempie di felicità." Rispondo, cercando di assumere un tono piatto per sembrare ironica e mascherare la tensione che provo in questo momento.
Fa una risatina per poi scostarsi da me.
Non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro.
"Credo sia ora di farti fare questo maledetto tour." Dice, facendomi segno di seguirlo.
Mentre cammino verso di lui, mi soffermo a guardare le curve dei muscoli della schiena, i capelli dorati che si arricciano dolcemente sulla nuca...
Si ferma improvvisamente e quasi gli cado addosso, distratta com'ero a guardarlo.
Si appoggia allo stipite di una porta aperta, alla quale mi fa segno di avvicinarmi.
"Questa è l'aula di canto individuale." Mi spiega. "Qui puoi migliorarti e correggerti se hai qualche difficoltà, con l' aiuto del professor Baker."
Mi accosto alla porta vicino a lui e guardo all'interno.
Un uomo calvo, probabilmente il professor Baker, batte il tempo ad una ragazza che canta Titanium a cappella e ha qualche problema con gli acuti.
L'aula è veramente enorme e molto luminosa, grazie alla parete interamente di vetro che da su Lincoln Center Plaza. C'è un pianoforte a coda, molto simile al mio, delle sedie, dei leggii per gli spartiti e i muri sono tappezzati da poster di schemi degli accordi, delle tonalità...
Dopo che Nate fa un cenno di saluto al professore, ce ne andiamo.
"Ho come il sospetto che quella sarà l'aula che frequenterai di più." Afferma Nate. "Se il livello della tua bravura è direttamente proporzionale alla tua simpatia."
Brutto stronzo.
Gli tiro un pugno sul braccio, mentre lui se la ride.
"Ha parlato lo strimpellatore di chitarre da strapazzo!"
"Bella battuta, ma non regge." Mi risponde. "Sai, non sono stato nominato il migliore della Divisione di Musica così a caso..."
"Allora devono avere degli standard davvero bassi, qui alla Juilliard."
Ribatto, per stuzzicarlo.
Voglio riuscire ad infastidirlo almeno quanto lui fa con me.
"Si si, continua pure a fare la simpatica." Dice lui, sicuro di sè. "Ti ricrederai e mi verrai a chiedere scusa in ginocchio."
"Vedremo." Rispondo, scettica.
In realtà, so benissimo che Nate non è affatto male con la chitarra ma, ancora una volta, l'orgoglio mi impedisce di considerare i suoi aspetti positivi.
Nate mi mostra ancora varie aule, come quella di coro, di strumento... E infine, mi guida fino alla sala prove, che ora è vuota.
È molto simile alle altre: pianoforte, qualche chitarra poggiata sul muro, leggii...
"Sono curioso di sapere se il tuo talento è tanto grande quanto dice la commissione." Dice Nate. Mi guarda come a sfidarmi a dimostrare le mie capacità.
Ed è proprio quello che farò.
Gli chiuderò la bocca una volta per tutte.
Senza esitazione, vado dritta verso il pianoforte e mi siedo sullo sgabello.
Guardo Nate come per dirgli "Non avresti dovuto dubitare" e delle scene iniziano a susseguirsi nella mia mente, come un proiettore: lui, di fronte a me, a petto nudo e con la chitarra appesa al collo, che mi prende la mano e mi attira a sè; lui, nell' ingresso del nostro palazzo, che mi guarda con quegli occhi grigi che riflettono la luce del sole; lui, che mi costringe contro il muro e mi fissa le labbra, mentre i nostri corpi si sfiorano e una strana energia aleggia nell' aria, come elettricità statica.
Lui.
Sempre e solo lui.
Voglio provocarlo, scuoterlo nel profondo, far crollare tutte le sue convinzioni, come lui fa con me.
Le mie dita iniziano a correre sui tasti, e la base di Powerful di Ellie Goulding e Major Lazer inizia a risuonare nella stanza.
Comincio a cantare, sentendo sulla mia pelle ogni singola parola di questa canzone, come tanti piccoli brividi.
Cosa mi hai fatto?
Per tutto il tempo, tengo lo sguardo fisso in quello di Nate, mentre lui cambia totalmente espressione: lo sguardo malizioso che aveva prima adesso è del tutto rapito dalla canzone, dal testo, dalla melodia...
Da me.
Dalla prima volta che ci siamo amati
Dalla prima volta che ci siamo toccati
Tiro fuori tutta l'aggressività, la forza e la passione che ho dentro per indirizzarle tutte su di lui.
Tu mi accendi
Come pura elettricità
Voglio colpirlo.
C'è un' energia
Quando mi stringi
Quando mi tocchi
Ed è così potente
Voglio che si senta totalmente spiazzato.
Posso sentirla
Quando mi stringi
Quando mi tocchi...
I suoi occhi sono ardenti mentre mi guarda cantare.
Ed è così potente.

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