Capitolo 11

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POV. Conan

Quando mi svegliai avevo un gran malditesta ed ero sdraiato su un lettino d'ospedale. Mi portai una mano alla testa e sentì che era fasciata.

Ci capivo sempre di meno.

Provai a guardarmi intorno ma non vidi nessuno, così mi alzai ed uscì dalla stanza. All'inizio non vidi nessuno ma poi infondo al corridoio potei scorgere due bambine, una seduta appoggiata al muro e l'altra accanto a lei ma in piedi.

Le raggiunsi e capì che erano Ayumi ed Ai. Quest' ultima era per terra che piangeva con le mani sul volto mentre Ayumi la consolava tenendole una mano sulla spalla.

Mi avvicinai, ed entrambe si accorsero della mia presenza, Ayumi rivolse uno strano sguardo ad Ai e ci lasciò soli.

<<Ai ... che cosa è successo?>> non appena le feci quella domanda mi guardò come se fossi un alieno, poi scoppiò di nuovo a piangere e all'improvviso si alzò e mi abbracciò <<Mi ... mi dispiace>>.

Mi stavo davvero preoccupando. Che diavolo era successo?! Ai non si comportava mai così!

<<Ai, mi stai facendo preoccupare, mi dici che cosa è successo?>> così si staccò da me e mi fissò per un po'.

<<Tu che cosa ti ricordi?>>

Che cosa ricordavo? Non lo so. Se provavo a ricordare mi veniva un gran mal di testa. Lo dissi ad Ai, che tornò a sedersi al muro, la seguì ed aspettai che dicesse qualcosa. La osservai per un po', e cercai di capire cosa stava pensando. Quella ragazza era sempre stata un mistero anche per me che la conoscevo probabilmente meglio di tutti gli altri, non riuscivo mai a capire cosa le passasse per la testa o cosa provasse veramente.

Capivo perfettamente che la morte della sorella l'aveva distrutta e perciò aveva costruito intorno a sé una barriera invisibile di ricordi che impediva alle altre persone di vederla com'era per davvero. Io l'avevo vista davvero poche volte esternare i propri sentimenti, l'avevo vista impaurita e triste, ancora meno l'avevo vista felice. Nessuno riusciva ad abbattere quella barriera se non lei stessa, ma le veniva parecchio difficile.

<<... hey! Conan!>> sentì Ai che mi stava chiamando e solo allora mi accorsi che la stavo osservando da molto tempo<<Oh, scusa Ai. Cosa mi stavi dicendo?>>

<<È che ... forse è meglio se lo vedi con i tuoi occhi>> e mi prese per la manica della felpa, per trascinarmi fino ad un corridoio vicino, dove c'erano Goro, Eri, Sonoko e Makoto, Ayumi, Genta e Mitsuhiko. Una cosa avevano in comune: avevano tutti un'espressione di tristezza e preoccupazione in faccia.

Quando si accorsero di me si girarono appena, ma fu solo per un secondo perché Ai mi aveva già trascinato in una stanza.

<<Ecco ...>>. All'inizio non capì perché eravamo lì ma poi la vidi ... Ran era sul lettino al centro della stanza con una flebo attaccata al braccio e una mascherina in faccia.

<<Ai, c-che cosa le è successo?>>

<<Speravo riuscissi a ricordare ... sai che oggi io e te dovevamo andare da Ayumi, no?>> annuì debolmente <<... Chianti. Era appostata sul tetto di un edificio lì vicino e ha cercato di colpirmi, ma tu te ne sei accorto e ti sei lanciato contro di me. Siamo caduti entrambi per terra e tu hai battuto la testa. Solo che ...>> si fermò per prendere un respiro <<... il proiettile che doveva colpire me ha colpito Ran>> calò il silenzio per qualche minuto.

<<Adesso è in coma. Il dottore ha detto che non si può sapere se si sveglierà ... o no. Possiamo solo aspettare>>

Io ero rimasto immobile ad ascoltare, non riuscivo a muovere un muscolo. Io dovevo difendere tutte e due. Ran ed Ai. Ma non sono riuscito a proteggere Ran.

<<Shinichi ... n-non sai qu-quanto mi d-dispiaccia per ...>> la voce di Ai era interrotta dal pianto, tanto che non era riuscita a finire la frase. Sentì dietro di me la porta aprirsi a richiudersi velocemente.

Ed io ero rimasto sempre nella stessa posizione.

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POV. Ai

Corsi fuori dalla stanza correndo velocemente ignorando Ayumi che mi chiamava e gli altri che mi fissavano. Mi fermai per riprendere fiato ma Ayumi mi stava ancora seguendo così cercai di ricordare dov'era l'uscita e corsi verso di essa.

Quando fui abbastanza lontana mi fermai, col fiatone.

Era un incubo. Un'altra persona stava pagando con la vita per causa mia. Conan aveva cercato di proteggermi ma così facendo aveva permesso al proiettile di colpire Ran, la ragazza a cui sicuramente teneva di più. E avevo messo in pericolo anche lui.

Non potevo più restare, avrei solo portato ulteriore dolore e sofferenza, dovevo assolutamente andarmene.

Prima però dovevo ridare a Conan l'antidoto definitivo. Ma non l'avrei mai fatto di persona in quella situazione, dovevo aspettare solo un po'. Poi me ne sarei andata per sempre.

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POV. Conan

Ero seduto accanto al lettino di Ran, ad osservarla, immobile. Non potevo fare niente per aiutarla stavolta. Potevo solo sperare ed aspettare, come aveva detto Ai ... AI! Ma dove era finita?!

<<Oh mio dio, Ran>> sobbalzai sulla sedia dallo spavento, mi girai e vidi Kazuha, con le lacrime agli occhi e che si stava precipitando verso Ran. Dietro di lei, entrò Heiji ed andai da lui <<Ti devo parlare>>

<<Già, lo immaginavo>> così andammo nel giardino dell'ospedale.

<<Tu sai chi è stato a ridurla così, vero Shinichi? >>

Abbassai il capo <<Purtroppo sì. Chianti. E mi chiedo perché. Be ... sì, l'ha fatto per uccidere Ai ma, perché? Per lei dovrebbe solo essere una bambina!>>

<<Non è che hanno scoperto la verità? >>

<<Ma come, Heiji?! È questo che non riesco a capire>>

<<A proposito, Ai come sta? E dov'è adesso? >>

<<Oh no! Ai! Sicuramente è già uscita dall'ospedale! Così rischierà di farsi colpire ancora, dobbiamo trovarla e subito!! Tu vai a casa del dottore, io cercherò in giro!>>

E ci precipitammo fuori alla svelta.
Dannazione Ai! Pensai Scommetto che stai già cercando di scappare! Ma dove sei finita?!?!

Un amore nascosto per troppo tempo(ConanXAi)Where stories live. Discover now