«Quello è il mio ragazzo?» ridacchia Olivia.

«Credo proprio di sì», rispondo.

Improvvisamente mi passa tutta la voglia di ridere. Sarà colpa dell'alcool in circolo, però è come se mi fossi appena resa conto che le mie due amiche sono entrambe fidanzate e grazie a me, perché Timothy e Matty li conoscevo prima io e sono stata io a farli incontrare. Ed io?

Alzo gli occhi e cerco Zack tra la folla. È sempre col suo gruppo di amici, non si è mosso da lì. E anche il suo braccio è sempre rimasto incollato al sedere della tipa. Non che abbia passato tutto il tempo a guardare nella sua direzione ma ogni tanto mi cadeva l'occhio.

«Scusa, vado a fare due passi», dico a Olivia.

«Non ti allontanare troppo, non è sicuro», mi risponde lei.

Non ho intenzione di farmi molestare da qualche tizio ubriaco sulla spiaggia. Cammino velocemente, i piedi affondano nella sabbia morbida. Mi stringo nel cardigan leggero perché si è alzata una brezza fresca dall'oceano e lontano dal calore della festa sento freddo. Mi allontano quanto basta per essere sola, non completamente al buio e a un tiro di urla dal falò, nel caso ci fosse bisogno di chiedere aiuto.

Mi siedo sulla sabbia, porto le mani al petto e cerco di respirare profondamente perché ho improvvisamente voglia di piangere. Dannazione! Gonfio le guancie e butto fuori l'aria dai polmoni, i piedi battono il ritmo frenetico del mio nervosismo.

«Al diavolo!» sbotto quando la prima lacrima mi riga la guancia. «Sei una cretina Rachel!», mi dico. «Per quale diavolo di motivo stai piangendo?»

Già, perché? Chiudo gli occhi e la prima cosa che vedo è il profilo di Zack che ride e si diverte. Chissà se finirà la serata tra le gambe di quella ragazza. Un mezzo urlo nervoso mi esce dalla bocca. Scatto in piedi e comincio a camminare rapidamente avanti e indietro. Poi tocco il braccialetto di Connor e mi fermo di botto, gli occhi fissi sull'oceano nero davanti a me.

«Devi lasciarmi andare», mormoro tra i singhiozzi. «Ti prego Connor, lasciami andare», dico sfiorando il ciondolo con la scritta.

AGAIN. Che cosa significa adesso? Non c'è nessun ancora per noi. Non più. Non ci saranno più Rachel e Connor. Che senso ha continuare a struggermi per una persona che non farà più parte concretamente della mia vita. Ma allora perché ho così tanta paura? Paura di rimettermi in gioco, di lasciarmi andare? Cos'ho da perdere quando ho già perso tutto? Strappo il braccialetto e lo lancio contro le onde.

«Lasciami andare», dico ancora accasciandomi a terra e pulendomi il naso col dorso della mano.

«Parli con il molestatore immaginario?» una voce dietro di me mi fa scattare.

Sgrano gli occhi quando vedo Zack. Lui porta d'istinto le mani davanti a sé. «Sono disarmato», dice insicuro tra lo scoppiare a ridere per la scenetta patetica alla quale deve aver assistito e la pietà per una povera scema in lacrime a una festa in spiaggia. «C'è qualcosa che non va?» mi domanda.

«Tutto bene, grazie», rispondo cercando di assumere una postura decente.

«Stai piangendo», mi fa notare.

«Davvero? Non mi ero accorta.» Complimenti, Rachel, dico sul serio.

Zack guarda le mie mani, probabilmente in cerca della bottiglia che dovrebbe avermi ridotta in questo stato.

Poi faccio l'unica domanda sensata. «Cosa diavolo ci fai qui?»

Lui sembra pensarci un attimo. «Ho visto che te ne andavi.»

«E quindi?»

«E quindi ho pensato di tenerti d'occhio. Una ragazza che si allontana da una festa come questa mezza ubriaca potrebbe essere preda di qualche tizio con poche rotelle nel cervello e tutti gli ormoni nei pantaloni.»

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now