Capitolo 7: "Ciò che l'arte è per voi."

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La Juilliard è un luogo unico, diverso da qualsiasi altra accademia abbia mai visto o frequentato.
Vista da fuori, appare come un edificio estremamente elegante, preciso e all'avanguardia: non si direbbe mai che, in realtà, sia la più grande e prestigiosa accademia delle arti in tutto il mondo.
"Sicura che sia il posto giusto?" Mi domanda Brianna, un po' perplessa. "Questa sembra più un'agenzia di interior design."
"Bhè, c'è scritto "The Juilliard School" a caratteri cubitali, quindi..." Ribatto, ancora imbambolata.
Dopo qualche secondo di silenzio, durante il quale realizziamo che questa è davvero la Juilliard, Brianna esclama: "Assolutamente strepitoso!"
Rido, divertita dal suo tono di voce.
"Credo che sia arrivata l'ora di entrare." Dico.
Attraversiamo la grande porta in vetro e ci ritroviamo nella sala d'ingresso dell' accademia: davanti a noi, una grande scalinata, che ospita diversi studenti seduti, intenti a leggere, chiacchierare o ascoltare musica.
Alla base di essa, è sistemata una scrivania piena di scartoffie, dalla quale si alza, per venirci incontro, una giovane donna elegantemente vestita nel suo tailleur e i tacchi a spillo.
"Voi dovete essere Scarlette e Brianna, le nuove matricole." Ci saluta cordialmente, esibendo un sorriso a trentadue denti.
"Si, siamo noi." Conferma Brianna.
"Piacere." Dice lei, tendendoci la mano. "Io sono l'assistente del Presidente, mi chiamo Melissa."
Da come ne parla, si vede che ama il suo lavoro e che ne è molto fiera.
"Piacere nostro." Rispondo, ricambiando la stretta di mano, e la stessa cosa fa Brianna.
"Seguitemi." Ci dice, iniziando a camminare. "Il dottor Polisi vi sta aspettando."
Ci conduce attraverso una serie di corridoi, finché non arriviamo dinanzi ad una porta.
Melissa ha una camminata elegante e sinuosa -come lei del resto, e il ticchettio dei suoi tacchi scandisce il ritmo dei suoi passi.
"Si può?" Chiede, dopo aver bussato.
Apre appena la porta per parlare con il Presidente. "Sono arrivate le due matricole, signore."
"Oh si, falle entrare, Melissa." Sentiamo dire da fuori la porta. La voce sembra essere gentile e rassicurante.
"Dopo di voi." Dice l'assistente, incitandoci ad entrare.
Obbediamo, varcando la soglia dell'ufficio, mentre Melissa resta dietro di noi, e ci ritroviamo faccia a faccia con il Presidente.
"Benvenute!" Ci accoglie calorosamente, stringendoci la mano.
E' un uomo vestito in modo ordinato, sulla sessantina, con i corti capelli biondi ingrigiti e spenti dal tempo, così tanto da sembrare ricoperti da uno strato di polvere.
Gli occhi azzurri esprimono gentilezza e saggezza, e sono incorniciati da rughe.
"È un vero piacere avervi tra i nostri alunni, sebbene con un paio di mesi di ritardo."
"Ci dispiace molto per la nostra richiesta di iscrizione così tardiva." Mi scuso, sperando che non ci etichettino già il primo giorno come alunne superficiali. "Abbiamo avuto qualche questione da risolvere."
L'eufemismo dell' anno.
"Sa, questioni di famiglia..."
"Non c'è nessuno che possa capirvi meglio di me." Ci rassicura in tono solidale, convinto di capire il dramma che ci affligge.
Se solo sapesse...
"Bene, ora direi di passare a temi più allegri." Dice in tono pratico, congedando Melissa con un gesto della mano. Ci fa segno di sederci.
"Se non ricordo male" riprende il Presidente, tirando fuori due moduli, probabilmente le nostre richieste di iscrizione "la signorina Brianna si è distinta come alunna per la Divisione di Dramma e Recitazione, mentre la signorina Scarlette per quella di Musica."
"Esatto, signore." Conferma Brianna, in tono educato.
Le cosiddette Divisioni sono i vari indirizzi di studio che la Juilliard può offrire: ci sono la Divisione di Danza, quella del Pre-Colledge... E le nostre, Musica e Drama.
"Le lezioni sono già cominciate, ma credo che per voi non sarà un problema inserirvi nei vari corsi. I componenti della nostra commissione hanno espresso giudizi molto positivi sulle vostre qualità artistiche." Ci informa.
Con 'commissione' intende i rappresentanti della Juilliard che, mesi fa, vennero alla Kingsbury High School a Londra, la nostra vecchia scuola, in cerca di nuovi talenti, e notarono me e Brianna: lei aveva preso parte al musical della scuola, in cui interpretava uno dei personaggi principali, mentre io mi ero esibita come cantante solista.
"Siamo entusiaste di essere qui." Dico, convinta delle mie parole.
"È il nostro sogno più grande da quando eravamo piccolissime." Aggiunge Brianna.
"È il sogno più grande di ogni alunno in questa splendida istituzione." Ribatte il Presidente. "Voglio dirvi una cosa." Dice, giungendo le mani e assumendo un'espressione solenne. "Ognuno dei ragazzi che studia qui ha un talento enorme, altrimenti non avrebbe potuto accedere alla Juilliard."
Sentendo queste parole, mi sento davvero orgogliosa e onorata di esserci riuscita, di essere stata ammessa alla scuola che è stata la protagonista dei miei sogni da bambina.
"Ma c'è un'unica cosa che fa la differenza nel percorso di ognuno di voi." Dice, catturando nuovamente la mia attenzione.
"E cioè?" Chiede Brianna, curiosa e impaziente.
E devo ammettere che lo sono anch'io.
"La vostra anima." Risponde, infine, il Presidente. "Ciò che l'arte è per voi, la maniera in cui utilizzate le vostre capacità, che sia per esprimervi, per comunicare qualcosa... O per il puro e semplice piacere di farlo."
Mi appoggio allo schienale della sedia, davvero colpita dalle sue parole.
"E come potrebbe questo fare la differenza?" Domanda Brianna, con il tono di una bambina desiderosa di scoprire nuove cose.
"Lo capirete durante il vostro percorso." Conclude lui, prima di dare uno sguardo all'orologio.
"A momenti dovrebbero arrivare due alunni, rispettivamente i migliori della Divisione di Musica e quella di Dramma, per farvi fare un tour dell' accedemia per permettervi di ambientarvi." Ci informa, tamburellando con le dita sulla scrivania.
Dopo qualche minuto, sentiamo bussare alla porta, e una voce maschile, terribilmente familiare, chiede il permesso di entrare.
No, non dirmelo...
"Prego, ragazzi, accomodatevi." Li invita il Presidente.
Sento il rumore della porta che si apre ma, sopraffatta dall'imbarazzo, non ho il coraggio di girarmi per guardare. Alla fine, mi faccio forza e mi volto lentamente, incontrando il suo sguardo di diamante.
"Lasciate che vi presenti Charlotte Woldorf, della Divisione di Drama e, dalla Divisione di Musica, Nate Argent."
Ecco, l'ha detto.
Merda.

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