Capitolo 24 - Shawn

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Sono abbastanza sicuro che morirò prima della fine della giornata perchè Mari è fottutamente incazzata.

"Tu, figlio di puttana, te l'avevo detto che non volevo farlo. Che diavolo succederà a mia figlia se vengo arrestata?" Stava urlando ed io ero sotto shock. Non pensavo che tutto questo sarebbe successo, come potevo saperlo?

Le manette mi stavano uccidendo i polsi e stavo iniziando ad entrare nel panico con tutto questi uomini con delle pistole.

Mi spinsero contro la macchina e iniziarono a perquisirmi.

"Ho delle armi." Immagino che avrei dovuto farglielo sapere ma loro mi guardarono come se fossi pronto ad attaccarli.

"Dove e cosa?" Mi chiese e alzai gli occhi in aria, cosa che probabilmente non aiutò.

"Calmati, se avessi voluto spararti lo avrei già fatto. Ho un coltello nella tasca e una pistola nella tasca dei jeans e si, li ho legalmente, e si, sono registrate." Presero entrambi le mie armi e trasalì quando i miei polsi iniziarono a pulsare dal dolore.

"Devo verificare che hai detto la verità."

"Il mio portafoglio è nella tasca dei jeans e lì si trova anche il permesso per le armi." I suoi occhi si posarono su di me quando videro la "Military I.D." (N.B. penso che in Italia si chiami carta multiservizi della difesa.)

"Esercito." Disse e alzai un sopracciglio.

"Yep."

"Da quanto?"

"Da nove anni." Presi un profondo respiro perchè stavo iniziando a perderlo e penso che non sia d'aiuto in questa situazione.

"E cosa succederà quando questa situazione finirà nel verbale?" Sogghignò e lo fissai.

"Non ci andrà." Gli dissi sicuro di me e guardai Mari che sembrava a disagio e sul punto di piangere e il modo in cui questi uomini la fissarono mi rese furioso sia con loro che con me stesso. L'unica ragione del perchè Mari si trova in questa situazione è a causa mia e mantenni d'occhio ogni singolo movimento di questi poliziotti perchè se si azzardano ad alzare anche solo una cazzo di mano nei suoi confronti, avremo dei grossi problemi.

"Tu e la dolcezza siete stati beccati, molti soldi per una prostituta." Disse e mi avvicinai a lui.

"Shawn no." Disse e mi fermai.

"Le devi del rispetto e il modo in cui stai guardando la sua cazzo di gonna è un cazzo di problema."

"Rispetto per una prostituta?" Questo coglione rischia seriamente di trovarsi la testa spaccata contro il suo finestrino.

"Shawn pensa alla tua carriera, non fare nulla." Disse quando feci di nuovo un passo verso di lui.

"La sua carriera finirà comunque dopo questa situazione."

"Cazzo, provaci; fai pure perchè poi sarò io a rovinare te." Lo minacciai, non so se potrei continuare a parlare in questo modo ma non gli permetterò di rovinare il mio nome e rovinare tutto quello che ho fatto.

"Lei non ha mai avuto una denuncia." Disse un ragazzo a quello di fronte a me.

"Certo che non ne ha avute perchè non è una prostituta ed è un cazzo di crimine giocare ad un ruolo con la propria fidanzata?" Chiese e Mari spalancò la bocca ma non disse nulla.

"Bella questa." Coglione.

"Non ho niente da dimostrarti." Gli dissi.

"Perchè l'hai pagata?" Chiese.

"Perchè normalmente si paga una prostituta, lo rende più autentico."

"Qual è il suo nome?" Chiese.

"Mari."

"Cognome?"

"Hansen." Mi ricordo quando Mari ha chiamato Lalexia con sia il nome che il cognome. Finalmente sembrò che il poliziotto si fosse convinto. Mari è una ragazza squillo ma ehi, questo non ha bisogno di saperlo il poliziotto.

"Come l'hai conosciuta?" Chiese e le domande stavano diventando seriamente stupide.

"L'ho assunta perchè cucinasse per me." Cavolo, mi piacerebbe.

Guardai Mari che sembrava molto arrabbiata ma io volevo solo che ci togliessero le manette così che potesse coprirsi e andare a casa da Lex.

"Abbiamo finito? Perchè ho visto questi uomini toccarla inappropriatamente tre volte ed è un cazzo di problema per me." Sibilai dal dolore quando mi spinse contro la macchina e chiusi gli occhi per fare un profondo respiro prima che il poliziotto mi strinse forte il braccio.

"Non c'è alcuna ragione per comportarsi in questo cazzo di modo! Lasciatelo andare." Urlò Mari e finalmente mi lasciò.

"Non toccarla." Sibilai quando un altro poliziotto l'afferrò per un braccio.

"Amico, vogliamo solo liberarla." Un terzo poliziotto si avvicinò.

"Cosa? Perchè?"

"Lei è la nipote del capo." Gli mostrò una carta e Mari avvertì i miei occhi quando la guardai.

"Lasciateci andare e vi prometto che non gli dirò una parola di questa situazione. E' stato solo un fraintendimento." Mari li guardò e con un altro paio di parole da parte sua, i poliziotti ci lasciarono entrambi. Misi la mia giacca sulle spalle di Mari e la guardai curioso.

"La nipote del capo?" Chiesi.

"Non più." Mormorò e andò verso la sua macchina e senza importarsene che fossimo fuori, si tolse la maglietta e se ne mise un'altra e poi indossò dei jeans.

"Che significa?" Chiesi.

"Significa che ho un passato e dei segreti e tu non fai parte di questi così come io non faccio parte dei tuoi. Vuoi startene fuori dalla mia cazzo di vita? Quale cazzo è il tuo problema? Non hai avuto alcun problema a scoparmi e dirmi di andarmene in malo modo in queste ultime volte quindi ora vattene a fanculo." Entrò nella sua macchina, sbatté la portiera e se ne andò mentre io rimasi lì immobile.

Mi sento una merda per averla messa in questa situazione e quei poliziotti erano delle merde ed io non sono neanche riuscito a scusarmi con Mari.

Per la successiva settimana, Mari non venne da me e le mandai un messaggio con su scritto se passasse da me ma non mi rispose. Ho pensato a quello che mi ha detto ed aveva ragione, non sono proprio affari miei ma voglio seriamente che lo fossero.

Odio il modo in cui l'ho trattata perchè anche in questo poco tempo che la conosco, lei non è per me solo una puttana ma è una persona e la nostra linea dal professionale al personale è sicuramente superata.

Dopo una settimana e mezza, decisi di andare da lei e scusarmi così bussai alla sua porta e quando l'aprì il suo sorriso scomparve.

"Mamma è zia Marla?" Lex corse verso la porta.

"No piccola, torno subito dentro." Cercò di chiudere la porta ma Lex venne comunque a vedere chi fosse e sorrise per poi abbracciarmi.

"Shawn!" Mi sorrise. "Resti per cena?" Chiese e mi misi in ginocchio.

"No tesoro. Devo solo parlare con tua mamma. Non hai ancora finito i compiti?" Chiesi e aggrottò la fronte.

"No." Ammise.

"Beh, allora sbrigati, così non rimani indietro. Vai." Le sorrisi e mi abbracciò per poi correre dentro casa e Mari mi fissò mentre mi rialzai.

"Non hai alcun diritto di essere qui." Mi disse.

"Lo so. Devo solo parlarti. Vieni da me domani sera, per favore." Chiesi.

"No, ho chiuso con questa vita."

"Lo so, voglio solo parlarti." Dissi e chiuse ancora un po' la porta.

"Non m'importa quello che devi dirmi."

"Lo so ma te lo sto chiedendo comunque. Non voglio avere questo tipo di conservazione qui."

"Bene." Disse e poi chiuse la porta, lasciandomi in piedi di fronte alla porta.

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