Chapter Twelve

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Brooke's POV

É Domenica e qui a Los Angeles piove ancora.

Non ho mai visto così tanta pioggia in vita mia.

La sveglia di Cole iniziò a suonare e io sbuffai. É rimasto da me a dormire dato che si "preoccupava per me", visto che sono per qualche giorno starò a casa da sola.

Ma sappiamo tutti che lo fa perché non vuole che io dica tutto a qualcuno che può rovinargli la reputazione.

Mi rigirai nel letto mettendo un cuscino sul mio viso. Saranno le 7.00 di mattina e quello si sveglia per la sua corsetta domenicale. Ma sta male. Io voglio dormire alla Domenica. Non andare a correre, gli allenamenti per le cheerleader bastano e avanzano.

Ugh.

Lo sentì muoversi come se un elefante lo stesse schiacciando, difatti mi ha fatto letteralmente saltare sul letto.

«Stia fermo?» borbottai con la testa ancora sotto il cuscino.
Non rispose.
Il cuscino che mi copriva la testa si alzò, Cole si mise appiccicato a me e rimise il cuscino per coprirci nuovamente.

«Buongiorno anche a te, dolcezza» mi baciò il naso e io risi.

Voglio godermi questo Cole gentile. Anche se sarà per poco tempo a me andrà benissimo.

Mi avvinghiai a lui a mo di Koala mettendo le braccia attorno il suo collo.

Ieri, quando lui stava dormendo, sono andata avanti a piangere senza sosta e credo di non avere più liquidi nel mio corpo dopo il mio pianto.

In effetti é vero. Avevo bisogno, e ne ho tutt'ora, di un suo abbraccio. Mi danno sicurezza e tranquillità quegli abbracci e dopo un po diventano una droga stupenda.

Ma perché sto pensando a Justin se ho qui Cole?

«Vieni a correre con me» disse e io sbuffai
«Non ci penso neanche morta» affermai facendolo ridere. Si strinse più a me mettendo le mani dentro la mia maglia del pigiama.
Mi irrigidì totalmente. Non dovevo tremare o avrebbe capito che ho ancora paura di lui.

«Invece si. Voglio vedere il tuo bel culetto muoversi» sussurrò e io lo guardai male. Non mi sarei mossa di un centimetro. Con quella pioggia e la corsa, altro che dolore al corpo. Avrei provato l'inferno.

«Ho il ciclo, non posso correre» mentì anche se sapevo che quello odioso e schifoso ciclo mi sarebbe arrivato presto.
Tralasciando il fatto che quando ho le mie cose ho un dolore atroce alla pancia, quando starnutisco...va bene, non entro nei dettagli che é meglio.

«E quindi?» disse e io risi alla sua "innocenza"
«Non posso correre» lui rise e mi baciò la fronte facendomi chiudere l'occhio buono.

Tolse il cuscino da sopra le nostre teste e mi fece sdraiare completamente su di lui.

Con la mano mi sfiorò la schiena e io sentì i brividi. Di piacere o di paura? Paura. Sicuro.

Justin's POV

Un tuono mi fece svegliare con gli occhi sbarrati.

Non sopporto più questa pioggia. Prima era okay sentire il suono del temporale, ora mi da un fastidio bestiale.

Guardai la sveglia che segnava le 7.30

Oh fantastico. Ma vaffanculo, temporale di merda.

Mi alzai facendo un grugnito e presi i miei occhiali con prepotenza. Non posso neanche scrivermi con Riley, dato che non ho ancora il suo fottuto numero.

Sono stato stupido io a non chiederglielo. Ho bisogno di compagnia con questa pioggia noiosa, e di certo mia mamma e Janette non sono indicate per questa cosa.

Sentì qualcosa, o meglio, qualcuno graffiare la mia porta chiuda e già potevo intuire chi era.

Aprì la porta e mi trovai davanti Astrid, il mio cucciolo di labrador bianco.

«Ehi piccola» dissi prendendola in braccio. Iniziò a leccarmi tutto il viso facendomi ridere silenziosamente, dato che stavano dormendo tutti.

Ora che ci penso, chi meglio della mia piccola Astrid potrebbe tenermi un po di compagnia in questa casa?

Mia madre e Janette lasciamole perdere...certo io adoro tutte e due, ma dopo un po' sono delle scassa palle.

Seguì Astrid mentre scondizolava per avere il suo cibo.

É ancora un cucciolo. L'abbiamo trovata quest'estate in mezzo alla strada che tremava. Da li mia sorella é impazzita e mia madre pure. Così l'abbiamo tenuta e ora questa pulcetta é la cosa più tenera che potessi avere. A quanto sembra in questa casa sono l'unico che si prende cura di Astrid. Ma meglio. Non sopporto condividere le cose a cui tengo.

Le diedi da mangiare e lei si abbuffò mentre io mi preparavo una tazza di caffé.

Mentre versavo il caffè, oramai pronto, nella tazza un tuono rimbombò e Astrid corse tra le mie gambe facendomi ridere.

Posai per un momento il caffè e mi inginocchiai per accarezzare il muso paffuto di Astrid.

Iniziò a mordere la mia mano e con le zampe afferrò il mio braccio. Iniziai a muoverla su tutto il pavimento facendo dei versi strani. Quando si stancò iniziò a leccarmi il dito che aveva in continuazione torturato, come se volesse scusarsi del suo gesto.
L'accarezzai nuovamente per poi alzarmi e prendere il mio caffé.

Lo sorseggiai mentre andavo sul divano.

Mi sedetti stando attento a non far cadere tutto il caffé sulla mia pancia scoperta.

Accesi la TV e mentre guardavo qualche serie televisiva il mio telefonò vibrò.

Un numero sconosciuto mi stava chiamando.
Accettai la chiamata mentre Astrid si accomodava accanto a me, con la testa sui miei pantaloni.

«Pronto?»
«Justin?! Oh dio, finalmente sono riuscita ad avere il tuo numero in qualche modo! Sono Brooke» Brooke? Perché Brooke dovrebbe chiamarmi?

«Oh, Brooke? Stai bene? Devo venire da te? Ti sei fatta male? Ma riesci a parlare, allora qual'è il problema?» dissi tutto d'un fiato. Oh madonna, le sarò sembrato uno stupido alle sue orecchie.

«No, tranquillo. Tutto apposto. Ora Cole non c'é, perciò ti volevo chiedere se oggi pomeriggio hai da fare»
«Uhmmm, no sono libero, perché?»
«Posso venire a casa tua?»
«Beh, si, saremmo da so-»
«Perfetto! Ora vado, Cole sta ritornando. Ci sentiamo» non mi fece ribattere che riattaccò subito.

Non so cosa sia successo o come abbia fatto ad avere il mio numero ma...oh boh, sono così confuso.

Il mio telefono vibrò di nuovo. Ma sta volta era un suo messaggio.

From Brooke
Dove abiti? E a che ora vengo?

Ridacchia mentre accarezzavo il corpicino peloso e morbido di Astrid.

Le inviai il nome della mia via e l'orario, ovvero le 3.30

La sua risposta non tardò ad arrivare cosa che mi fece sorridere di più. Certo, avrei preferito un messaggio da parte di Riley, ma anche da Brooke sono ben graditi.

From Brooke
Peeeerfetto. Ci vediamo dopo, Justin!

Le risposi salutandola a mia volta e spensi il telefono.

Ci fu un altro tuono e Astrid di mise completamente sul mio petto, facendomi sentire il suo corpicino tremare.

L'accarezzai nuovamente facendole chiudere gli occhi.

Sospirai.
Cosa starà facendo ora Riley?
Dio se mi manca il suo sorriso, il suo profumo e il suo modo di ridere.

Ma un'altra cosa mi sorge spontanea...Brooke non poteva parlare tranquillamente con me davanti a Cole? No, non credo. L'avrebbe sicuramente picchiata. Di nuovo. E io ho ne ho già abbastanza di questi sensi di colpa del cazzo che si attanagliano dentro di me ogni volta che penso a Brooke e a quello che quel coglione le ha fatto.

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