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«Che ne pensi di un viaggio?» mi domanda Zack baciandomi sulle labbra.Impiego un tempo infinito a staccarmi da lui. «Un viaggio?» domando con la voce roca, il suo sapore ancora addosso.«Dopo la laurea. Vorrai festeggiare immagino», mi regala uno dei suoi sorrisi disarmanti.«Non lo so», dico voltandomi a guardare il soffitto. «Non so bene cosa voglio fare della mia vita.»«Lavorare per mio padre non fa più parte dei tuoi piani?»«Sto già lavorando per tuo padre, anche se non nel modo che avrei sperato.»«E ti piace?»«Sinceramente? Non ne ho idea. Lo vedo poco, in fin dei conti io mi occupo del romanzo in maniera molto indiretta.»Sbuffo. Certo, è quello che voglio fare, o ne sono convinta più che mai, ma non sono ancora soddisfatta. Non mi vedo riconosciuto il mio vero potenziale o forse non riesco a capire se io ne abbia davvero uno.«Ti va un viaggio in Europa?» mi chiede Zack.«Dove?»«Dove vuoi.»«E pensi di poter fare progetti?» domando. «Che ne sai che tuo padre non abbia pensato a qualche lavoretto estivo da propinarti.»«Ho diritto anch'io alle ferie», si avvicina fino a mordermi il collo. «Anzi in quanto capo avrei diritto anche a non lavorare. Ho gente pagata per farlo al posto mio.»Gli getto le braccia al collo e mi struscio contro il suo corpo.«Vada per l'Europa», mormoro.Un paio di giorni dopo trovo una busta senza mittente nella posta. Aspetto di entrare in casa per aprirla e rimango di stucco. Non so se ridere allo scherzo o offendermi.In un'elegante carta lavorata c'è l'invito alle nozze di Logan e Sanne. Senza neanche riflettere compongo il suo numero.«Rachel?» mi risponde confuso.«Che diavolo significa?» domando senza mezzi termini.«Abbiamo pensato ti avrebbe fatto piacere.»«Mi prendi in giro?»«No.»Conto fino a cinque trattenendo il respiro. «Cosa ti può mai aver fatto credere che io abbia anche solo lontanamente voglia di partecipare al vostro matrimonio del quale non m'interessa un accidenti?» sbuffo tutto d'un fiato.«Rachel sono passati quattro anni», dice.«Non m'importa.»«A me sì, dannazione!» Alza la voce. «D'accordo non vuoi che siamo amici, lo accetto. Ma non voglio per il resto della vita essere etichettato come quello che ha cercato di violentarti.»«Ma è quello che sarebbe successo se Sanne non ci avesse interrotti.»«Ma non è successo e ti ho chiesto scusa in tutti i modi.»«Lo hai fatto per me o per te?»«Cosa?»«Chiedermi scusa.»Silenzio dall'altra parte.«Perché se lo hai fatto per me, non basta. Non basta perché non è stato solo quel gesto ma tutto il resto. La nostra amicizia rovinata per l'ennesima volta, il tuo tradimento. La mia buona fede nel quasi litigare con Connor per venire da te.» Un eco di dolore mi punge il petto pronunciando quel nome. «E la tua patetica scusa del non ti ho mai voluto.»«Rachel, vieni al matrimonio.»«Perché, hai una dedica per me?»«Cosa? No, che razza di idea.»«Sanne lo sa che mi hai invitata?»Di nuovo silenzio.«Non lo sa? Mioddio Logan vuoi rovinarti le nozze? Se mi vedesse lì, impazzirebbe di rabbia.»«L'idea è stata sua.»«Che cosa?»«Sanne mi ha chiesto cosa ne pensassi se ti avessimo invitata.»«E tu hai detto okay?»«Sì.»Quindi è così. Sono ancora l'ombra di quest'uomo. Sanne che m'invita solo per vedere la sua reazione e forse per dimostrare a me che alla fine ha vinto lei una battaglia della quale non mi sono mai sentita partecipe.«Non ho voglia di venire al tuo matrimonio, Logan», dico.«Mettiamo un punto, Rachel. Le nostre strade si divideranno, ma ho bisogno che tutto ciò sia in pace.»Poi capisco anche il resto. «Mio padre ti ha venduto l'officina?» chiedo.Non ho bisogno del suo silenzio idiota per capire la risposta. «Quindi fammi capire: la tua fidanzata m'invita al matrimonio per vedere se tu andrai davvero fino in fondo e tu m'inviti al matrimonio perché adesso sei un proprietario in proprio?»«Lo so che è merito tuo.»«Non ho fatto niente.»«Appunto», il suo tono di voce cambia. «Avresti potuto raccontare tutto a tuo padre, rovinarmi la reputazione, farmi licenziare, perdere tutto. Ma non lo hai fatto», spiega calmo. «Tuo padre mi ha venduto l'officina perché la sua idea su di me non è mai cambiata, grazie a te, nonostante il male che ti ho fatto.»Perché sono un'idiota.«Non so perché tu l'abbia fatto, ma vieni al matrimonio, mettiamo una croce su questa vicenda e andiamo in pace. Tutti e due.»Papà ha accettato la mia proposta, tornerà all'università, sarà l'amministratore delegato dell'azienda di nonno e ha venduto a Logan l'officina. Da settimane a questa parte sento come un macigno, il peso dell'assenza di Connor. «Non ti prometto niente», rispondo prima di chiudere la comunicazione. Vado in camera e apro un cassetto dal quale estraggo un po' di ricordi del liceo. Tra quelli, una fotografia di Connor, fatta a tradimento in un momento in cui non stava guardando. I suoi riccioli ribelli scomposti sulla testa come al solito, lo sguardo fiero e pensieroso di uno che ha imparato a convivere con i suoi tormenti. Eravamo così diversi eppure insieme a lui mi sentivo al sicuro, mi sentivo protetta, avevo uno scopo. Mi domando cosa saremmo stati adesso, come avremmo affrontato la vita. Chissà se avrebbe davvero trovato suo padre?Mi guardo allo specchio. Sono cambiata, sono cresciuta. Il dolore della perdita ha temprato il mio carattere e anche modificato i miei lineamenti. La ragazza timida di quattro anni fa ha lasciato il posto a una donna che cerca di farsi spazio nella vita, anche se i problemi di cuore mi destabilizzano ancora. La pura di soffrire di nuovo, di perdere Zack. Mi piacerebbe rivedere Connor, almeno una volta. Solo una. Per sentire di nuovo quel brivido incredibile che i suoi occhi su di me riuscivano a procurarmi. Amo Zack, ma è un amore diverso, cauto, contorto, consapevole. Connor è stato il mio primo amore, quello da brividi sulla pelle, travolgente, primitivo. Rimetto la foto a posto e chiudo il cassetto. I ricordi appartengono al passato ed è lì che devono stare.


Due donne sostengono di essere state messe incinte dal signor Mason. Hanno rilasciato un'intervista ai giornali con tanto di foto dei figli, sostenendo che lui le abbia illuse promettendole chissà cosa per poi sedurle e abbandonarle infischiandosene del risultato. Capisco che Ivy è a conoscenza della cosa, perché la sento urlare dall'ingresso. «Penso che la situazione stia un po' sfuggendo di mano», sussurro a Zack mentre raggiungiamo il salotto.«Sono tutte bugie», risponde tranquillo. «Non sarebbe mai così idiota.»«Ma a tua madre verrà una crisi isterica.»Vedo Mary seduta sul divano.«Io li trovo esilaranti», commenta senza alzare la testa dal cellulare. «Sta urlando battendo pugni contro la porta dello studio da almeno tre quarti d'ora e lui non dà segni di vita. Probabilmente sarà scappato dalla finestra.»«Voglio un test del DNA!» la sento urlare.Cala un silenzio imbarazzante. Non so cosa dire, ma nello stesso tempo vorrei tanto parlare per non dover assistere a quelle scene. «Notizie dai college?» domanda Zack alla sorella.«Ammessa», risponde.«A tutti?» Zack sembra stupito.Mary annuisce. «La cosa ti stupisce?»«Non credevo fossi secchiona.»«Non lo sono. Ma ho evitato di mandare domanda alle università dell'Elite. A che scopo farsi rifiutare da un posto che già sai non ti vorrà mai?»«Potevi provarci», insiste lui.«Voglio studiare arte, posso farlo ovunque.»«Sul serio?» Sono curiosa.«Veramente vorrei fare la fotografa, ma per la mia famiglia è cosa da plebei», spiega. «Una laurea in arte sembrava qualcosa di più consono.»«Ma a te piace?» chiedo.Mary ridacchia. «Rachel, ancora non ti sei convinta che piacere e dovere sono due cose che non coincidono?»Siamo interrotte da Ivy che entra in salotto. Ha la faccia paonazza e i capelli in disordine. Sta per dire qualcosa poi mi vede.«Rachel.»«Signora Mason.» Mi alzo in piedi.«Come stai?»«Molto bene.»Ovviamente non ricambio la domanda.«Andiamo a mangiare.» Il suo sembra quasi un ordine, infatti la seguiamo subito in silenzio fino alla sala da pranzo. Il signor Mason non si vede per tutto il tempo. La conversazione è sterile e priva di contenuti. Ivy è davvero a pezzi e sebbene non abbiamo avuto mai pressoché alcun rapporto, mi dispiace per lei. Quello che le sta facendo passare John è meschino. Ha messo davanti a tutto la sua ambizione, incurante del dolore e della gogna pubblica alla quale ha sottoposto la famiglia.«Signora Mason?» Mi affaccio in veranda, più tardi, dove lei è seduta su una panchina in vimini, intenta a fumare una sigaretta.Zack è impegnato in una telefonata di lavoro e Mary si è eclissata da qualche parte.«Come sta?» chiedo.Lei sbuffa una risata, prima di mordersi il labbro e contenere le lacrime. «Di tutte le persone che mi girano intorno, tu sei l'unica che me lo abbia chiesto», dice. «Sono mesi che quest'abominio mi circonda, eppure mi vedono tutti come la cattiva.»«Non condivido quello che sta facendo suo marito. L'idea della biografia è pretenziosa, il documentario sarà complicato. Non credevo che avrebbe messo la famiglia a rischio», ci tengo a dirle.«Però lavori per lui», sbotta.«Il tirocinio mi serve per il mio futuro.»«Ho sempre saputo che mio marito non è l'uomo che dimostra di essere. Quando una moglie è tenuta all'oscuro degli affari di lavoro, significa che quegli affari sono sporchi.» Mi guarda. «Ho sempre odiato le bugie, Rachel. Preferisco soffrire per qualcosa di certo che sentirmi una stupida per qualcosa di falso. E John lo sa. Le scappatelle gliele perdono. Sono solo stupide oche ambiziose e felici di cadere nel letto dell'uomo influente in cambio di un lavoro da qualche parte. Inutili sgualdrine insignificanti.»«John dovrebbe rispettarla. Se sta soffrendo per il libro, dovrebbe rinunciare.»«Rispetto, che parola abusata. Più passano gli anni di matrimonio più le illusioni cadono. Quando la vita comincia a saturarsi devi trovare distrazioni altrove. Con tutte le donne che circolano intorno a mio marito, sarei una stupida a credere che lui continui sempre e solo a pensare a me.» Sospira. «Certa gente, adesso, cerca di mangiarci su. Sono tutte notizie false, signora Mason. Anche la storia della paternità, sarà solo una trovata per gettare fango.»«Certo che lo è», fa un gesto con la mano. «Ma pretendo il test del DNA e un'intervista nella quale quelle due insulse siano smascherate. E voglio anche sapere chi le ha pagate per inscenare il teatrino, lo trascinerò in tribunale.»Sgrano gli occhi.«Il capitolo che parla di lei, è molto bello», dico.Lei mi guarda per un lungo istante.«Il compito di una moglie è di rendere maestoso il proprio marito. Nessuno ti darà mai il merito, ma la soddisfazione sarà immensa.»

Mi congeda con un gesto della mano.

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now