Capitolo 9: "Le fiamme dell' inferno."

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Energia.
Pura energia.
Questa è l'unica parola che può descrivere ciò che c'è tra me e Nate in questo momento: un filo invisibile di elettricità che ci spinge l'uno verso l' altro, come due calamite.
Ma nessuno dei due osa muovere un muscolo.
Siamo immobili, bloccati nelle nostre posizioni, eppure, sono sicura che anche lui percepisce questa tensione nell'aria. Lo vedo da come irrigidisce la mascella e stringe i pugni.
Siamo perfettamente consapevoli l'uno dell'altra, ma qualcosa ci impedisce di lasciarci andare.
Orgoglio?
Paura?
Non lo so.
Questi interminabili secondi di silenzio vengono interrotti da mani che sbattono, come un applauso.
Io e Nate ci voltiamo in direzione del suono, e il Presidente fa il suo ingresso nell'aula.
"Incredibile!" Si complimenta. "La Commissione non ha affatto esagerato sul tuo conto, Scarlette. Hai un talento naturale! C'è qualcosa di raro e speciale nel modo in cui canti."
Non posso fare a meno di arrossire, non so se per i complimenti del Presidente o perché Nate ha di nuovo lo sguardo puntato su di me. Lo sento bruciare sulla pelle.
"È come..." Continua il signor Polisi. "È come se vivessi le situazioni descritte dalle canzoni in prima persona."
Nate mi lancia uno sguardo intenso, carico di significati nascosti e sottintesi che manda in tilt il mio sistema nervoso.
"La ringrazio, signore." Balbetto. "Per me è davvero importante."
"Oh, non devi ringraziarmi, cara." Dice, liquidandomi con un gesto della mano. "Lo devi solo a te stessa se hai delle doti così grandi. Tu Nate cosa ne pensi?"
Sento un brivido percorrermi la spina dorsale.
Da quando ho finito di cantare non ha ancora aperto bocca.
Lo guardo mentre si accarezza la nuca, agitato e leggermente in imbarazzo. Sposta lo sguardo da una parte all' altra dell'aula, come in cerca di una risposta sensata da dare, finché non incontra il mio e, all' improvviso, sembra averla trovata.
"È nata per splendere." Dice alla fine, guardandomi negli occhi come a carpire i miei segreti più profondi.
Non pensavo che lo avrei mai visto così esposto o vulnerabile, e sapere di essere io la causa mi da una certa eccitazione.
"Sono pienamente d'accordo." Concorda il Presidente. "Comunque, ero venuto per consegnarti gli orari delle tue lezioni, Scarlette. Già da domani sarai dei nostri." Dice avvicinandosi e porgendomi un foglio.
"Nate, avrei bisogno di te nell'aula di canto individuale." Dice il Presidente, facendolo riscuotere. "Il Professor Baker vuole che tu e Skylar proviate il duetto."
"Perché, c'è qualche problema?" Chiede lui.
"No no, tu stai andando benissimo, come sempre del resto. È Skylar il problema. È brava, ma non sono ancora sicuro che sia all' altezza di questo spettacolo."
Quale spettacolo?
"Dannazione." Impreca Nate, passandosi una mano sul viso. Probabilmente non è la prima volta che si ritrova a dover affrontare questo problema. "Va bene, li raggiungo subito."
Si volta verso di me e, all' improvviso, è come se gli si fosse accesa una lampadina nel cervello.
"Perché non vieni anche tu?" Mi chiede.
Mi ha colta alla sprovvista, non so cosa rispondere.
"Dai, potrebbe essere un' occasione per vedere come si svolgono le lezioni qui." Insiste. "Che c'è, hai paura?" Mi domanda poi, in tono di scherno.
Riecco lo stronzo.
"Io non ho paura di niente, tesoro." Gli rispondo. "Andiamo."
"Bene, questo è lo spirito giusto, ragazzi. Informatemi su eventuali sviluppi." Ci chiede il Presidente.
"Se ce ne saranno..." Dice Nate, pessimista.
Gesu, sarà davvero così terribile questa Skylar?

Si, assolutamente terribile.
Quando siamo arrivati, ho scoperto che Skylar è la ragazza che prima, durante il mio giro con Nate, stava cantando Titanium.
Siamo nell'aula di canto individuale da almeno un'ora, e Skylar non ha fatto progressi di nessun tipo.
Non è male, nella prima parte della canzone, ma ha seri problemi di intonazione con le note più alte.
Credo che in parte sia anche per colpa del suo temperamento: è orgogliosa e arrogante, non ammette i suoi errori e non accetta consigli da nessuno, nemmeno dal professore, che sembra avere intenzione di strozzarla da un momento all' altro. Inoltre, spreca energie cercando di fare la civettuola con Nate, anziché concentrarsi sul pezzo. Quando lui ha annunciato che sarei rimasta per assistere, mi ha guardata come se volesse uccidermi.
Sai che paura...
Nate non ha ancora cantato: il professore vuole concentrarsi su Skylar e i suoi problemi di intonazione, prima di farli provare insieme.
Ma sono impaziente e curiosa ai limiti dell'indecenza di sentire la sua voce.
"Basta, non ce la faccio più!" Si sta lamentando Skylar, come una lattante. "Sono ore che proviamo, possiamo fare una pausa?"
"Va bene." Le concede il professore, esasperato. "Dieci minuti."
Ed esce dall' aula.
"Nate." Si avvicina Skylar, ignorandomi. "Verresti a prendere un caffè con me?"
Parla sbattendo le ciglia come i cerbiatti della Disney e tormentandosi i lunghi capelli ossigenati. Lo stereotipo del genere di ragazza che non sopporto.
"No, sarà per un'altra volta Skylar." Risponde Nate, educato. "Preferisco provare un po'."
È palese che non vede l'ora di levarsela dai piedi.
"Vuoi restare qui, con lei?" Domanda, scioccata.
Odio il tono che usa quando si riferisce a me.
Chi diavolo pensa di essere?
"Si, la cosa non ti aggrada, cara?" Le chiedo, irritata.
Prima che Skylar risponda, Nate interviene.
"Ragazze, non è il momento adatto per discutere di queste cazzate." Dice, severo. "Non stavi andando a prendere un caffè?"
"Ma, io..." Cerca di dire lei.
"Vai, Skylar." Le ordina Nate.
Lei sbuffa, gira i tacchi e se ne va, lasciandoci soli.
Nate va a sedersi e io lo raggiungo.
Sembra stanco e stressato.
"Carina, la tua amica." Cerco di sdrammatizzare.
Fa un mezzo sorriso.
"Uno: non è mia amica, grazie a Dio.
Due: è carina come può esserlo un dito nel culo con il peperoncino."
Rido per l' espressione che ha usato, non posso farne a meno, e lui fa lo stesso.
"No, sul serio, non la sopporto!" Dice, continuando a ridere. "È una fottutissima snob e crede di essere la nuova Rihanna, non so su quali basi."
"Me ne sono accorta." Dico. "Se solo abbassasse quella scopa che si ritrova in testa, forse si renderebbe conto dei suoi errori."
"Hai ragione, i suoi capelli sembrano davvero una scopa!"
Ha un sorriso semplicemente fantastico, così bello da scaldare il cuore.
Con una mano mi accarezza i capelli, attorcigliandosi un boccolo intorno al dito.
"I tuoi invece sembrano fiamme." Dice, guardandomi prima negli occhi, e poi fissandomi le labbra. "Venute direttamente dall'inferno per torturarmi."
Il mio cuore galoppa. Batte così forte che credo lo senta anche Nate.
Sposta la mano dai miei capelli al mio viso, tracciando con un dito il contorno della mia mascella, poi delle mie labbra.
Non riesco a muovermi
Che mi sta succedendo?
Sono totalmente assuefatta dal suo tocco, dal suo sguardo...
Da lui.
"Prima, quando hai cantato, sembrava che non avessi fatto altro nella vita." Dice. "Sei nata per questo, Scar..."
Scar.
Nessuno mi aveva mai chiamata così. Ma detto da lui sembra la cosa più giusta che io abbia mai sentito.
"È l'unica cosa che mi ha permesso di sopravvivere." Dico, di slancio.
Mi guarda in modo interrogativo, non sapendo a cosa mi riferisco.
E come potrebbe?
"Che intendi?" Mi chiede, guardandomi negli occhi come se all'interno potesse trovarci la risposta alle sue domande.
Quando qualcuno mi chiede di Evan, sento sempre un nodo nella gola che mi impedisce di parlarne. Con Nate questo nodo sembra sciogliersi del tutto. Ma non mi sembra il momento adatto per confidarglielo.
"Un giorno te lo racconterò." Gli prometto.
Assume un' espressione sospettosa, non sicuro del fatto sarò di parola. Ma decide di passarci sopra.
"Non so proprio se riusciremo a risolvere prima dello spettacolo." Dice, scoraggiato. "Non credo che Skylar sia all'altezza."
Gli stringo la mano per rassicurarlo.
"Vedrai, troverete una soluzione." Lo incoraggio. "Skylar deve solo trovare l'impostazione giusta. Ci sono pezzi più difficili di Titanium..."
Mi sorride guardandomi negli occhi.
Poi, la sua espressione cambia, come se avesse trovato la tessera mancante di un puzzle.
"Che c'è, ho qualcosa in faccia?" Gli chiedo, in ansia. "Perché mi guardi così?"
Scoppia a ridere, mandandomi in confusione.
Che ho detto di strano?
"Tu sei il mio miracolo!" Dice, prendendomi il viso fra le mani e dandomi un bacio all' angolo della bocca.
Non mi sento tanto bene...
"Mi è venuta un' idea!"

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Scusate se non aggiornavo da un po', ma ho avuto molto da fare in questi giorni.
La scuola è finita, ma gli impegni non mancano mai😂
Questa volta il capitolo è leggermente più lungo del solito, ma spero che vi piaccia comunque e che non lo troverete noioso.
Buona lettura❤️❤️

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