Parte 1- il senso dell'odio

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"Oh, muoviti"

"eccomi, sta' tranquillo per una volta, paranoico." dico sbuffando. Lui in tutta risposta grugnisce e mi tira un'occhiataccia. Chiudo la portiera della macchina e lui parte. Va veloce, come al solito. Non lo sopporto.
"Va' piano Mauri!"
"Sta' zitta, cazzo." non capisco perché è sempre di cattivo umore quando ci sono io nei paraggi. Mi odia, lo so. Non mi ha mai voluto. Da quando sono nata non mi ha mai dimostrato affetto, forse qualche volta, quando c'erano i nostri parenti, altrimenti se siamo soli non mi calcola.

Mi devo trasferire a casa sua, ho trovato lavoro a Milano e sono costretta a vivere lì con lui.

Lavoro in una gelateria. Okay, non è il lavoro dei miei sogni ma per l'estate va bene. E soprattutto voglio andarmene da casa di mio fratello al più presto.

Maurizio si ferma davanti al cancello di una casa, noto che prende un telecomando e premendo un tasto il cancello davanti a noi si apre. Entra dentro con la macchina e gira in una stradina che circonda la casa, entra in un garage, confinante con la vera casa, abbastanza stretto e ferma l'auto.

Scende e va verso un porta di ferro marrone. Io esco e prendo le valigie.
"Le buone maniere non si usano più?" dico scocciata dal peso di una di queste che, avendo una ruota rotta non è più utilizzabile come trolley . Lui sbuffa e mi prende la valigia rotta. La alza da terra come se fosse una piuma e mi guarda come per volermi sfottere. Palestrato del cazzo.
"bene, qui c'è la scarpiera, non ti azzardare a mettere in giro la mia roba"dice guardandomi con uno sguardo che mi fa gelare il sangue nelle vene.
"qua c'è la taverna e di qua il bagno, non ti consiglio di usarlo." volevo domandare il perché ma Mauri mi tappò la bocca con quella cazzo di voce.
"andiamo di sopra, lì c'è la vera casa."
Saliamo le lucide scale in legno e al di là di un arco in pietra si trova il salotto con due divani e una televisione a cinquanta pollici. Sorpassiamo un'altro arco e troviamo la cucina, piccola ma accogliente. Poi andiamo nel corridoio dove per primo troviamo un'altro bagno in mattonelle gialle, percorrendo il corridoio si arriva a tre camere, due nel lato destro e una a sinistra.

"Allora, questa a sinistra è mia, tu scegli una di queste due qua." detto ciò sparisce in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle.

Entro nella prima camera che incontro e mi guardo in giro. Dentro trovo un comodino vuoto, poco più in là, un letto accostato alla parete e l'armadio ai piedi di questo, dalla parte opposta una scrivania e una sedia. Tutti i mobili sono in legno bianco e marrone, le pareti sono bianche e la stanza è anonima.
Esco e entro nell'altra camera. Il letto qua è accostato alla parete ma in quella opposta all'altra stanza, l'armadio non è accostato al letto ma alla parete opposta, la scrivania è posizionata un metro dopo il letto e il comodino accostato a quest'ultimo. Qui mobili e pareti sono completamente bianchi, mi sembra di stare in una camera di ospedale.

Torno in cucina dove avevo appoggiato le mie valigie e le porto nella prima stanza che ho visto.

Apro la finestra e faccio entrare l'aria pulita. Solo ora noto due mensole poste in alto rispetto a me, sopra la scrivania. Mi metto in punta di piedi e controllo con la mano se c'è qualcosa. Polvere, polvere e solo polvere. Ma possibile che ci sia più polvere qui che in un manicomio abbandonato accidenti!

Sono le sette e tre quarti di sera e il mio stomaco inizia a reclamare del cibo. Vado in cucina ma non c'è nessuno, in salotto nemmeno e in camera di Mauri neanche.

Spero non sia andato via.
Sento della leggera musica che proviene dal piano terra, scendo le scale e la musica diventa sempre più forte, mi avvicino alla porta della taverna e adesso la musica è proprio forte. E' un beat e i bassi fanno vibrare tutto. Busso sperando invano che mi senta ma niente. Allora entro piano e appena faccio capolino con la testa vedo Mauri e un'altro tipo seduti su delle sedie e una persona di fronte a una tastiera da dj e un computer. Appena Mio fratello mi vede fa cenno di stoppare la musica. Mauri mi si avvicina e mi chiede scocciato:

I'm a dead man - SalmoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt