Chapter Thirteen

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Justin's POV

Brooke sarebbe arrivata a momenti e io dovevo ancora capire il motivo della sua visita o su come abbia fatto ad avere il mio numero.

Nessuno ce l'ha. Lei dove l'ha preso? Che sia una spia che sta cercando di proteggermi?

Ma che cazzo sto dicendo?! Mi sta esplodendo il cervello con tutte queste domande inutili. Ha il mio numero. E allora? Non é morto nessuno. Perciò mi devo calmare.

Guardai Astrid e lei andava in giro per casa giocando con i suoi pezzo di stoffa. Feci una risata che venne bloccata dal suono del campanello.

Andai ad aprire e una Brooke con il fiatone si presentò davanti alla porta.

Entrò in casa con in mano dei sacchetti di plastica con dentro credo dei vestiti dalla forma del contenuto.

Li lasciò a terra e cercò di prendere l'aria che aveva perso a fare tutte quelle scale. Ma cos...? C'era l'ascensore.

Come fa a non essere fradicia con questo tempo?! Brooke sta diventando sempre di più un mistero per me.

Astrid zampettò da lei scodinzolando e quando Brooke la vide iniziò a fare dei versi da femminuccia.

«Oh dio che tenerezza! Ma ciaoo» la prese in braccio facendole i grattini sulla pancia.

In quel momento mi sentivo così escluso. Ho voglia anche io di coccole. Okay, sono un maschio, ma allora? Ho bisogno anche io di quel tipo di compagnia.

«Ehehmm» tossì prendendo la sua attenzione. Lei mi guardò e sorrise, venne verso di me e mi baciò la guancia sorridendo.

Oh, wow.

«Ciao, come si chiama questo batuffolo?» domandò e io alzai gli occhi al cielo.

«Astrid» dissi e lei annui sorridendo. Le fece qualche altra carezza e poi la lasciò libera per la casa.

Non sembra per niente in dolore per i suoi lividi e graffi. Pensavo non avesse neanche le forze per muoversi da casa.

Iniziò a guardarla mettendosi accanto a me con le braccia incrociate.

«Che tenerezza» disse sorridendo
«Brooke? Cosa sono quei sacchetti?» lei mi guardò ed applaudì le mani come se si fosse scordata qualcosa.

«Già! Bravo. Me ne stavo dimenticando! Sono dei vestiti, per te!» dissi euforica mentre io la guardavo confusa. Si fece strada in salotto con i vestiti e io la seguì confuso.

Cosa sta fottutamente accadendo?!

«Perché? Cosa hanno i miei vestiti di così strano?» domandai e lei rise guardandomi
«Ti devi rinnovare. Basta occhiali e di ciao alle lenti a contatto» disse togliendomi gli occhiali e porgendomi delle lenti a contatto.

La mia vista si offuscò e in qualche modo riuscì ad arrivare in bagno per mettermi le lenti a contatto. Una volta messe mi guardai attorno e riuscivo a vedere decentemente.

É strano non avere più gli occhiali addosso.

«Perfetto! Hai visto! Sei bellissimo anche senza occhiali!» risi e lei pure. Mi prese la mano e mi trascinò verso il salotto mentre Astrid ci seguiva incuriosita dai nostri comportamenti.

Prese una giacca in jeans, una canotta grigia trasparente, dei pantaloni neri e delle mutande della Calvin Klein.

No, cosa?! Ora anche i miei normalissimi boxer non andavano bene?! Oh santo...perché mi sto facendo fare tutto questo?

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