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Il mattino dopo mi sveglio con un mal di testa incredibile, alla fine mi sono addormentata tardissimo perché la rabbia m'impediva di prendere sonno.

Nonna, impeccabile come sempre, ha già fatto caricare tutte le mie cose sulla macchina e mi sta aspettando in cucina con la sua seconda tazza di tè.

«Sei pronta per questa nuova avventura?» mi domanda con un sorriso esagerato.

«Non vedo dove sia l'avventura, nonna», rispondo cercando di essere educata.

Prendo il caffè e verso il latte freddo sopra i cereali. Mentre mescolo sento lo sguardo di nonna addosso. Sollevo il mio e la fisso invitandola tacitamente a dirmi quello che pensa.

«Sei stata una gran maleducata, ieri sera, a sparire dalla festa senza salutare i tuoi ospiti.»

«Gli ospiti erano i tuoi, nonna. Ero molto stanca, mi dispiace», ribatto.

«Gradirei un comportamento più civile da parte tua, la prossima volta. Era la tua festa per il ritorno al college.»

«Non sapevo si facessero feste di questo tipo», continuo.

«Io faccio tutte le feste che voglio a mia nipote», mi corregge lei.

«Magari prima chiediglielo.» Mi ficco in bocca un cucchiaio di cereali e mastico rumorosamente. Nonna esce dalla stanza con aria teatrale.

Quando arriva mamma sono pronta e noto che anche il suo aspetto non è migliore del mio. L'alcol proprio non lo regge.

«Lui cosa ci fa qui?» domanda nonna vedendo Mike su un fuoristrada.

«Abbiamo portato qualche cosuccia per Rachel.»

Il tragitto è relativamente breve, traffico escluso. Nonna ha voluto guidare personalmente la macchina e Mike la segue con la sua. Quando arriviamo al campus, sento il cuore accelerare i battiti percependo la perdita del mio stato di anonimia. Non potrò più scappare alla fine delle lezioni o chiudermi in redazione dietro decine di mail e bozze mal scritte.

Nonna prosegue fino a un quartiere di bassi caseggiati tutti in fila e regolari, niente a che vedere con i casermoni dei dormitori. Sembra quasi di essere in un quartiere residenziale in miniatura, con l'unica differenza che bambini e casalinghe sono stati sostituiti da ragazze con pochi vestiti addosso e studenti con gli zaini in spalla che corrono avanti e indietro.

«Nonna dove siamo?» domando.

«Al tuo dormitorio», annuncia fermandosi davanti a una villetta bianca.

Guardo fuori dal finestrino. Nonna scende dalla macchina e fa cenno a Mike di parcheggiare. Quando vedo mamma sono sicura di avere la stessa espressione.

«Suvvia davvero credevate che per mia nipote avrei scelto uno di quei dormitori microscopici e con degli abominevoli bagni in comune e una frequentazione promiscua?» sbotta nonna osservandoci. «Qua starà benissimo.» Apre il bagagliaio e fa un cenno a Mike di scaricare come fosse un domestico.

«Ti prometto che mi troverò un posto in cui vivere quanto prima, così potrai riavere il tuo appartamento», mi sussurra mamma afferrando un borsone.

Dentro mi sembra quasi di essere nella casa di Barbie che volevo da piccola. È tutto molto rosa: le pareti, le tende e anche gli elettrodomestici della cucina.

«Signora Anderson!» sentiamo dire e sulle scale compare una ragazza diafana, con lunghissimi capelli talmente bianchi da avere riflessi azzurri.

«Carly Stewart!» Nonna fa un passo avanti e le due si scambiano dei finti baci sulle guance. «Sono così felice di vederti, cara, ho sentito terribilmente la mancanza di tuo padre alla festa di ieri sera.»

«Siamo spiacenti», si stringe quella nelle spalle. «Mamma ha voluto allungare il nostro viaggio il più possibile e sa bene che papà non riesce a negarle nulla.»

Poi entrambe si girano verso di me.

«Lei è mia nipote Rachel», dice nonna.

«Ciao», dico io alzando la mano in segno di saluto.

Carly mi fissa un secondo di troppo. «Piacere mio, Rachel. Tua nonna mi ha spiegato che gli ultimi due anni sono stati un po'... difficili per te», dice con la faccia che riserverei io trovando un cagnolino indifeso per strada. «Qua sei tra amiche. Ti sentirai come a casa tua molto presto.»

Mi domando tacitamente come farò, in una specie di confraternita piena di ragazze con cui condividere gli spazi, a sentirmi come nel mio appartamento dove gli unici compagni che avevo erano privacy e silenzio.

«Se ci mostri la sua stanza, scarichiamo le valige», interviene mamma alle mie spalle.

«Certamente. Seguitemi» e Carly si avvia su per le scale.

Il corridoio è lungo e stretto, anche qui le pareti sono rosa. Arriviamo in fondo, prima di un'altra rampa di scale e ci fermiamo davanti a una porta bianca.

«Tutte le camere hanno il loro bagno privato, non ci piace condividere la nostra intimità, anche se ne abbiamo comunque uno bello grande giù che teniamo per gli ospiti. Poche e semplici regole», di cominciando a contare con le dita. «Ognuna di noi è responsabile della propria stanza, per gli spazi comuni c'è già chi si occupa delle pulizie. Vietato portare fidanzati o amici vari, nessuna di noi vuole sentire rumori spiacevoli.» Carly scoppia a ridere credendosi simpatica. Nonna mi sembra in imbarazzo. «Date pure un'occhiata, vi aspetto di sotto.»

La camera non è altro che un quadrato con un letto da fare, una scrivania sotto la finestra, una libreria a fianco e un armadio a quattro ante lungo la parete più spaziosa. Una seconda porta accede a un bagno microscopico con doccia, lavabo e oblò al posto della finestra. In pochi giri Mike porta tutti i miei averi qui.

«Vuoi che ti aiutiamo?» chiede mamma.

«No, grazie. Me la cavo da sola. Più tempo impiegherò meno starò con loro» e alludo alle ancora sconosciute compagne di avventura.

Mamma mi si avvicina e mi cinge in un abbraccio. Sento il suo cuore attraverso la maglietta. «Per qualsiasi cosa chiamami», mi dice.

«Starò bene», la rassicuro.

«Certo che starai bene, sei al college non stai partendo per l'Afghanistan», borbotta nonna dalla porta. «Devi solo studiare, scambiare due chiacchiere educate che non ci facciano fare brutta figura e arrivare alla laurea. Non mi sembra un'impresa difficile».

Terminati i saluti, sono ufficialmente sola nella mia nuova sistemazione. Intorno a me borsoni e scatoloni. Guardo fuori dalla finestra che dà sulla strada principale e guardo nonna partire mentre mamma si gira un'ultima volta, mi manda un bacio e poi sale in macchina.  

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now