Chapter Five

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Justin's POV

E ancora una volta ero da solo a guardare tutti i ragazzi entrare a scuola.

Mi sistemai per bene il mio cardigan nero per poi pulire le lenti dei miei occhiali.

Cercai con lo sguardo Riley e la notai a terra con i libri tutti attorno a lei, mentre Cole, Hans, Jackson, Emma, Faith e Brooke erano attorno a lei ridendo e indicando il suo viso pieno di lacrime pronte ad uscire.

Feci un lungo respiro e andai da lei.

Cole le tirò un calcio sulla gamba e io corsi da lei lasciando cadere i libri a terra, facendo un rumore assordante.

Arrivai davanti a lei e le feci da scudo, dando la schiena a tutti quelli che le stavano facendo del male.

«Uhhhh é arrivato il suo eroe» disse ironicamente Hans alle mie spalle. Lo ignorai e asciugai le lacrime di Riley.
Sentì dei passi dietro di me «Sfigato» disse qualcuno per poi lasciare soli me e Riley.

La guardai e lei guardò me. Mi abbracciò mettendo le sue braccia attorno al mio collo.

Mi ha preso alla sprovvista ma é uno degli abbracci più belli che io abbia mai ricevuto.

Ti da senso di sicurezza e tranquillità.

Si staccò dall'abbraccio e io l'aiutai a raccogliere i libri.

Quando li mise nel suo armadietto mi guardò sorridendo
«Grazie mille» disse e ricambiai sorridendo
«É...é ingiusto. Stavo passeggiando tranquilla e loro mi hanno spinta» io ridacchiai ottenendo una piccola sberla sulla spalla
«Lo fanno anche con me, tranquilla» ci sedemmo ai nostri soliti posto attendendo l'arrivo della prof.

Potrei chiederglielo ora. Un "no" sarebbe imbarazzante. Ma almeno glielo ho chiesto.

«Riley?» la chiamai e lei si girò completamente verso di me.
«Ti...ti va di uscire con me?» sorrise. Stava per rispondere ma la prof entrò in classe.

Iniziammo la lezione e mentre la prof era girata, Riley mi diede un bigliettino.

Non ricevevo un bigliettino dai tempi delle medie.

- Okay, però questa settimana ho da fare. Ti va bene la settimana prossima?

La guardai ed annui. Arrossì e riportò il suo sguardo sulla lavagna. Sorrisi e sospirai.

***
Arrivai davanti casa di Brooke per le sue ripetizioni.

Sinceramente avrei volentieri evitato di stare qui con con lei.

L'ultima volta stavamo per baciarci.

Voglio baciare Riley io. Anche se Brooke é una ragazza super sexy, a me piace Riley.

Suonai il campanello e Brooke venne ad aprirmi.

Aveva addosso ancora i suoi soliti short con un top bianco sopra.

Vuole provocarmi o cosa?

Ne dubito dato che ai suoi occhi sarò uno sfigato.

«Ciao Justin» entrammo in casa mentre la salutavo.

Ci posizionammo davanti al solito tavolo prendendo i libri.

«Hai visto oggi?» mi domandò e io la guardai stranito.
«Che cosa, scusa?»
«Ho preso B all'interrogazione di storia» a quelle parole sorrisi. Vuol dire che il nostro lavoro non é stato inutile.
«Sono veramente felice» dissi e lei sorrise mordendosi il labbro e giocando con una ciocca di capelli.

«Ora iniziamo da matematica» dissi e lei annui.

Aprimmo il libro ed iniziai a spiegarle la materia in modo semplice.

Matematica é già difficile di suo e se nelle mie spiegazioni la rendo ancora più difficile lei poi non capirà nulla.

Mentre le chiedevo le cose si distraeva facilmente da qualcosa. E se lei si distraeva io la seguivo a ruota portando il mio pensiero a Riley.

Ma dobbiamo concentrarci o qui la preside ci ucciderà.

«Brooke? Brooke sveglia!» la scossi un pò e lei mi guardò confusa per poi arrossire e ridere imbarazzata
«C-ci sono. Justin un attimo di pausa, per favore» disse e io negai con la testa
«Abbiamo appena iniziato» la informai notando dall'orologio che avevamo iniziato solo da mezz'ora.

«Per favore. Sono stanca morta. Gli allenamenti oggi mi hanno distrutto. Tanto per domani non abbiamo molto. E matematica non é la nostra priorità» disse prendendo il telefono e io sbuffai annuendo.

Presi il mio notando che nessuno mi avesse scritto. Come sempre.

Le uniche persone che mi scrivono sono mia mamma e Janette.

Si, non sono socievole e non do via alla cazzo il mio numero di telefono.

Eccetto per qualcosa di veramente importante.

«Vuoi darmi il tuo numero di telefono o...?» disse Brooke facendomi guardare il suo viso intento a scrutare le mie labbra.
La ignorai e continuai ad attendere un messaggio da parte di Riley...che non ha il mio numero.

Dio, che idiota che sono.

«Okay, lasciamo stare. Hai fame?» negai con la testa e posai il telefono sul tavolo.

Lei si alzò e venne verso di me.

«Dovresti usare delle lenti a contatto» mi sistemò gli occhiali e io portai lo sguardo sulle sue tette che praticamente fuoriuscivano dal suo top.

Anche se sono uno 'sfigato' sono pur sempre un maschio e certe cose nelle ragazze le guardo.

«Okay, ora sei perfetto» sorrise e mi diede un bacio sul naso spiazzandomi.
Da quando in qua Brooke-sono la più bella-Stone mi bacia?

Oh quanto é strana questa ragazza.

Anzi, tutte le ragazze sono strane. Cercano di mostrarsi chissà chi davanti ai ragazzi ma alla fine non fanno altro che sembrare delle gatte in calore da una botta e via. E pensare che magari fuori da scuola sono ragazze serie, simpatiche e divertenti...come Brooke in certi momenti.

Solo una maschera. La loro é solo una fottuta maschera che dovrebbero togliersi.

«Uhmmm...credo che la pausa sia durata abbastanza» dissi mentre lei sbuffava. Negò con la testa e si buttò sul suo divano a peso morto.
«No ti prego» disse facendomi ridere. Andai da lei sistemandomi il cardigan e la maglia.

Mi sedetti accanto alla sua testa. I suoi capelli scuri cadevano come cascate sul divano e la luce del sole li rendeva più lucenti del solito.

«Alla fine non mi hai più detto se ti piace Riley» a quelle parole digriganai i denti. Oggi era li davanti a lei mentre subiva tutto quel dolore da parte del suo fidanzato del cazzo e dai suoi amichetti.

Non faceva niente. Stava li a guardarla con sorriso idiota.

«Non sono affari tuoi» davvero l'ho detto a Brooke?
«Scusa?» mi guardò scocciata e io feci un verso seccato
«Ti ho detto che non sono affari tuoi» dissi alzandomi. Mi seguì e si sedette accanto a me sul tavolo.
«Sono solo curios-»
«Oggi potevi aiutarla» dissi mentre le davo le spalle
«Oh»

Si, Oh. Di oh. Tanto a te non cambia la vita se una ragazza del genere viene picchiata oppure no. Ma vaffanculo, va.

Presi la mia roba e mi avviai verso la porta
«Dove vai, scusa?»
«A casa, dato che per domani non abbiamo niente...a te non sarà necessario una delle mie ripetizioni. Ciao dallo sfigato» detto questo uscì da casa sua a pugni stretti.

Fanculo.

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